E’ l’ora.
Ieri sera ho partecipato all’incontro che si è svolto nella splendida Sala Alessi, a Palazzo Marino, sede del Comune di Milano.
La Commissione Pari Opportunità del Comune ha invitato le donne e le associazioni femminili di Milano dando loro la parola per esprimere osservazioni e proposte per cambiare la città in una sorta di collaborazione orizzontale, che vuole amministratori e cittadini co-produttori di bene comune.
La sala Alessi è grande, ma le donne intervenute erano davvero tante,dai 20 ai 70 anni, moltissime dunque in piedi e le più giovani sedute a terra.
“Non ci aspettavamo questa straordinaria affluenza,la prossima volta provvederemo”.
La prossima volta, sì, perché questi incontri avranno cadenza trimestrale.
Si è parlato di lavoro, di trasporti, di cultura, di integrazione sociale, di expo 2015, di spazi di crescita imprenditoriale e sociale. Tre ore di interventi, per cominciare a tradurre le promesse della campagna elettorale in fatti. Quando è entrato il sindaco l’applauso è stato scrosciante, un vero e proprio accoglimento che racchiudeva riconoscenza e stima.
Tutto ciò è anche colpa di Pisapia! (n.d.r. refrain elettorale)
A Milano le donne sono sempre state attive, ma negli ultimi 20 anni, come è stato ricordato ieri, le amministrazioni comunali avevano eretto un muro tra istituzioni e base e le occasioni di confronto tra associazioni erano difficili da organizzare e concretizzare. Per le singole, inesistenti.
”Se non ora quando” (Di Nuovo) le ha riunite tutte le donne di Milano, il 13 febbraio, e ha portato in piazza al loro fianco anche gli uomini e i giovani. Era solo l’inizio.
La sala Alessi è splendida, gli affreschi risalgono alla metà del 500, il cielo è sorretto dalle cariatidi, si calpesta con rispetto il prezioso pavimento in marmo.
E quel pavimento antico ieri sera mi sembrava una zattera. Una grande piattaforma dove le donne erano riuscite,mettendo insieme le proprie forze, ad abbandonare l’esilio su tante isolette distinte,raggiungibili a fatica tra loro. Se l’erano costruita col tempo e la tenacia, ed ora avanzavano sull’acqua, spinte da un vento nuovo che le avrebbe riportate a riva,a casa. Una casa che avrà bisogno delle loro cure, dopo la lontananza,per ristabilire ordine, equilibrio,valori non dimenticati ma tenuti in disparte,senza la loro guida e la loro sensibilità. Senza quella lungimiranza indispensabile perché le scelte politiche,economiche e sociali non si consumino come legna nel camino,ma posino pilastri per il bene dei figli che faranno il domani.
Che Milano sia di esempio, hanno detto, infatti a Milano sta accadendo quello che presto sarà in tutto il paese.
Questo non è un auspicio, è già un intento.
Oramai le donne di Milano sono giunte a riva, c’è aria di casa,di nuovo.