Questa ve la devo raccontare.
Erano anni che un uomo non si inginocchiava davanti a me. L’ultima volta è stato nel ’99, quando mi marito – stavamo giocando – mi ha infilato al dito un anello di conchiglia.
E poi sabato pomeriggio mi ritrovo a Carugate, vicino a Milano, con un sindaco ai miei piedi.
Nessun anello al dito, ma un rimprovero disarmante.
Breve riassunto delle puntate precedenti:
Il sindaco in questione (giunta Pd-Sel-Rifondazione) a dicembre revoca con effetto immediato tutte le deleghe ad una assessora, Wally Franceschin, che si occupa di cultura, pari opportunità, sociale ( lei si opponeva all’ampliamento consistente di un centro commerciale -Carugate è al 7° posto in Europa per concentrazione centri commerciali), unica donna in giunta!
Il sindaco (ma non erano democratici quelli del Pd?) la estromette anche dal seguire un concorso letterario di cui io sono tra i giurati e di cui si stanno svolgendo le premiazioni.
Il siluramento dell’assessora provoca non poche polemiche nella cittadina e il caso -caso?- vuole che il sindaco proprio 48ore prima delle premiazione inviti l’ex assessora a presenziare la cerimonia. Ma allora è buono! avrà pensato qualcuno.
La sala è piena, ci sono un centinaio di persone.
Il tema dei racconti è la violenza contro le donne.
Il sindaco nei suoi saluti legge le varie tappe dell’emancipazione femminile, ricordando anche alcune leggi del codice fascista. Poi lascia la parola all’assessora che un mese prima ha silurato e si siede al suo posto, in prima fila.
Probabilmente si aspettava –le donne sono comprensive ed accoglienti no?– che lei parlasse del concorso e lo ringraziasse della magnanimità.
Invece lei, oltre a parlare del concorso per cui si spende con passione ed impegno da due anni e mezzo, coglie l’occasione per comunicare a quella parte dei carugatesi presenti che ancora non sapevano, di non potersi più occupare di niente in quanto, come si autoproclama, neo-ex-assessora.
In sala si sentono solo la voce della neo-ex-assessora e i brontolii del sindaco che qualcuno gli fa notare essere esagerati. Non riesce nemmeno a stare fermo sulla sedia, dondola di lato dicendo “Non è corretto”, in evidente agitazione. Quando poi la Franceschin pronuncia espressioni scabrose come “scelta che non condivido” il sindaco diventa paonazzo e temo per un malore. La Franceschin termina con i saluti e si ri-scambiano il posto.
Il sindaco si siede continuando a dire “Non è corretto” ma nel frattempo il microfono ce l’ho io che ho chiesto la parola. Voglio infatti ringraziare la neo-ex-assessora per il lavoro svolto per il concorso ma soprattutto per il suo modo di fare politica, che ho avuto modo di conoscere un anno fa, in un incontro sul femminicidio in cui ha coinvolto attivamente ragazzi e ragazze delle superiori che si sono esibiti anche in performance musicali e teatrali sul tema. Parlo di comunità, di servizio, di lealtà verso chi ti ha votato.
Alla fine del mio intervento dico che questa pratica politica ci ridà fiducia, si contrappone alla logica della spartizione di potere e poltrone a cui siamo abituati ma non rassegnati.
Non so se sia questa la frase che fa imbufalire il sindaco, fatto sta che quando restituisco il microfono me lo ritrovo in ginocchio da me, a fianco della sedia, a spiegarmi quanto ero stata inopportuna.
Io penso un po’ a Crozza-Razzi-Ma fatti i cazzi tuoi-, un po’ a un podestà del 1930, un po’ alla platea che sta assistendo alla scena e per un attimo quel sindaco incapace di contenere il proprio disorientamento mi fa anche tenerezza.
Fosse il mio bambino gli direi, Parliamo dopo, adesso siediti che stai disturbando la premiazione con i tuoi capricci.
Chiudo in fretta per rispetto dei presenti, ma in quella manciata di ultimi secondi mi diverto, sì, mi sto proprio divertendo, a vederlo così in difficoltà, come uomo sulla poltrona e come uomo.
Lui ha letto il suo bel discorsetto ed ora eccole lì, ben due (DUE!) donne, a comportarsi fuori copione, a dire la loro senza chiedere il permesso.
Due indisciplinate streghe, che si prendono il potere -e il microfono – per pronunciare parole nuove, diverse, parole che parlano di umanità e condivisione, cittadinanza attiva e comunità.
Per lui, evidentemente, un’ insopportabile rivoluzione!
2 commenti
Ciao Cristina,
Con questa articolo mi sono molto divertita, ma soprattutto hai ricordato a tutti quanto un’arma poco utilizzata quale la semplice parola, possa talvlta essere letale, e in certi casi, solo noi donne sappiamo davvero utilizzarla.
Brava tu e brava la neo-ex-assessora.
brava, io sono una di quelle streghe della cascina sant’ ambrogio che si sono opposte alla realizzazione della Decathlon a Brugherio, ricordo benissimo il sindaco di Carugate quando si ergeva come un paladino di altri tempi a difesa del parco delle cave.
che sia per il fatto che gli oneri sarebbero entrati nelle casse di brugherio?