Ogni madre cessa il suo matérnage appena i figli sono in grado di camminare da soli.
D.
Mio figlio, 27 anni, è uscito di casa. Ne ero felice per lui. Convive con una ragazza che gli vuole bene, pensano di sposarsi il prossimo anno, non hanno grossi problemi economici.
Insomma: tutto a posto.
Due sere fa però mi hanno invitata a cena a casa loro, per la prima volta (è solo qualche giorno che convivono) e mio figlio mi ha detto che non ne poteva più di stare in casa con me.
Sono scoppiata a piangere ed è successa una tragedia.
Credo di essere stata quel che si definisce una madre apprensiva. Gli ho lavato e stirato e cucinato tutto fino all’ultimo giorno, l’ho mantenuto al meglio delle mie possibilità, gli ho prestato il denaro per avviare la sua attività. Ho fatto tutto quello che una madre normale può fare per un figlio. Perchè dirmi questa cosa?
E’ vero: litigavamo spesso perchè lui è disordinatissimo. trovavo le calze sporche in mezzo al salotto, il bagno sempre allagato con i vestiti da lavare per terra, per non parlare della sua camera che sembrava un campo nomadi. E questo era l’unico motivo di discussione.
In compenso ho fatto un mutuo a mio nome per aiutarlo, non ha mai contribuito con un soldo al bilancio famigliare, gli ho comprato la macchina (piccola, ma era tutto quel che potevo permettermi). Non credo di aver mai saltato neanche un passaggio per consentirgli di crearsi un futuro sereno. Risultato? la casa era diventata troppo piccola per me e te insieme questo ha detto. Ed era certamente un eufemismo visto che abbiamo 10 vani.
Sto piangendo da due giorni.
Dove ho sbagliato?
R.
Cara Bruna,
ho letto con particolare attenzione la tua mail e devo dirti subito che apprezzo la correttezza e la sincerità con cui esponi i fatti.
Penso che nessuno di noi, madri o padri con figli, possa dichiararsi “immune” da situazioni simili a quella che tu descrivi, provo a dirti perché.
Ti definisci una madre apprensiva e sicuramente può essere che tu lo sia stata; mi pare di capire dalle tue parole che il padre o non è stato con voi o se c’era, eri comunque tu a provvedere e provvedi ancora, vedi mutuo a tuo nome, alle esigenze di tuo figlio, alla sua educazione ed al suo mantenimento, gli hai dato tutto il tuo amore e la tua dedizione, il tuo sacrificio, ti sei dedicata con tutta te stessa alla sua realizzazione.
Questo presuppone un tuo grosso ed unico investimento affettivo con una relativa attuale richiesta di riscontro e desiderio di gratifiche e tutto ciò ti necessita per capire che hai agito al meglio delle tue possibilità, che hai svolto bene il tuo compito per cui chiedi quello che ogni genitore desidera dai suoi figli: amore ricambiato, gratitudine, rispetto e soprattutto attenzioni e sensibile vicinanza.
Vedi Bruna, le cose spesso vanno in modo diverso: tuo figlio grazie a te è cresciuto, si è appoggiato, si è affrancato, è maturato ed ora, per vivere la sua vita in autonomia deve in qualche modo sacrificare una parte del grande sentimento che prova per te e per farlo deve dirti che ora desidera fare le cose da solo e che tu, per certi aspetti, fai parte della sua vita passata, non del futuro, di quel futuro solo suo che lui vuole tentare di costruire con le sue forze.
Questa non è mancanza di rispetto o irriconoscenza per te né di amore è solo desiderio di vivere la propria vita lontano dalle ansie e dal senso di forte responsabilità che in qualche modo lui sente di avere nei tuoi confronti e che lo condiziona.
E’ come se ti dicesse: mamma ora voglio camminare con le mie gambe, è finito il tempo in cui dipendevo da te, in cui mi sentivo solo figlio tuo, in cui mi sgridavi anche solo per un disordine, ora sono libero di essere adulto quindi non posso più vivere in simbiosi stretta con te e di conseguenza anche la convivenza tra noi non è più possibile, per ora.
Per dirtelo ha scelto un modo non proprio corretto, non del tutto sensibile, ma è quello il messaggio che ti voleva comunicare, ha scelto di dirti che era impossibile vivere sotto lo stesso tetto per farti capire che ora è grande e la sua vita è solo scelta sua e gli appartiene.
Tu non hai sbagliato, forse sei andata al di là dei tuoi doveri, ma dare a senso unico, incondizionatamente, rinunciando a se stessi e ad una propria vita, troppo spesso ci fa attendere un ricambio, un feed back che può anche tardare o non arrivare.
In questo caso il tuo riscontro, ora, è sapere che tuo figlio è in grado di vivere in parziale autonomia di sentimenti da te e che quindi sei riuscita con successo nella tua mission di madre che lo desidera libero ed affrancato.
Non devi piangere sui tuoi possibili fallimenti, devi anzi essere convinta che ora il tuo compito, mutuo a parte che spero, presto, egli dovrà essere in grado di onorare in autonomia, è giunto al termine.
Troppo spesso i nostri figli ci appaiono piccoli anche quando sono adulti, ma ora tu puoi e devi pensare a te stessa e lasciare che il cordone ombelicale sia tagliato un’altra volta.
E’ ovvio che a lui si chiede e ci si aspetta che si preoccupi ed occupi di te come madre nella misura in cui ci sarà necessità, ma se ciò non accadesse, e a volte succede, devi prendere coscienza che ogni madre cessa il suo matérnage appena i figli sono in grado di camminare da soli e mi pare di capire, Bruna, che tuo figlio vuole cominciare a farlo.
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