Cosa vorresti fare se non lavorassi nel settore finanziario?
Sono convinto che sarei stato un buon medico e stavo per iscrivermi a medicina (ho fatto per 5 anni l’infermiere volontario nella croce rossa), ma poi le cose seguono il loro corso in modo incontrollabile ed eccomi qui nel mondo della finanza.
Il mio sogno, oggi sarebbe qualcuno che mi garantisse un contratto per poter viaggiare, scrivere articoli e libri e creare contenuti in base a queste esperienze. Sono iscritto all’albo dei giornalisti da diversi anni, scrivo e collaboro con molte riviste, ho scritto due libri (Il Cuore a Due Cilindri, FBE-Edizioni e Controsole TEA libri) . Mi piacerebbe che tutto ciò si potesse trasformare in una professione, anche se per ora è rimasto confinato tra le passioni, senza generare altro che redditi poco più che trascurabili. Ma forse è meglio così: la passione non deve essere legata ad esigenze di reddito, altrimenti si rischia di viverla solo come un lavoro.
Ci racconti dei tuoi viaggi?
Sono storie che nascono con i miei amici, studiando le mappe Michelin e fantasticando sul mondo e su ciò che si potrebbe fare con le nostre Harley portandole, spesso al limite. All’inizio in effetti è nato tutto in modo bizzarro, come un sfida a chi diceva che con una moto come la nostra non si sarebbe potuto combinare altro che giri in città per prendere l’aperitivo. Visto che noi siamo degli originali, abbiamo pensato di raggiungere un’oasi in marocco dove erano arrivati solo i personaggi di marrakech Express. E loro non avevano tre harley Davidson!. Sono passati molti anni e molti chilometri, da allora. E’ rimasto l’amore per le grandi strade, le mother road e quindi ho un debole per questi percorsi storici. Ho fatto da Milano a Dakar, da Milano a Tamanrasset attraversando il Sahara, da Milano a NewDelhi in India. Ma anche tantissimi percorsi nel nord africa, nei Balcani, in Albania, Bosnia, Serbia, nelle zone di guerra dove ancora tanta gente soffre e spesso noi non sappiamo davvero ciò che hanno passato e ancora stanno passando. Sono di solito viaggi emozionali, dove il paesaggio e le popolazioni sono il vero stimolo, piuttosto delle oggettive bellezze turistiche. Preferisco una pista oscura tra le gole dei monti dell’Atlante per raggiungere un’oasi, che spendere tre giorni in una città a visitare musei e mostre (che peraltro apprezzo molto, ma quando sono nelle nostra bellissima Italia piuttosto che in Africa). Ecco perchè a volte qualcuno mi chiede ma hai fatto tutta questa strada solo per vedere un tramonto sul monte Assekrem, in mezzo al sahara? E io rispondo, che si: non speravo nulla più di questo.
Vorresti portarci anche i tuoi figli?
A volte li porto: proprio per conciliare questi lunghi viaggi che costano tempo e vacanze sottratte alla famiglia (piuttosto che denaro: viaggiare in moto è molto economico). A volte riesco a far si che mia moglie Giovanna e i miei figli, mi aspettino all’arrivo di un lungo viaggio. E’ una cosa bellissima arrivare impolverato e sporco in un luogo remoto e sapere che la tua famiglia ti aspetta lì. Ti da una forza pazzesca nel viaggio. Per esempio, quando ho fatto Milano – Dakar, loro erano in Senegal dove appena arrivato, abbiamo fatto una bellissima settimana insieme. Quando ciò non è possibile, offro loro una vacanza alternativa nei giorni in cui io non ci sono: non siamo insieme, ma almeno anche loro si divertono.
Hai due maschi ed una femmina. Pensi che se non avessi avuto una figlia femmina, il tuo punto di vista sul mondo sarebbe stato diverso?
Per niente. Fiammetta è nata 4 anni fa mentre Pietro ne ha 15 e Vittorio 13. Il mio punto di vista è sempre stato lo stesso, la mia signorina non mi ha fatto cambiare nulla. Piuttosto, il mio punto di vista è cambiato quando ho avuto il primo figlio, maschio o femmina che fossero. Avere figli ti fa riconsiderare atteggiamenti inflessibili e guerreschi della tua gioventù, dove non si ha ancora la sensibilità per considerare aspeti ed esigenze collegate alla responsabilità di una famiglia. Tutti dovrebbero avere figli, e il più possibile. Ovviamente potendoselo permettere, specialmente in termini di tempo da dedicare loro. I figli sono la cosa che più di qualsiasi altra mi ha veramente cambiato. E in meglio.
Condivisioni dei ruoli in casa. Aiuti tua moglie solo se te lo chiede o ti offri tu stesso?
Abbiamo responsabilità e ruoli predefiniti. Confesso che per fare altro, devo sentirmelo chiedere perchè spesso non ci arrivo da solo, distratto e immerso nelle mie cose, come spesso sono. Giovanna ha rinunciato alla sua carriera di avvocato per i bambini, ma visto che è una donna capace e attiva, dopo qualche anno, con i figli ormai a scuola, si è inventata un’attività collegata al mondo dei bambini, producendo e vendendo articoli di abbigliamento per mamme e bambini, specializzata su pigiami e notte (www.delselletto.it). Penso fermamente che avere vicino una donna realizzata e soddisfatta, sia fondamentale per una vita serena e per poter avere la possibilità di vivere anche le proprie passioni.
Nella tua famiglia ci sono due giornaliste. Anche tu hai la dote della scrittura? Cosa ti piace raccontare e come?
Come dicevo prima, scrivo con grande piacere. Per ora è solo passione, ma domani chissà?
Un’ultima domanda: cosa ne pensi del mondo dei giovani d’oggi? Senza futuro o fortunati?
Sono ottimista sui giovani. Da un lato li vedo meno aperti alle relazioni sociali e meno sensibili ai problemi politici, ma credo che sia una fase della loro età, fortemente influenzata e limitata da internet, giochi al video e telefonini. Tuttavia se solo per un istante provate a toglierglieli, dopo un primo impatto di disorientamento, riscoprirete persone intelligenti, pronte, aperte e critiche, proprio come sembravano essere i loro genitori negli anni 70. Ma oggi, senza nessuno che li intruppi con megafono, eskimo e una montagna di slogan precotti.