Accanto ad una ostentata parità formale, normata e sostenuta dalla Costituzione Italiana, accanto ai dati sempre più lusinghieri di eccellenze femminili in settori strategici dell’economia, della cultura, dell’istruzione, della ricerca, accanto alla sollecitazione ad introdurre professionalità femminili all’interno dei consigli di amministrazione in quanto fattore di crescita aziendale, accanto a tutto questo, le donne italiane subiscono quotidianamente, nei media, una rappresentazione violenta e profondamente pornografica di sé.
La violenza dei messaggi pubblicitari trasforma i corpi femminili in oggetti di desiderio, modifica la loro fisicità rappresentandole come bambole erotiche o la cancella definitivamente.
Cosa possono leggi e “ buone prassi” contro tutto questo?
Le donne sono volutamente deformate, attraverso un’azione capillare e permeante, nelle televisioni, nei giornali, nelle pubblicità.
Ma se questo è il lato più evidente della discriminazione noi abbiamo deciso di indagare il lato più nascosto ma, non per questo meno pericoloso.
L’indagine osserva l’aspetto “ neutro”, quello della rappresentazione femminile nell’informazione dei telegiornali e dei programmi di approfondimento!
L’intento che ci ha spinto è stato quello di verificare quanto nella cultura italiana un individuo (maschio) prevale su un altro ed un cultura (maschile) ne sottomette un’altra (femminile).
Abbiamo voluto verificare attraverso una precisa traccia statistica, quanto nella comunicazione televisiva si utilizza il concetto di neutro per giustificare immagini e parole del sapere maschile.
A sostegno della nostra tesi una ricerca particolarmente interessante ed innovativa dell’università Bocconi di Milano che ci ha offerto una chiave di lettura utile allo svelamento del “neutro” nei messaggi televisivi.
Tale ricerca ha esaminato la diffusione e l’influenza delle telenovelas, trasmesse dal canale televisivo brasiliano Rete globo, nella vita delle donne brasiliane.
Il primo dato statistico esaminato è stato quello della loro diffusione: luoghi e tempi.
Quindi la scelta di vederle non è stata volontaria ma è dipesa dall’espansione graduale delle antenne che trasmettevano il segnale televisivo.
Quindi, quando quel canale era disponibile, era possibile vederle, prima no.
Le telenovelas analizzate, raccontavano la vita di famiglie ricche e del bel mondo brasiliano, famiglie ben diverse nella loro composizione, da quello delle loro spettatrici. Agiate, eleganti e con un numero molto più basso di figli.
Cosa hanno scoperto i ricercatori? Quando la telenovela arrivava in una nuova zona del Brasile e conquistava il mercato televisivo, il tasso di natalità di quella zona scendeva e di molto.
Di fatto, le donne brasiliane che guardavano questa telenovela, raggiunta una certa età, assumevano le stesse scelte delle protagoniste, e smettevano di fare figli! Al contrario nelle zone non ancora raggiunte dal canale la crescita demografica rimaneva costante! Un programma televisivo ha modificato i comportamenti delle spettatrici
Risultato straordinario in un Paese che non ha mai messo in atto politiche di controllo delle nascite.
La ricerca condotta attraverso rilevazioni statistiche è difficilmente confutabile e offre per la prima volta una documentata dimostrazione di quanto i media incidano nella costruzione dell’identità dello spettatore e, conferma che quanto si vede in TV incide molto più di tante politiche sociali
Quello che non fa la politica può farlo una comunicazione mirata!
Il lavoro che segue ha voluto percorrere la stessa strada anche se in forme e contenuti diversi.
L’intuizione è stata quindi quella di esplorare i luoghi dell’informazione ed osservare la rappresentazione che, in quest’ambito, si compie della figura femminile sia nel suo ruolo professionale di divulgatrice dell’informazione, sia nella rappresentazione della notizia quando la donna figura come soggetto.
I risultati ci aprono scenari futuri in cui si rende necessario un intervento che porti gli organismi di informazione a dotarsi degli strumenti necessari perché siano sdoganate, anche in quest’ambito, delle nuove rappresentazioni femminili coerenti con i cambiamenti in atto.