L’autrice del libro Azar Nafisi, iraniana, insegna oggi negli Stati Uniti, ma fino al 1995 è stata docente presso la Facoltà di Lingue e Letterature Persiane e Straniere dell’Università di Teheran
di Letizia Artoni
L’autrice del libro Azar Nafisi, iraniana. Prima di lasciare il paese, dopo aver dato le dimissioni dal suo incarico, decide di invitare a casa sua, una volta alla settimana e per due anni, le 7 migliori studentesse del suo corso per parlare di letteratura (un ragazzo interessato, ma che non poteva partecipare ‘perché insegnare in casa propria ad un uomo sarebbe stato troppo rischioso’, è stato coinvolto con gli appunti). Il libro è il risultato di questi incontri, tema il rapporto tra realtà e finzione letteraria, il Grande Gatsby, Lolita, Daisy Miller, Orgoglio e Pregiudizio, ma anche le Mille e una notte, alcuni dei libri letti e discussi.
Tornata negli anni ’80 in Iran dopo molto tempo trascorso all’estero e a fronte di un regime che liquidava tutto ciò che proveniva dall’occidente come imperialista e sfruttatore, decide, per restituire una prospettiva diversa e più ampia di utilizzare come momento di scambio i libri che amava.
L’esperienza, ostacolata in mille modi dai suoi superiori, ma anche da alcuni studenti coinvolti nella nuova ortodossia, finisce nell’autunno del 1995 con le sue dimissioni.
E’ a questo punto che inizia la storia che l’autrice deciderà poi di raccontare in questo libro. Una storia collettiva, ‘per non parlare solo di sé. Ogni capitolo riflette qualcosa della condizione in cui il gruppo si trovava: quello di Nabokov parla dell’esilio e del ruolo dell’immaginazione
in un regime totalitario; Fitzgerald, attraverso il personaggio di Gatsby, aiuta a descrivere l’importanza del sogno; il James di Daisy Miller ruota intorno all’idea dell’ambiguità. E, infine il testo di Jane Austen ha a che fare con il problema della scelta.
Il libro è molto bello.
Per saperne di più è possibile visitare il sito da lei aperto nell’ambito di un progetto pluriennale che conduce alla John Hopkins University di
Washington dove oggi insegna.
The Dialogue Project, questo il nome, ha come scopo principale quello di ‘smitizzare l’Islam e l’Occidente’. E di mettere cultura e democrazia al centro di una riflessione tra il mondo mussulmano e l’occidente. http://dialogueproject.sais-jhu.edu