Questa mattina l’annunciato presidio all’interno del Festival della mente. Anche l’attrice ha lanciato un appello.
Sarzana – Questa mattina in Piazza Matteotti a Sarzana prima dell’incontro con Lella Costa al Festival della Mente si è tenuto il presidio di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne promosso da “Se Non Ora Quando” in collaborazione con Udi e Centro Antiviolenza “Irene” della Spezia.
Il gruppo di manifestanti con lo striscione “La violenza sulle donne è una sconfitta per tutti” è stato poi chiamato sul palco dall’attrice e accompagnato dagli applausi del numerosissimo pubblico presente. Prima di iniziare il suo intervento ricordando Teresa Strada, Lella Costa ha detto: “La violenza sulle donne è un’emergenza, dobbiamo alzare la voce e farci sentire”.
Innanzi tutto evidenzio, riportando sopra la notizia, ciò che è accaduto questa mattina a Sarzana, che mi pare molto importante e pregnante.
Sono nata a Sarzana dove ho vissuto fino a 21 anni, poi gli eventi della vita mi hanno portato altrove (Torino, Milano), cosa peraltro da me desiderata durante l’adolescenza, quando mi sentivo soffocare dall’ambiente di provincia.
Da un po’ di anni, stabilizzatami a Viareggio, ho la possibilità di poter percorrere, ogni volta che sento il “richiamo”, quei 40 km che mi separano dalla mia Sarzana e immergermi nella sua atmosfera.
Certamente quella che lasciai a 20 anni non era la stessa Sarzana di oggi, raro esempio di una cittadina relativamente piccola (circa 22.000 abitanti con le sue frazioni) che negli anni è stata ben riqualificata, urbanisticamente e paesaggisticamente parlando, ed ha avuto capaci e lungimiranti amministrazioni che ne hanno fatto un centro, anzi, è il caso di dire un salotto culturale di rilievo che ben si addice con l’importante e godibilissimo centro storico. E sull’onda di questo stile si sono allineati i vari operatori commerciali che hanno impostato i loro negozi, botteghe, bar e ristoranti in piena e totale armonia, tenuto anche conto che il centro storico di Sarzana è ricco di palazzi signorili, fatti costruire dalle nobili famiglie per propria dimora dall’ epoca rinascimentale in poi.
Nulla è fuori posto o fuori luogo, nulla è “esagerato” ostentato o becero, tutto è discreto e a disposizione del visitatore.
La città di Sarzana, già sede di Arcidiocesi Vescovile, che vanta i natali di due Pontefici e che ha visto camminare per le sue strade e vicoli Dante, Cavalcanti, Lorenzo de’ Medici, Maria Luisa d’Austria, Napoleone Bonaparte, si trova in una posizione geografica felice: 6 km dal mare, a pochi minuti dal “Golfo dei Poeti”, vicinanza alle Alpi Apuane e all’Appennino Tosco-Emiliano.
Sono tanti gli eventi che si tengono a Sarzana (non si dimentichi l’annuale storica fiera dell’antiquariato, nominata “La soffitta nella strada” tra le principali a livello nazionale), ma, negli ultimi 10 anni “Il Festival della Mente” è divenuto un apprezzatissimo polo di attrazione della cultura, e qui riporto le parole che anticipano il programma di quest’anno: “Il Festival è una fotografia dell’Italia come sempre la vorremmo, fatta di tante persone interessate a riflettere e disposte ad ascoltare, di molti pensatori e intellettuali che si mettono in gioco e discutono per il bene comune e per l’interesse all’approfondire. Il festival ha dimostrato come esista una cultura viva e forte, non basata sui narcisismi, sui toni alti, sui numeri roboanti, ma piuttosto sulla qualità, sulle eccellenze vere, sulla disponibilità al dialogo, sulla voglia di conoscenza e di condivisione, in poche parole sulla volontà di migliorare”
Per chi non ha mai avuto modo di viverlo, cerco di descrivere ciò che, a livello emozionale, ogni anno mi trasmette. Innanzi tutto una gran voglia di vivere, di essere partecipe con tutta quella incredibile folla traboccante di curiosità e voglia di cultura, piena di aspettative nell’attendere l’evento o la conferenza a cui sta per assistere (il bello è che poi non si tratta mai di “conferenze” che calano dall’alto di chi possiede il sapere, ma di tranquille, distensive e amichevoli dissertazioni sugli argomenti trattati). Essere lì significa condividere uno tra i migliori lati della vita ed è sorprendente e appagante rendersi conto di quanta sete di cultura ci sia.
La città è animatissima e indaffaratissima, e tutta la moltitudine di persone produce una “confusione ordinata”, che non dà fastidio, che non soffoca, perché non è sguaiata e volgare, ma concentrata su quei pensieri che la propria mente ha sviluppato nell’ascoltare poco prima o protesa su quelli che solleciterà l’evento che deve venire.
Mi sento di disapprovare le critiche in merito alla scarsa presenza di donne relatrici: ogni anno c’è la presenza femminile; se nelle passate edizioni il numero delle donne era inferiore si sarà senz’altro trattato di varie coincidenze: o la richiesta di determinati personaggi, o, in qualche caso, l’indisponibilità di qualcuna ad intervenire, o il non requisito indispensabile di aver pubblicato almeno due libri sull’argomento trattato al Festival, ecc.
E’ bene sapere che l’ideatrice e direttrice del Festival è una Donna, Giulia Cogoli di Milano (che ha ideato e dirige anche il Festival “Dialoghi sull’uomo”, nato nel 2010, ogni fine maggio a Pistoia), che quasi tutto lo staff dell’organizzazione è composto da donne (ed è efficientissimo) e che, secondo le statistiche riportatemi dall’organizzazione stessa, l’80% del pubblico è donna.