Abel Wakaam, nome accattivante per un uomo che ama viaggiare ma anche esplorare e condividere affinché gli altri vivano le sue stesse emozioni. Anche chi andare lontano non può.
L”ho intervistato perchè mi ha proposto un video di cui mi sono entusiasmata, prodotto utilizzando Google Earth. Ma prima di visionarlo, ascoltate quello che racconta.
Come è nata questa tua passione per i viaggi ‘’estremi’’ e perchè hai deciso di utilizzare Google Earth?ì
Sin da bambino mi sono sempre sentito un’esploratore, incuriosito dai luoghi selvaggi, lontani dalla civiltà.
Da qualche anno, con l’avvento delle nuove tecnologie, ho cominciato ad esplorare il mondo usando Google Earth.
Con questo strumento gratuito e facile da usare, ho provato ad individuare i laghetti alpini intorno al massiccio del Monte Rosa per poi raggiungerli con escursione mirate.
Spesso sono solo lacrime di ghiacciaio che luccicano ai raggi del sole d’alta quota, altre volte sono specchi d’acqua incantevoli, inastonati tra le rocce.
Per mettere a disposizione di tutti questi minuscoli gioielli, ho creato il sito www.Esplorazione.net arricchendolo dei dettagli necessari a ripercorrere questi antichi sentieri abbandonati. Fotografie, indicazioni, racconti, ma anche la possibilità di effettuare percorsi di trekking che si incrociassero tra loro al fine di comprendere la bellezza di questo terriorio.
In un secondo tempo mi sono munito di un ricevitore GPS, un piccolo computer da polso senza grosse pretese, ed ho cominciato a tracciare tutti i percorsi per poi esportarli nel formato di Google Earth. In questo modo, i visitatori del sito potevano aprire queste tracce e veder disegnati i sentieri direttamente sulle mappe grafiche della Terra, acquisite da foto satellitari.
Che strumento è e come si utilizza?
Oggi, i ricevitori GPS sono integrati anche negli smartphone di ultima generazione e sono in grado di mostrare la posizione in cui ci si trova, nonchè di memorizzare un percorso.
Lo possono usare tutti o è necessario avere delle conoscenze tecniche? E tu come le hai acquisite?
E’ una tecnologia resa semplice dalle nuove funzionalità presenti sulle varie App di Google e non richiedono grandi conoscenze tecniche. La situazione cambia se si vogliono creare tracce esportabili da inserire in un sito web, per le quale occorre conoscere il codice di programmazione per i files KML al fine di inserire link e informazioni aggiuntive.
E’ un tool professionale? Lo usano i giornalisti e reporter?
Personalmente compongo e modifico le tracce GPS usando un qualsiasi programma di elaborazione testi, NotePad è più che sufficiente. Ovviamente bisogna possedere una certa conoscenza di coordinate satellitari, ma nulla che ne precluda l’utilizzo.
Ci parli del tuo reportage su google earth? Come hai raccolte immagini e come le hai inserite.
L’occasione per realizzare un bel reportage è arrivata nel mese di novembre del 2013, in seguito alla richiesta di un servizio fotografico per una Agenzia di Safari in Kenya. Lo scopo era quello di realizzare un sito web che mostrasse ai possibili clienti tutte le opportunità di un viaggio nei Parchi nazionali di questa terra meravigliosa. Mi è stata messa a disposizione una jeep con autista ed ho viaggiato dall’Oceano Indiano al nord del Paese, attraversando più volte l’equatore. Quale occasione migliore per affiancare alle fotografie e alle descrizioni del posti la memorizzazione dei miei spostamenti in Africa? In questo modo, sul portale www.LaTuaAfrica.org è possibile visionare ogni proposta di Safari con una dovizia di particolari unica nel suo genere.
Ci racconti dei tuoi siti?
Prima della partenza, ho convertito un dominio web già in mio possesso per dedicarlo a questo viaggio e dare la possibilità a tutti di seguirmi in tempo reale. Una specie di “Africa, diario di viaggio” consultabile da www.RossoScarlatto.com per evitare di inflazionare www.Esplorazione.net che è dedicato alla montagna e ad un altro tipo di viaggi ed escursioni.
Oltre alle tracce GPS che sono molto ricercate in rete, tanto da comportare oltre 30mila download annue dal mio sito di escursioni, esiste anche la possibilità di inserire in Google Earth diverse fotografie georeferenziate, posizionate esattamente dove sono state scattate e visibili in tutto il mondo. In pratica sono quelle iconcine grafice, visibili sulle mappe, che riportano per la consultazione al ben noto www.panoramio.com
Credo che l’unione di più tecnologie permetta a chiunque di poter vivere un’avventura in posti meravigliosi, anche senza esserci mai stato. Quindi perché sprecare questi strumenti meravigliosi per raccontare a tutti che stiamo bevendo un caffè nel bar della stazione, e non usarla per qualcosa di più nobile e far conoscere agli altri le meraviglie di questo mondo?