La qualità dei libri editi dipende da quello che il lettore/ lettrice vuol leggere…
Più uomini che donne inviano i loro manoscritti alla piccola casa editrice sarda Aisara, sconfessando l’idea che scrivano più donne che uomini. Ma la qualità dei libri editi dipende da quello che il lettore/ lettrice vuol leggere. Intervista a Francesca Casula della redazione della casa editrice.
L’editore può solo intervienire sulla cernita e scelta. Poi decide il mercato.
Quando avete fondato la Casa editrice Aisara?
La casa editrice Aìsara è nata nel 2006 per iniziativa di un imprenditore, Ignazio Ghiani, forte di una lunga esperienza nel mondo della tipografia.
Cosa vuol dire questo nome?
Il nome Aìsara richiama un microtoponimo del territorio di Isili (CA), paese d’origine dell’editore.
Perché in Sardegna?
La casa editrice ha sede a Cagliari, ma il catalogo non riveste un interesse locale: il pubblico al quale ci rivolgiamo è nazionale e magari in futuro anche internazionale.
Siete tutte donne?
Sì, ma è un caso.
Cosa bisogna fare e quali caratteristiche avere per fare l’editore?
Siamo tutte laureate in Lettere. Il difficile non è aprirla, ma crearsi uno spazio in libreria e nel cuore dei lettori.
I titoli della vostra casa editrice quale taglio hanno?
Il tratto comune delle scelte editoriali è il principio della qualità e dell’originalità rispetto al mercato. Noi redattrici siamo innanzitutto lettrici, e proponiamo al pubblico quello che noi per prime vorremmo trovare in libreria.
Che ne pensate dell’editoria in Italia? E soprattutto della piccola editoria?
Non è un momento facile per nessuno, ma non vogliamo neanche immaginare un futuro in cui la piccola editoria sia scomparsa, in cui un libro ha ragione di essere pubblicato solo se ha un pubblico potenziale molto ampio. Il potere è in mano ai lettori: loro scelgono cosa comprare, cosa leggere.
Si scrivono troppo di libri?
No, se ne leggono troppo pochi. Piuttosto, è triste la velocità con la quale i titoli scompaiono dagli scaffali delle librerie, soppiant6ati dalle nuove uscite.
E di scarso valore culturale?
Come dicevo prima, il potere è in mano ai lettori. Non si può colpevolizzare l’editore che pubblica “libri spazzatura” dimenticando chi quei libri li vuole leggere.
Cosa ha voluto dire Internet per l’editoria?
Maggiori opportunità di visibilità per i piccoli editori: le recensioni in rete, ad esempio quelle degli utenti di Anobii, innescano il passaparola con molta più rapidità di prima.
Perché un libro di carta e non un e-book?
Perché non entrambi? Io come lettrice non rinuncerò mai al libro cartaceo, ma neanche a nuove possibilità di lettura finora sconosciute. Comunque Aìsara sta per pubblicare i suoi primi libri elettronici.
L’editoria digitale sta erodendo terreno all’editoria tradizionale, disintermediando il rapporto scrittore lettore?
Il rapporto scrittore-lettore si basa sulle parole, non sul supporto.
Tra i vostri libri più donne scrittrici o uomini?
Finora uomini. Ci arrivano molti più manoscritti di uomini che di donne.
Qual è il genere più presente nel vostro catalogo?
I romanzi del nostro autore di punta, André Héléna, sono noir. Però siamo solite distinguere tra buoni e cattivi libri, il genere è una categoria insufficiente a classificarli.