Violenze sessuali, blog, letteratura, pubblicità, costume
Di questo parliamo con Patrizia Calefato
Barese, professore associato di Sociolinguistica alla facoltà di Lingue e Letterature Straniere dove insegna Linguistica Informatica,mentre in altre Facoltà le sono affidati gli insegnamenti di Sociolinguistica (corso di laurea in Scienze della comunicazione) e di Analisi socioantropologica del prodotto di moda (corso interfacoltà in Scienze e tecnologie della moda).
Le sue ricerche comprendono lavori sulla dimensione sociale del linguaggio e spaziano nel campo della sociosemiotica, degli studi di moda, culturali, dei media e di teorie femministe.
Ha scritto molti libri che vanno dalla sociosemiotica, al linguaggio e alla comunicazione.
Pensi che le vicende attuali ripetute di violenza alle donne siano state sovraesposte mediaticamente o esiste davvero un’emergenza? Ed i costumi più liberi e disinibiti delle donne influiscono su questo malcostume? Chi e che cosa nasce da chi?
L’emergenza è costante, quotidiana, non è mai diminuita, se è vero che la violenza vive nelle pareti domestiche, in primo luogo.
I costumi liberi delle donne non c’entrano con gli stupri nel senso in cui si potrebbe credere, non sono gli ormoni maschili ad essere provocati dalle belle ragazze come pensa il nostro presidente del consiglio. E’ la mentalità di certi uomini che si sente minacciata dalla forza e autonomia femminile.
Se attraverso l’abbigliamento e le pratiche a esso connesse, gli individui concepiscono e definiscono continuamente se stessi come parte della realtà sociale, come definiresti la nudità imperante al giorno d’oggi del corpo della donna sui media?Come mai in un momento di crisi economica, il lusso è imperante?
Oggi la nudità femminile sui media dilaga perché il nudo è comunque diventato un segno da cui non si può prescindere. Non tutte le immagini di nudo sono contro la donna o veicolano una concezione strumentale del corpo femminile. Però è vero che la concezione della donna ha fatto dei passi indietro notevoli nell’immaginario collettivo in Italia, e alcuni nudi volgari o stereotipati suggellano questo arretramento ideologico.
Il lusso oggi impera perché nelle crisi i ricchi diminuiscono, ma ciascuno di questi pochi diventa enormemente più ricco.
Secondo te perchè le donne si sentono cosi’ a loro agio nei blog? Sembra che questo strumento abbia sradicato l’odio femminile per le tecnologie.
E dei nuovi sistemi di telecomunicazione cosa piace di più alle donne? Trovi che le modalità femminili di espressione nei blog, sui forum e sul web siano diverse da quelle maschili?
I blog sono luoghi di narrazione: narrazione di sé degli altri, del mondo. in questo hanno sbloccato la resistenza femminile alle tecnologie, la loro diffidenza verso la macchina. le donne si raccontano nella loro quotidianità, aguzzano l’ingegno, diventano scrittrici, poetesse, tirano fuori dal cassetto la loro scrittura prima nascosta. Il blog offre una protezione alla scrittura: mai troppo pubblica, ma non più privata.
Credo che Facebook anche piaccia molto alle donne, perché permette di ritrovare il passato e di tenere sempre vivo il presente.
Si sta facendo strada una femminilizzazione del web a mio parere.
Concita De Gregorio, neodirettore dell’Unita ha fatto bene per svecchiare il quotidiano a mettere in copertina il lato D di una giovane donna in minigonna?
Si è arresa al malcostume generale?
A me l’iniziativa è piaciuta. Utilizzava un codice noto e stereotipato per mandare un messaggio diverso. La minigonna è stata un segno di libertà per le donne quando fu introdotta nella moda. Quell’ immagine recuperava il potere autentico dei segni.
Ci puoi parlare del ciclo ”Reti di donne nella scrittura”? Come è nata questa iniziativa?
Da cinque anni presentiamo presso la libreria Laterza testi scritti da donne, soprattutto saggistica, ma adesso presentiamo anche qualche testo di poesia e/o letterario. Quest’anno abbiamo avuto Claudia De Lillo, autrice di Nonsolomamma, un libro nato da un blog.