<<precedente>>
Nella nuova direttiva sui servizi educativi per la prima infanzia in discussione in questi giorni non rientreranno le tagesmutter, le operatrici educative a cui affidare a domicilio i propri figli. «Mi assumo la responsabilità tecnica e politica di rinunciare alle tagesmutter – spiega l’assessore regionale alle Politiche sociali, Teresa Marzocchi, intervenendo in commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Monica Donini -, ho ascoltato tantissime opinioni, personalmente, e posso assicurare che si tratta di una scelta motivata.”
Le tagesmutter aderenti alla rete Domus hanno scelto in modo definitivo o temporaneo di l”avorare con i bambini , con un progetto pedagogico e organizzativo .
Quasi sempre hanno un diploma di scuola media superiore , spesso sono madri , sempre sono rimaste senza il loro lavoro per problemi legati alla mancanza di servizi flessibili e qualificati diretti ai bambini 0 /3 anni fino a poco tempo fa , oggi 0/ 6 anni .
Escluse dall’organizzazione del lavoro contemporaneo hanno deciso di utilizzare la loro voglia di cambiare lavoro , uso del tempo e abitudini e di inserirsi in un percorso formativo pensato per loro, in continuo adattamento e rispettoso delle loro esperienze e competenze .
Con scelta e con consapevolezza facciamo riferimento alle loro esperienze e vissuti di mamme alle loro competenze organizzative di managament domiciliare e di cura . Non credo che Maria Montessori o altri illustri pedagogisti si possano sentire offesi se pensiamo alle esperienze di vita delle donne e alle loro capacità acquisite sul campo, come risorse anche di pensiero e di elaborazione per modelli pedagogici ed educativi . Oltre ai moduli specifici pedagogici e di psicologia dello sviluppo del bambino previsti nel loro percorso formativo .
Dispiace che sia proprio L’Emilia Romagna che non si apra al confronto franco e aperto ,in quanto riconosciuta da sempre come Regione attenta ai temi dell’innovazione, della qualità e delle politiche delle pari opportunità.
E’ molto acceso oggi il dibattito sulla frequente rinuncia delle donne al potere ,più frequente ancora del lavoro per i figli . Il fatto che le donne e gli uomini oggi non hanno più una divisione dei ruoli e dunque il tempo della cura non è previsto , o meglio continua a essere normato pensato come se le donne in generale lavorassero per diletto e mai per desiderio o per necessità . La rilevante questione degli orari di lavoro che mai coincidono con i servizi educativi difesi come unici portatori di qualità .
La mia domanda è perché la politica non ascolta proposte che possono contribuire a risolvere problemi vitali per le cittadine e i cittadini ?
L’aumento delle opportunità di scelta da parte dei cittadini e cittadine all’interno di un sistema di offerte di servizi educativi è oggi indispensabile e questa proposta non è certamente esaustiva , ma è certamente una risorsa ,tra l’altro riconosciuta anche dalla Commissione Europea come buona pratica .
A favore del servizio, la scelta , la scelta dell’orario, la scelta quasi sempre adulta di una attività di cura e di educazione verso e con i bambini , l’adesione ad un processo di formazione e di supervisione continua , il protagonismo dell’appartenenza ad una organizzazione senza scopo di lucro , la messa a disposizione della propria abitazione adeguata e pensata per accogliere bambini , il mettersi in rete con le altre tagesmutter con la pedagogista , con la coordinatrice ,con le famiglie . La sussidiarietà praticata , il rimanere dentro una rete di persone , la comunità che riconosce e tutela .
Contro il servizio i medesimi rischi che ogni altro servizio diretto ai bambini può avere:
poca professionalità , mancanza di formazione continua , carenza di controllo ,mancanza di organizzazione , La questione del controllo è derimente ed è per questo che DoMus lo ritiene indispensabile , poiché riguarda una progettualità che è non è di derivazione istituzionale , ma sperimentata e progettata dal basso , da cooperative , associazioni , da questa origine sussidiarie deriva la difficoltà al suo riconoscimento e alle procedure che possono monitorare e controllare i processi del servizio .
Antonella Panetta vicepresidente Associazione Nazionale DoMus