‘’La crescente influenza delle donne e’ l’unica cosa rassicurante nella nostra vita politica’’ Oscar Wilde
Così diceva il celebre poeta nel secolo scorso, ma sembra che dopo tanti anni le cose non siano cambiate poi tanto in Italia, nella vita sociale e politica se un manipolo di donne coordinate da Manuela Mimosa Ravasio hanno deciso di lanciare l’iniziativa 2eurox10leggi per dare voce a quelle che non ce l’hanno
Manuela Mimosa Ravasio, quarantatreenne di La Spezia, vive a Milano dai tempi dell’Università (Architettura). E’ sposata con un figlio di 8 anni.
Giornalista, caporedattore di una testata conosciuta ha potuto avere accesso a tutti i canali dell’informazione, per tutto l’arco della giornata e questo le ha permesso di conoscerli approfonditamente tanto da essere una voce più che referenziata.
Come e perchè è nata la vostra iniziativa?
E’ nato tutto da uno scambio di twit per commentare l’acquisto di pagine di quotidiani da parte di Diego Della Valle. Fino ad una twit-provocazione che invitava le #donne a comprarsi una pagina del Corriere della Sera per scrivere le loro 10 leggi inderogabili da chiedere alla politica. L’entusiasmo è stato così alto che ci siamo convinte ad aprire, il 4 ottobre, il blog www.2eurox10leggi.blogspot.com.. Fin dall’inizio il nostro desiderio è stato quello di dare voce a chi non ha il potere economico o la lobby giusta per ottenere visibilità su una pagina di un quotidiano. Il secondo, ma non meno importante, quello di procedere alla compilazione delle 10 richieste di legge attraverso una sorta we-government, ovvero cercando di coinvolgere donne, ma anche uomini, chiedendo di partecipare e interagire fra loro.
Qual è l’obiettivo che vi proponete?
L’obiettivo finale, per cui è iniziata il 12 ottobre la sottoscrizione delle quote ( http://www.produzionidalbasso.com/pdb_737.html), è quello di pubblicare 10 punti, 10 temi da far entrare nell’agenda politica del nostro Paese chiesti dalle donne per le donne in un quotidiano nazionale. Ma esiste anche un obiettivo quotidiano, che è quello di cercare di sederci, se pur virtualmente (ma mai dire mai!), attorno a temi concreti. Di passare dal dissenso e indignazione alla richiesta propositiva, stabilendo delle priorità.
Pensate che la poca presenza sui media sia negativa per l’immagine della donna?
Personalmente non vedo poca presenza delle donne sui media. Se mai, ne vedo una presenza distorta, ghettizzata, strumentalizzata. Insomma, la donna c’è, solo che c’è per come decidono gli uomini di farcela stare. Non si tratta di quantità, ma di qualità. Devo anche dire che in questi mesi le donne per prime hanno cominciato a dare un’altra rappresentazione di sé. Peccato, ed è un vero peccato, che a questa nuova rappresentazione non è seguita una nuova rappresentanza. Perché purtroppo, anche la nostra presenza sui media, anche la nostra immagine, hanno a che fare con il potere. È inutile scendere in piazza se poi non si costringe la politica ad occuparsi delle anomalie di questo Paese (anomalia questione femminile compresa) e finché le donne non saranno nei luoghi della decisione non potranno decidere nemmeno dove e come stare. Media compresi.