di Caterina Della Torre
Dall’assenza paterna in casa al congedo parentale. Essere uomini casalinghi ora si può
Il 70 per cento degli uomini non sì mette mai davanti ai fornelli
Il 90 per cento non ha mai stirato una sola camicia in vita sua
Il 95 per cento non ha mai fatto una lavatrice
la maggior parte difficilmente, di sua iniziativa, dà una mano in casa. Non c’è che dire; ancora oggi gli uomini sono il sesso «pigro»… e le donne ne hanno le tasche piene. C’è bisogno di una nuova suddivisione dei compiti tra i partner. Utopia? Assolutamente no’ perché.
Ecco perchè c’è stato bisogno di dare vita un Associazione Uomini Casalinghi Abbiamo intervistato il fondatore e presidente del’associazione, Fiorenzo Bresciani.
Come e’ nata l’associazione Uomini casalinghi?
L’associazione è nata nel 2003 per la volontà (non so se dire per la necessità) di alcuni di noi di voler dar corpo ad un pensiero che da tempo ci motiva tutti, cioè l’esigenza di vivere la casa e le faccende domestiche come una realtà viva e vitale, fonte non di stress ma piuttosto di piacere. Il ruolo di maschi serviti e riveriti già da un po’ ci sembrava disdicevole, come penso succeda a tanti uomini, ma il sentirci in prima persona gratificati dal riscoprire la dimensione domestica è stato un passo in più che ci ha fatto decidere a fondare un’associazione basata su questi principi.
Ma cosa è cambiato nel modo di vedere degli uomini italiani?
Tantisssime cose, in primis quando l’uomo italiano cercava di non valorizzare il lavoro domestico era perchè aveva poca considerazione della donna.
Un uomo quindi si sente sminuito quando deve fare il casalingo?
Solo l’uomo che intraprende la via della collaborazione con la propria donna, ne capisce l’importanza all’interno delle dinamiche famigliari.
Il lavoro casalingo è un vero lavoro e come tale vanno rispettati tutti coloro che lo svolgono anche se la loro attività non è retribuita.
Con la contingenza economica attuale, l’uomo che rimane senza lavoro, resta volentieri a casa?
Nella nostra associazione tutti coloro che per la perdita di lavoro hanno dovuto rimanere a casa, all’inizio sono rimasti sorpresi di quanto lavoro venisse svolto dentro le mura domestiche. In seguito però poi per loro non è stato facile ritornare di nuovo al lavoro: si ormi erano abituati a non avere più orari dettati da altri.
Quindi chi sono gli uomini che si iscrivono? E che età hanno?
Gli iscritti appartengono alle più varie categorie: la maggior parte sono sposati e solo alcuni,come me, si dedicano totalmente a questo, altri lo fanno con piacere al ritorno dal lavoro, altri sono single che hanno preso coscienza dell’importanza di provvedere da soli a tutte le esigenze domestiche, altri sono uomini in pensione che hanno scoperto il piacere di stare in casa . La cosa fondamentale per tutti è di considerare le faccende domestiche qualcosa di molto piacevole e per niente svilente della dignità maschile, come viene solitamente intesa.
Per quanto riguarda l’età, si va dai venti ai settanta anni circa e questo ci fa molto piacere perchè dimostra che è un messaggio indirizzato a tutti.
Che cosa proponete loro?
Di riscoprire il piacere che può dare l’essere partecipi in prima persona di attività che venivano considerate umilianti o poco dignitose per un vero maschio e quanto invece l’essere inseriti in un ottica di accudimento sviluppi maggiormente gli attributi umani compresi quelli maschili. Anzi ci si accorge quanto non ci sia incompatibilità fra questi due aspetti. Cosa proponiamo agli uomini? Semplicemente cerchiamo di comunicare loro che essere casalinghi può essere uno status sociale non inconciliabile con lo svolgimento di altre attività, anche perchè davvero attualmente può considerarsi un privilegio potersi occupare completamente e a tempo pieno della casa. Quasi tutti i nostri associati si sentono coinvolti nelle attività domestiche pur svolgendo magari attività lavorative le più svariate. Il cambio sta nella visione del ruolo, che mentre prima era considerato svilente per noi adesso invece è fonte di orgoglio.
Quanti sono gli iscritti? E dov’è la sede dell’associazione?
Le iscrizioni sono in corso dato che l’associazione è veramente giovane,per cui per il momento si potrebbero fare solo delle stime parziali.
La sede dell’associazione è per il momento solo in Toscana, poi in seguito vedremo.
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