Il dramma familiare dell’amore assoluto, folgorante e tragicamente impossibili
Teatro Oscar
Dal 3 novembre al
4 dicembre 2011 – prima assoluta
L’Amore, il Male, la Libertà
I PARENTI TERRIBILI di Jean Cocteau
Traduzione
Paolo Bignamini
Regia Annig
Raimondi
Con Maria
Eugenia D’Aquino, Carlo Decio, Riccardo Magherini, Lorena Nocera, Annig
Giuseppe Marco Di Paolo
Produzione
PACTA . dei Teatri – Progetto Cocteau e i suoi amici in collaborazione con
Fondazione Cineteca Italiana, Spazio Oberdan
Via Lattanzio 58, 20137 Milano
MM3 – Staz. Lodi T.I.B.B.
| Tram: linea 16 Fermata Tito Livio – Lattanzio | Filobus: linea 92 – Fermata
Umbria – Comelico
Informazioni: tel: 02 – 36503740 |
e-mail: infoteatro@pacta.org
Orari
spettacoli: MART-SAB 21 | DOM ore 17
Orari
biglietteria: LUN-SAB: 16.00-19.00 e 19.30-21.00 l DOM dalle 15.30 a inizio
spettacolo
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regia Annig Raimondi in prima assoluta dal 3 novembre al Teatro OSCAR. Milano
Jean Cocteau, sperimentatore di generi, autore di selvagge passioni nella vita come nell’arte, artista senza tempo che racchiude tutte le arti in una, è simbolicamente autore della prima produzione di PACTA . dei Teatri nella stagione 2011/2012 ispirata alle passioni. Così, con I PARENTI TERRIBILI in prima assoluta dal 3 novembre al 4 dicembre al Teatro OSCAR, Annig Raimondi affronta la regia di un testo dove si intrecciano varie declinazioni dell’amore: “Per Cocteau – dichiara la regista – l’amore è un impulso cieco, è il meraviglioso disordine che si oppone all’ordine lineare e ostile, il Fato. Quando il primo s’impadronisce dell’individuo, tutto può diventare miracolo”.
Con Maria Eugenia D’Aquino, Carlo Decio, Riccardo Magherini, Lorena Nocera, Annig Raimondi, questa produzione PACTA . dei Teatri, parte del Progetto Cocteau e i suoi amici in collaborazione con la Fondazione Cineteca Italiana, Spazio Oberdan, mette in scena la più perfetta opera teatrale del poeta francese.
Una tragicommedia, scritta nel 1938, intensa e movimentata, capolavoro letterario di Cocteau, poeta, romanziere, drammaturgo e pittore francese (1889-1963). Un complicato groviglio di rivalità, gelosia e sensualità si svolge all’interno di una bizzarra famiglia che vive reclusa in un appartamento soprannominato “Il carrozzone”: «La vostra è la casa delle porte che sbattono» dice uno dei parenti. Quando il figlio ventiduenne Michel confessa ai genitori di essersi perdutamente innamorato di Madeleine, la madre Yvonne, possessiva e dominatrice, sente venir meno il proprio ruolo e grida al tradimento del suo amore incestuoso. Il padre riconosce nella futura nuora la sua giovane amante, che egli non vuole cedere al figlio, ignaro di tutto. Nel comico disordine di questa casa e dei suoi inquilini, il vero si dilata in allucinazione alimentando un crudele intrigo. “Per seguire la vicenda in ogni suo piccolo sussulto – sottolinea la regista – e scoprire quell’incredibile energia di un ‘cavo ad alta tensione’ che la sottende, ho voluto cambiare continuamente l’angolazione dello sguardo, indiscreto e avido, spiare la famiglia dalla finestra di fronte, entrare dentro le stanze invadendo l’intimità e infine comporre o ricomporre questo pastiche mitico grottesco della vita come un ineluttabile meccanismo ad orologeria. È la ‘legge’ della circolarità quotidiana che presiede a ogni narrazione mitica”. Cocteau non fa fatica a evocare i miti del Teatro a lui precedente, passando dal mito edipico fino ad arrivare al vaudeville. L’amore assoluto folgorante e impossibile, una situazione da teatro classico che richiama i miti da Antigone a Edipo, si cela nel testo sotto le relazioni di una famiglia borghese.
JEAN COCTEAU – poeta, romanziere, drammaturgo e pittore francese (1889-1963). Dotato di straordinario ingegno, fervente sostenitore di ogni forma di avanguardia, stupì per la molteplicità e l’originalità di ogni sua creazione artistica, in cui sempre vivo e presente è un respiro poetico. Creatore di un’opera poliforme, Cocteau fu accolto nel 1955 all’Académie Française, dopo esser stato l’insolenza personificata. Protagonista della Parigi degli anni Dieci e Venti, Jean Cocteau incarnò il tipico esempio di spirito frivolo, mondano e dandy che la società di quel periodo non riuscì mai ad avere. Intimo amico di Picasso, Modigliani, André Gide, Marcel Proust, Sergei Diaghilev, Sarah Bernhardt, Erik Satie, Coco Chanel, Igor Stravinsky, Apollinaire, Max Jacob, Giorgio De Chirico e Man Ray, fu anche attivo frequentatore dei salotti aristocratici e borghesi della più alta classe sociale. Cocteau fu artista delle avanguardie senza mai appartenere effettivamente a nessuna di esse. Egli ne ammirava forse il pensiero, ma non si metteva sotto la scuola di nessuno, continuando ad ostentare un distacco da certe teorie, senza però, apparentemente, disprezzarne la forma.