di Caterina Della Torre
Lo afferma Silvia Giacone dell’IBM, azienda che ha fatto della gender diversity, il suo pezzo forte.
Con la tecnologia e’ necessario comiciare da quando le bambine sono piccole. Lo afferma Silvia Giacone dell’IBM, padovana quarantasettenne, residente a Roma, laureata in Ingegneria Meccanica presso l’universita’ La Sapienza di Roma, sposata, con una bimba di quasi 9 anni.
Da quanto tempo lavora in IBM?
Sono entrata in IBM nel 1990 subito dopo la laurea. All’epoca IBM stava cercando personale per un Laboratorio di sviluppo software a livello internazionale e mi ha chiamato per un colloquio. Oltre alla laurea in Ingegneria e’ stato importante sapere bene l’inglese che avevo imparato grazie ad un anno di High School negli Stati Uniti.
Che ruolo riveste al momento?
Al Laboratorio IBM di Sviluppo Software Tivoli, sono un senior manager con un ruolo che prevede due cappelli.
Da un lato sono manager di un team di sviluppo, test e supporto clienti per un prodotto venduto a livello internazionale.
All’interno del team ci sono competenze specialistiche in ambito tecnico architetturale, people management e project management.
L’altro cappello e’ relativo alla responsabilita’ legata al Software Executive Briefing Center: questo centro e’ uno spazio all’interno del Laboratorio IBM dove si organizzano incontri tecnici con i nostri clienti, per una collaborazione continuativa. In un ambiente funzionale e confortevole le idee incontrano le competenze per realizzare una “innovazione piu’ intelligente”. Questo e’ il cappello meno tecnico e molto di relazione verso i nostri clienti e all’interno verso i team delle vendite.
L’IBM si muove molto per la gender diversity e la social responsability? Che progetti ha portato avanti?
Si, in IBM, nell’ambito dell’organizzazione Diversity and Inclusion, esiste una task force dedicata al gender che ha l’obiettivo di valorizzare i talenti femminili, di accrescere le competenze e favorire lo sviluppo professionale delle donne garantendo un maggior equilibrio nel top management.
In ogni Paese è presente il diversity leader che ha la responsabilità di tradurre la strategia in iniziative che rispondano alle peculiarità del contesto locale. Il diversity leader è affincato da due community: il Women Leadership Council (WLC) e il Women in Technology (WIT).
Il Women Leadership Council ha il compito di sponsorizzare internamente le iniziative al femminile”, confrontandosi col top management per identificare eventuali aree di miglioramento, rilevare i progressi e offrire, nel contempo, una guida qualificata alle colleghe con minore esperienza aziendale. E’ composto da donne top manager con differenti profili professionali che si riuniscono ogni tre mesi per confrontarsi e per pianificare i progetti da promuovere e verificare le attività in corso.
Mentre il gruppo Women in Technology è composto da oltre 300 donne che lavorano in IBM Italia nell’ambito delle professioni tecniche. Alcuni degli obiettivi di questo network sono: promuovere l’inserimento e la crescita professionale delle donne in carriere di tipo tecnologico, favorire il networking e fornire strumenti di formazione e sviluppo, collaborare con le scuole e le università per incoraggiare lo studio e la carriera dei giovani in ambiti tecnici. Nell’ultimo anno in particolare mi occupo di Radio WIT iniziativa nata per condividere informazioni, esperienze e soluzioni di natura tecnica all’interno del nostro network.
Ci incontriamo sulla rete ogni primo martedi del mese per un’ora durante la quale si propongono due argomenti, generalmente uno tecnico ed un piu’ orientato ai soft skills”.
Il WIT promuove anche attività scientifiche nelle scuole coinvolgendo ogni anno circa 3000 studenti, organizza incontri ed eventi per ampliare il network in azienda anche attraverso attività di mentoring.
All’esterno, IBM collabora con le Università per promuovere una cultura più inclusiva ed è sponsor di conferenze, premi e network al ‘femminile”.
Mi preme aggiungere che la tradizione di responsabilità sociale di IBM è vecchia quanto la compagnia stessa: IBM è attiva nel campo dell’etica del business da molti anni e considera la Corporate Social Responsibility(CSR) un vero e proprio modo di essere dell’azienda ed una pietra miliare della propria storia. Nell’ambito CSR sono stati sviluppati moltissimi programmi per chi fosse interessato ad approfondire : www.fondazioneibm.it e http://www.ibm.com/ibm/responsibility.
I progetti in ambito CSR in Italia vengono seguiti dalla Fondazione IBM Italia che si occupa, tra le altre attività, di localizzare Programmi Internazionali promossi dalla IBM Corporation. Tramite le competenze distintive proprie della Fondazione i progetti vengono gestiti dall’inizio fino al raggiungimento degli obiettivi prefissiati ed alla divulgazione dei risultati.
Ritiene che le quote rose siano necessarie nel pubblico e nel privato?
Per quanto non mi piacciano, ritengo che le quote rosa siano necessarie sia nel pubblico che nel privato al fine iniziare a rompere il sistema” ed avere una massa critica femminile anche ai livelli piu’ alti. Ovviamente e’ necessario che ci siano anche le competenze giuste e non si faccia parte di Board solo per appartenenza a questa o quella famiglia.
In Norvegia quando e’ passata la legge c’era molto scetticismo sul fatto che ci fossero donne pronte per i Board.
Non e’ solo una questione di competenze: il networking e’ molto importante per diventare visibile all’interno del network stesso. Direi che e’ una parte cruciale del proprio lavoro, non delegabile ad altri. Ovviamente far parte di un board significa avere responabilita’, avere un proprio mission statement chiaro.
La vita lavorativa per una donna è più difficile che per un uomo, a causa del lavoro di cura. I figli sono solo delle donne o della famiglia?
I figli sono della famiglia ed in questo sono stata molto fortunata a trovare un compagno intelligente che mi vede come una sua pari e che capisce le mie esigenze lavorative .. come io capisco le sue.
Credo sia importante fare leva sulle caratteristiche dei genitori in modo da dividersi i compiti secondo le affinita’ e ovviamente la disponibilita’.
A casa nostra comunque cucino io: mio marito ama mangiare ma non e’ portato ai fornelli, pero’ fa altre cose altrettanto importanti per il menage familiare come per esempio portare nostra figlia a nuoto.
Ritiene che un sito rivolto a donne e tecnologia oggi sia anacronistico o dovrebbe avere altri progetti alle spalle?
Va bene, non e’ per nulla anacronistico e Dols.net mi piace perche’ ascolta” anche gli uomini su temi che possono sembrare femminili … cosi’ come si puo’, erroneanmente, pensare che la tecnologia sia maschile.
E’ importante avvicinare le bambine alla tecnologia e da questo punto di vista IBM e’ molto attiva come ho avuto modo di raccontare prima.