Il microcredido non è rivolto solo ai paesi del sud del mondo oppure in via di sviluppo, approda anche in Italia per l’impresa al femminile.
Interpelliamo Daniela Brancati, coordinatrice del progetto ‘Microcredito donna’ che sotto l’ENM coinvolge trenta associazioni di genere che si occupano di sviluppo economico. Perchè il microcredito per le donne in Italia?
”In realtà il microcredito è sempre esistito on Italia, ma veniva chiamato in un’altro modo e non era istituzionalizzato. Anche senza parlare di questioni di genere, di stalking o di femminicidio, una donna che non lavora è più esposta alle minacce che provengono dalla società. Per questo ritengo che sia giusto che le donne debbano lavorare, essere autosufficenti e autonome. Questo alza anche la loro autostima”.
Partirà da Roma il progetto pilota dell’Ente Nazionale per il Microcredito per le Donne che vedrà attivo un fondo di garanzia che svilupperà un credito di 1milione250mila euro per la formazione di nuove microimprese in rosa.
Saranno circa 100 le nuove attività imprenditoriali che potranno nascere grazie a questo fondo. “Questo progetto – spiega Mario Baccini, presidente dell’ENM – parte dalla Capitale che vive un momento di particolare difficoltà per il suo tessuto socio-economico complesso, ma ha l’ambizione di diffondersi sul territorio nazionale. Una sfida, quella di trasformare il microcredito in autoimpiego e microimprenditorialità che riparte dalle donne. Una sfida tutta italiana che viene sostenuta dall’Ente Nazionale ed attenta alle necessità e agli spunti che offre l’Europa e si attiva come esempio di buona prassi.
E’ uno strumento di sviluppo economico che permette l’accesso ai servizi finanziari alle persone in condizioni di povertà ed emarginazione. Il microcredito viene definito come “credito di piccolo ammontare finalizzato all’avvio di un’attività imprenditoriale o per far fronte a spese d’emergenza, nei confronti di soggetti vulnerabili dal punto di vista sociale ed economico, che generalmente sono esclusi dal settore finanziario formale”.
Il progetto di finanziamento si è focalizzato sulle difficoltà per le donne nel mondo del lavoro autonomo decidendo tre punti sui quali intervenire:
La formazione, l’informazione e la necessità di rafforzare il coordinamento generale delle iniziative che riguardano l’accesso al credito per le donne.
Il progetto Microcredito vuol essere uno strumento di aiuto per tutte le donne che vogliono “ripartire da sé” ovvero dalla possibilità di creare una propria impresa, senza dover fornire garanzie personali alla banca, o chiedere aiuto alla famiglia, sia un genitore o il proprio marito/compagno. Il microcredito può risolvere il problema dell’accesso al credito che da sempre penalizza le donne più degli uomini: tassi d’interesse maggiori, importi accordati inferiori e soprattutto maggiore richiesta di garanzie.
Ma vediamo cos’è il microcredito.
In Italia, il microcredito è disciplinato dagli articoli 111 e 113 del Testo Unico Bancario (TUB), che prevede:
il microcredito d’impresa o di lavoro autonomo, per favorire l’avvio o l’esercizio di attività di lavoro autonomo o di microimpresa da parte di persone fisiche, società di persone, s.r.l. semplificate, associazioni o società cooperative.
I finanziamenti concessi:
- non possono superare i 25.000 euro;
- devono essere finalizzati all’avvio o allo sviluppo di iniziative imprenditoriali o all’inserimento nel mercato del lavoro;
- devono essere accompagnati dalla prestazione di servizi ausiliari di assistenza e monitoraggio dei soggetti finanziati;
- i soggetti richiedenti non devono offrire garanzie reali (es. ipoteche sulla casa ecc.)
il microcredito sociale, è finalizzato all’inclusione sociale e finanziaria di persone fisiche in condizioni di particolare vulnerabilità economica o sociale.
I finanziamenti concessi:
- non possono superare 10.000 euro;
- devono essere accompagnati dalla prestazione di servizi ausiliari di bilancio familiare;
- vanno prestati a condizioni più favorevoli di quelle prevalenti sul mercato;
- i soggetti richiedenti non devono offrire garanzie reali (es. ipoteche sulla casa ecc.)
Per la piena operatività di tale normativa, si è in attesa delle emanazioni di appositi decreti attuativi da parte del Ministro dell’economia e delle finanze, sentita la Banca d’Italia.
Cosa sono i servizi ausiliari (o servizi non finanziari)
I servizi ausiliari, di carattere non finanziario possono essere effettuati sia nella fase pre-erogazione che in quella post-erogazione.
Per il microcredito d’impresa:
nella fase pre-erogazione, sono: servizi di informazione, orientamento, pre-valutazione dell’idea imprenditoriale, tutoring per l’elaborazione dell’idea progettuale, formazione su tempi economici, finanziari ed operativi;
nella fase post-erogazione: servizi di tutoring per la verifica dell’andamento dell’attività economica, formazione, mentoring, coaching, monitoraggio.
Per quanto riguarda il microcredito sociale:
nella fase pre-erogazione: servizi di ascolto/affiancamento individuale e di pre-valutazione della richiesta di finanziamento e dell’affidabilità del richiedente;
nella fase post-erogazione: formazione finanziaria, finalizzata ad accrescere le competenze sulla gestione di un bilancio familiare, anche per prevenire i fenomeni del sovraindebitamento e dell’usura, nonché in servizi di accompagnamento e monitoraggio.
Che cos’è un Fondo di garanzia
I programmi di microcredito sono esposti, come ogni finanziamento, al rischio che il beneficiario del prestito non sia in grado di rimborsare quanto ricevuto. Il soggetto finanziatore ha, quindi, l’esigenza di coprirsi dal rischio del mancato rimborso, anche in considerazione del fatto che i soggetti destinatari del microcredito sono individui o microimprese che generalmente hanno scarsa disponibilità, o addirittura sono privi, di garanzie.
Per questo, molte istituzioni, sia pubbliche che private, forniscono risorse, costituite in fondi di garanzia, da impiegare a copertura dei microfinanziamenti concessi dall’istituzione finanziaria.
Il fondo di garanzia deve essere gestito da un intermediario finanziario vigilato e garantisce una quota parte del finanziamento. Ogni volta che viene erogata una garanzia, nel fondo viene accantonata una quota di risorse da utilizzare in caso di mancato rimborso del prestito (per capitale e interessi) da parte del beneficiario del microcredito.
Qualora ne ricorrano le condizioni, il fondo di garanzia può operare con un “moltiplicatore”, che consente di erogare finanziamenti per un ammontare complessivo superiore alla reale disponibilità del fondo stesso e, quindi, di raggiungere un numero maggiore di clienti (c.d. “effetto leva”). In caso contrario, la garanzia viene concessa nei limiti delle disponibilità del fondo e, pertanto, con un rapporto 1 a
Cos’è ENM non è un ente erogatore, quindi non dà direttamente del denaro, ma dopo aver valutato il singolo progetto, indirizza la futura imprenditrice verso le soluzioni giuste ed è uno degli enti che ha costituito un fondo di garanzia.
Quindi riassumendo:
- ENM è uno strumento che compensa il divario di genere esistente, nell’accesso al credito tradizionale.
- Promuove lo sviluppo di specifici modelli e strumenti di microcredito in un’ottica di genere.
- Valuta la performance sociale dei programmi rivolti alle donne.
- Rafforza i programmi che favoriscono conciliazione lavoro famiglia.
- Sensibilizza gli operatori del credito.
- Fornisce un’informazione mirata al target femminile sugli strumenti.
- Incoraggia le di reti di donne imprenditrici.
- Contribuisce alla formazione della cultura imprenditoriale e finanziaria.