da lsdi
In occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne (25 novembre), l’ Associazione Pulitzer ha organizzato in collaborazione con LSDI, DigiLab (La Sapienza) e col patrocinio della Fnsi il primo di una serie di incontri sul tema della comunicazione dell’ immagine femminile – Gli interventi di Antonella Beccaria, Milly Buonanno, Giovanna Cosenza, Natasha Fioretti, Loredana Lipperini e Lucia Visca
“Donne e Media. Riflessioni sul ruolo della donna nell’ immaginario collettivo“. E’ il tema di un incontro che venerdì 25 novembre, in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, l’ Associazione Pulitzer ha organizzato in collaborazione con LSDI, DigiLab dell’ Università La Sapienza di Roma e il patrocinio della Federazione Nazionale della Stampa.
E’ il primo di una serie di incontri itineranti in diverse città d’ Italia con vari ospiti e interlocutrici che hanno a cuore il tema delle donne e della comunicazione dell’ immagine femminile.
Quello di venerdì vedrà gli interventi di Lucia Visca, Presidente della Commissione per le Pari Opportunità della Fnsi, Giovana Cosenza, blogger e docente di semiotica all’ Università di Bologna, Loredana Lipperini, giornalista, scrittrice e conduttrice radiofonica, Antonella Beccaria, giornalista, scrittrice e redattrice di LSDI, Milly Buonanno, docente e responsabile scientifico dell’ Osservatorio GEMMA (Gender and Media Matter), e Natascha Fioretti, giornalista, responsabile Pari Opportunità Associazione Pulitzer e della sezione italiana dell’ European Journalism Observatory.
L’ incontro si terrà alle 17.30 presso la Sala Odeion della Sapienza (Edificio di Lettere e Filosofia, Piazzale Aldo Moro 5), con la proiezione del video-documentario “Il corpo delle donne” di Lorella Zanardo.
Viviamo in un Paese dove – spiega Antonio Rossano, presidente di Pulitzer – fare la velina è tra le professioni più ambite, dove grazie alla politica abbiamo imparato che cosa sono le escort e, grazie alla tv e alla pubblicità, siamo convinti che il modello femminile al quale assomigliare sia quello di una bambola di gomma tanto perfetta e lucida, quanto finta ed effimera, tanto sorridente, quanto muta e vuota. La questione è così urgente che un milione di donne italiane all’ inizio dell’ anno sono scese in piazza a manifestare rivendicando maggiore dignità e pari opportunità, chiedendo un Paese che le rispetti.
Come si è arrivati a tutto questo? È tutta colpa dei media, della tv in particolare, e dei falsi modelli che trasmettono? O i media fanno da cassa di risonanza, amplificatori di una questione che è prima di tutto sociale e culturale, insita nel nostro vivere quotidiano e nel nostro sentire comune? È possibile che non ci siano altri modelli che valga la pena trasmettere e diffondere, soprattutto per le nuove generazioni? E le donne che cosa pensano?
1 commento
Io sono convinta che ci siano altri modelli di genere a cui fare riferimento,e quella dignità che noi tutte reclamiamo prima o poi ci verrà restituita,se ci mettiamo bene in testa che abbiamo tante chances da mettere in campo!