Le donne ingegnere aumentano. Anche nella meccanica. Ce ne parla Manuela Marzola.
A chi pensa ancora oggi che il gentil sesso sia più portato per le materie umanistiche si potrebbe citare il caso di Manuela Marzola, quarantenne romana: amante delle materie scientifiche fin da piccola, ha scelto dapprima il liceo scientifico e quindi la facoltà di ingegneria meccanica dove si è laureata fino ad arrivare nel mondo del lavoro dove riveste appunto il ruolo per cui ha studiato in una grossa azienda multinazionale con sede a Roma.
In cosa consiste il tuo lavoro?
Nell’analizzare le linee di produzione e di identificare, progettare, realizzare gli interventi per renderle piu efficienti.
Seguo anche la costruzione/implementazione di nuove linee di produzione: infatti dopo tanta gavetta gestisco progetti di una certa complessità. Nel passato mi sono occupata di impianti termici industriali e di impianti chimici.
Ti soddisfa il tuo lavoro?
Devo ammettere che sul lavoro ho avuto numerose soddisfazioni, a volte anche non strettamente legate a successi personali, per esempio ho avuto la fortuna di incontrare persone di elevatissimo spessore umano senza le quali probabilmente avrei rinunciato a proseguire il mio iter professionale in un ambiente fatto da e per gli uomini.
Il solo fatto poi di aver mantenuto nel tempo sempre certi valori/ approcci che appartengono alla sola sfera femminile è stato per me motivo di soddisfazione.
La mia frase sono “prima di tutto una donna poi un ingegnere, credo che tra i miei colleghi sia ormai più che nota!!!
Ora sei sposata ed hai una bella bimba di due anni. Riesci a conciliare la vita lavorativa con la vita famigliare/ domestica?
La mia risposta è no, visto che da quando sono diventata madre i miei incarichi lavorativi e soprattutto le mie responsabilità sono
completamente cambiate.
E da questa tua nuova condizione è nata l’idea di fondare Working Mothers Italy con Maria Cimareli?
Working Mothers Italy nasce con l’intento di cambiare le cose all’interno delle organizzazioni, soprattutto gli approcci e le mentalità delle persone, per supportare le mamme lavoratrici nel loro difficile cammino verso la conciliazione famiglia-lavoro, per renderle consapevoli del grande valore aggiunto che apportano nella nostra società e aumentare la presenza di mamme lavoratrici nelle tanto agognate stanze dei bottoni. Crediamo che le donne e soprattutto le donne madri meritino ruoli di prestigio non solo all’interno della famiglia ma anche della società.
Nella realtà italiana credi che ci siano pari opportunità sul lavoro?
Assolutamente no, soprattutto in certi contesti/ambienti lavorativi.
Cosa credi che si potrebbe e dovrebbe fare?
Credo che in Italia ci sia ancora molto da fare e che purtoppo per poter vedere dei risultati tangibili occorra metter mano alle leggi intervenendo quindi sulle isituzioni in maniera mirata. Creare quindi nuove leggi/regole e soprattutto mettere in piedi adeguati sistemi di controllo che ne verifichino realmente la loro applicazione.
Noi, come Working Mothers abbiamo in mente diversi progetti che non voglio pero’ anticipare in questa sede.
Una domanda difficile: credi che il marketng dovrebbe condizionare così fortemente la nostra vita o pensi che dovrebbe essere l’inverso?
Penso che dovrebbe essere l’inverso..si vede che non sono donna di marketing!!
Ti ritieni una donna in carriera?
Ora con mio rammarico, direi di no.
Che libri leggi? Un titolo che consiglieresti?
Purtroppo tra lavoro e famiglia il tempo per leggere non è molto…comunque mi piacciono i libri autobiografici, quelli che raccontano storie di vita vissuta e/o esperienze personali ma soprattutto i
romanzi psicologici tra cui il mio preferito è “Follia” di McGrathPatrick.
E qual è il film che ti piace di più?
Mi piacciono molto le commediea brillanti e i film d’azione, ma non disdegno i film in costume. Uno dei miei registi preferiti è Stanley Kubrick, tra i film ti citerei I Cento Passi, dedicato all’omicidio di Peppino Impastato.
Abbandoneresti Roma per vivere a Milano o in altre parti del mondo?
Per vivere a Milano, mi verrebbe da dire di no, sono troppo legata a Roma, non sono invece tanto sicura sulla impossibilita’ di abbandonare Roma per altre parti del mondo….ci penserei!!!
Pensi che sia giusto spostarsi per seguire un lavoro più soddisfacente, magari interrompendo legami affettivi già consolidati?
La mia esperienza personale è quella di una neolaureata che per motivi lavorativi si trasferisce per sei mesi a Torino e per quasi due anni a Campobasso …. ma perche’ parli di interrompere i legami affettivi? Io per esempio sono attualmente sposata con quello che allora era il mio fidanzato… fortunatamente ora viviamo entrambi a Roma!!
Comunque siamo nel 2010 … siamo cittadini del mondo, cellulari, internet, videochiamate rendono tutto piu semplice e piu vicino.
E se uomo e donna lo facessero entrambi, la famiglia che senso avrebbe?
E’ difficile dare una risposta a questa domanda, in linea generale direi che si possa continuare a parlare di famiglia nel caso in cui madre e padre vivano per un periodo limitato di tempo lontani, se poi questo periodo di tempo diventa una vita, be’ allora forse il discorso cambia e credo si debbano fare tutte altre considerazioni.
Come vedi il futuro della società?
Sono ottimista e voglio comunque credere in un possibile miglioramento della condizione della donna in ogni ambito/settore ma soprattutto sul lavoro.