Nel cuore della darsena di Viareggio, dinanzi al mercato ittico e incastonata fra le officine nautiche, esiste una piazza dedicata a una donna dal nome marino e poetico: Alga Soligo.
di Patrizia Seppia e Maria Pia Ercolini
In realtà non è un’area celebrativa o un luogo indicato per una raccolta meditazione, ma uno slargo fra edifici di diversa tipologia e incroci di strade, destinato a parcheggio per ciclomotori e auto lasciate lì di giorno da chi lavora negli uffici e nei cantieri della nautica, attività che ha fatto grande nel mondo la cittadina toscana. La sua forma articolata e irregolare ricorda un po’ il modo con cui le donne con fatica spesso si fanno e trovano spazio nella vita. è dunque un via vai animato di marinai, ufficiali della Capitaneria di Porto, portuali, operai che vivono del lavoro del mare, ma è anche una zona frequentata da studenti, perché dietro l’angolo, in via dei Pescatori, c’e’ l’Istituto Tecnico Nautico Statale “Artiglio ” che prepara i giovani e le giovani a essere Capitani di Marina. è anche il luogo di passaggio di pensionati, che vanno sul molo a pescare o a ritrovare ricordi, vista la vicinanza, poco più in là, del Museo della Marineria “Alberto Gianni”. Il Museo raccoglie i cimeli dei palombari viareggini, famosi nel mondo per i recuperi nelle profondità marine, le testimonianze dei viaggi dei Capitani di Lungo Corso, Medaglie d’oro di Lunga Navigazione, e le opere dei calafati, costruttori dei primi “bastimenti” di Viareggio.
La piazza è priva di ombra, esposta al libeccio in piena luce e senza protezione alberata: come una nave in mezzo al mare, sente ogni cambio di rotta del vento, profumata di salmastro, oli, vernici e resina di pino, per la vicinanza della Pineta di Levante che sconfina qui, al lato sud, nelle dune sabbiose del Parco Naturale di Migliarino-Macchia Lucchese.
La strada che conduce agli stabilimenti balneari e alla spiaggia libera corre sul lato curvilineo del suo perimetro e d’estate è la via obbligata per i turisti che la sfiorano nel loro percorso verso il mare.
La piazza vive di rumori: le manovre operative della cantieristica si diffondono e costituiscono una colonna sonora “sui generis”, di cui i viareggini, esperti di mare, riconoscono il motivo e l’origine, il grido dei gabbiani, gli sfrigolii delle corde tese sui nudi pennoni. Da qui s’intravede, infatti, il profilo degli scafi a riposo in attesa della manutenzione, in fila sul margine della via Salvatori che dal Balipedio, un tempo area destinata a poligono sperimentale di armi, termina sulla banchina di rimessaggio portuale.
Non poteva esserci intitolazione migliore per questa piazza se non quello di una donna Ufficiale di Marina Italiana dal nome acquatico, che si è battuta e impegnata per svolgere una professione, ancora negli anni 70, improbabile per le donne. L’inaugurazione è avvenuta il 29 settembre 2010: l’Amministrazione Comunale di Viareggio, sensibile alla Toponomastica femminile, su richiesta del Soroptimist International Club Viareggio Versilia, l’ha così intitolata in ricordo di Alga, una delle fondatrici del Club, perita tragicamente nel naufragio del Tito Campanella. Una targa posta dal Club, semplice ma significativa, riassume brevemente la motivazione a ricordo e memoria futura della sua vita: Alga Soligo 18 gennaio 1951 – 14 gennaio 1984.
Oggi si apre un nuovo dialogo tra giovani generazioni e istituzioni locali, un confronto che avanza lungo le vie della città. Grazie al gruppo di ricerca di Toponomastica femminile, che raccoglie poco meno di settemila adesioni, fioriscono in tutta Italia iniziative contagiose: rilevamenti statistici, mostre fotografiche, concorsi e passeggiate di genere portano a scuola e in strada la memoria delle donne per mano di studenti d’ogni età.
Un’occasione da non perdere per avvicinare la cittadinanza in fieri al governo del territorio e all’attenzione verso la cosa pubblica.
Viareggio è legata a molte figure femminili che meriterebbero un’intitolazione: da Maria Valtorta, scrittrice e mistica cattolica, alla cantante d’opera Salomea Kruceniskij, grande interprete delle opere di Puccini; da Francesca Bertini, protagonista del muto, alla danzatrice americana Isadora Duncan. Saranno ancora una volta ragazze e ragazzi a dover tracciare nel loro Comune “le vie della parità”?