di Caterina Della Torre
La famiglia come fulcro per il futuro. Lo dice Andrijana Popovic, montenegrina specialista di moda. Emigrata da anni in Italia…per amore
Andrijana Popovic, nata nel 1963 a Kotor Montenegro e’ da 21 anni in Italia ed e’ quindi cittadina Italiana a tutti gli effetti. Conosciuta casualmente, ho pensato fosse piu’ giusto farle raccontare la sua storia in prima persona.
Ci racconti un po’ di te?
Vorrei dedicare questo spazio alla mia mamma, la donna che ha dedicato la sua vita alla professione di chirurgo-ortopedico- la prima donna ortopedico in Montenegro e terza in Yogoslavia (anni ’60)
Sono figlia unica, cresciuta dalla nonna (materna) ungherese che viveva con noi . Grazie a lei, ho imparato una’altra lingua, ho visto i posti bellissimi come Budapest e fin da piccola assaporavo l’arte e la cultura.
La Mia Infanzia appartiene al periodo di Tito e lo ricordo come un regime di vita diverso ma sereno e libero. Viaggiavo tantissimo e si respirava l’aria internazionale e di appartenenza al mondo. Chi voleva affermarsi professionalmente (senza l’aspirazione del potere come direttore o responsabile) lo poteva fare senza una vocazione politica forzata. I miei genitori hanno avuto grandi soddisfazioni professionali senza far parte del partito comunista.
Anche se il regime era socio-comunista, nella mia casa ho conosciuto la cultura di due religioni (mamma cattolica e papà ortodosso ) ovvio sotto la forma di rituali e festività solo dentro casa.
La priorità si dava alla istruzione ( lingue , musica ,balletto ) anche fuori orari scolastici.
Dopo la morte di Tito è cambiato tutto.
Che studi hai fatto?
L’ ultimo anno del Ginnasio decisi di andare in America (tramite una organizzazione exchange student).
Mi sono diplomata ad Exiter High School – Reding, Pensilvania .
Ho frequentato l’ Università di Filosofia – indirizzo psicologia industriale Belgrado – Serbia.
Mi sono diplomata con la tesi” Personalità e la moda ”una ricerca durata un anno per un marchio importante a Belgrado.
La mia tesi doveva confermare l’ ipotesi che ogni persona riporta il suo modo di essere nel vestirsi, sempre più accentuato come un bisogno essenziale (caratteriale) nelle forme di comunicazione non verbale, della propria immagine.
Negli anni ’80 a Belgrado i miei professori mi consideravano diversa perchè la moda era considerava un fenomeno socio-culturale e non era molto ricercata dall’ aspetto psicologico.
In italia nei anni 90′ hanno prestato attenzione nel creare ad personam” come una richiesta di marketing, un bisogno di inventare un approccio nuovo e sempre più attento.
Se dovessi con una frase descrivere la mia vocazione professionale la considero la ricerca e l’ascolto continuo per trovare le unioni nascoste e manifestate tra la persona e la moda.
Ho frequentato i corsi :comunicazione non violenta – linguaggio giraffa”. scuola di K.M.Rosenberg
Ti sei sposata?
Si’, la prima volta nel 85′ a Belgrado ( ne e’ nato un figlio che ora ha 25 ed e’anni laureato in Scienze Politiche – diritto internazionale a Bari.) la
seconda volta nel 2005 (dsa cui ho avuto due figlie che ora hanno 5 e 9 anni) in Italia (Ruvo di Puglia)
Siamo arrivati in Italia (Milano) nel 1990 io e mio figlio di 5 anni. Avevo tanta voglia e entusiasmo di scoprire come funziona davvero il mondo della moda” monitorando tutti i lati ed angoli con l’attenzione di una psicologa. Il mio motto era: Ascoltando si impara!
Milano per me era come l’ombellico della moda” dove il ciclo di essa aveva il suo inizio, lancio e fine ; tutto ciò per poi ricominciare da capo.. La moda finisce nel momento in cui viene accettata dalla massa, ogni cambiamento nella società riporta un progresso creativo.
Nei anni 90 la moda aveva una M maiuscola.
Si parlava di creatività, innovazione, nuove tecnologie, visioni di una donna diversa che portava un messaggio di progresso.
Per un periodo di 5 anni ho lavorato presso Canale Moda” come direttrice – ho avuto l’esperienze dell’aspetto ‘informativo, organizzativo e comunicativo della moda.
Dopo ho accettato lavoro di PR per il marchio Pirovano”-via Montenapoleone – esperienza che mi ha avvicinato alla moda come un film. (era una visione tropo irreale per i miei gusti )
Molte esperienze lavorative (positive e negative ) tante persone valide bruciate. Personalmente metto a parte un rapporto professionale indimenticabile con l’ ufficio stampa Ferrè .
Penso che ha segnato in positivo la mia ricerca e la risposta Cosa è la Moda? (anni 95/98)però mi mancava la parte della produzione : come l ‘idea si trasforma in realtà… e cosi sono diventata a Ruvo di Puglia nel 2000 direttrice di una fabbrica che produceva per conto di un marchio Francese.
E poi?
Forse chiudendo il ciclo mi sono lasciata cadere nella trappola dell’ amore e ho deciso di fermarmi a fare la moglie, la mamma a tempo pieno. Lo fatto e lo faccio con tanto amore reciproco, notando tante piccole e importatissime sfumature che purtroppo non ho potuto nella stessa coerenza condividere con mio figlio grande.
Strano è che dovevo e ancora oggi devo giustificare e lottare per questa decisione (sopratutto davanti alla mia mamma che mi considerava fallita” professionalmente).
E nel Montenegro conservi qualcosa?
La casa familiare. Sono due anni che passiamo un bellissimo periodo estivo conoscendo turisti di nazionalità diverse cercando di far loro conoscere la mia terra .
Questo vale anche per i miei figli.
La religione ha un forte impatto sulla tua vita?
La religione per me è sempre stata una parte storica e culturale. In questo modo cerco di trasmetterla anche a i miei figli.
Il figlio grande (ortodosso) aveva 5 anni quando siamo venuti in Italia, ma per lui la religione è sempre stata un arricchire la propria conoscenza culturale.
Poi ho sposato mio marito di religione cattolica e di conseguenza le mie figlie frequentano il catechismo con adeguato rispetto.
Da grandi saranno libere di fare le proprie scelte.
Vivere in Italia. Vedi futuro per i tuoi figli?
IL FUTURO NON SI VEDE MA SI FA!
Secondo me i miei figli devono lottare per un loro futuro come ho fatto io e altre generazioni che avevano i sogni da realizzare. Devono capire che tutto ciò che vogliono realizzare e possibile ma con le proprie forze e con spirito di progresso .
E’ naturale per una mamma avere paura per il futuro dei figli ma cerco di non trasmettere la realtà con i messaggi distruttivi ma di insegnare come avere una attenzione maggiore a riconoscere il pericolo.
Secondo me la famiglia è la principale responsabile per il futuro della società.