di Caterina Della Torre
Giornalista d’attacco, che dirige l’Ira del Tacco, portale di notizie pugliese, dice la sua sulla sua terra, ma anche sui giornalisti.
Lia Mintrone ‘Nata a Bari in un’assolata mattina di agosto di una quarantina di anni fa sotto il segno del Leone e del Sole”.
Così lei stessa inizia la sua intervista all’insegna dell’ironia e del buon umore. Single, proviene da una bellissima famiglia tipicamente meridionale: 5 sorelle e un fratello, unica giornalista, tutti professionisti ma in altri campi ( ma il padre, che ha perso prematuramente, diceva sempre che le ‘donne dovevano essere indipendenti’, studiare e lavorare. Era un progressista, classe 1918, un rivoluzionario, oltre che uno dei pochi laureati nella Puglia di allora, era Agronomo). Cresciuta seguendo sempre il suo insegnamento. “ Mai farsi mantenere da un uomo”, si laurea in Lettere Moderne, specializzandosi in Storia dell’Arte, sua grande passione.
Laurea debole quindi e poi cosa hai fatto? Il tuo percorso professionale?
Dopo la laurea dovevo decidere se andare a Milano per fare lo scuola di storico dell’arte o fare la giornalista. A Milano non potevo andare, non potevi permettermelo, ho optato per l’altra mia grande passione, il giornalismo. Ma all’inizio non rendeva e ho insegnato Lettere per tanti anni nelle Scuole Medie e Superiori. Una bella esperienza umana per il rapporto con i ragazzi che mi adoravano, ma la scuola come istituzione mi ha delusa, è vecchia e piena di carte e burocrazia, io ai ragazzi per fargli capire cos’era la poesia e per attirare la loro attenzione gli facevo leggere in classe i testi delle canzoni, da me definite poesie senza musica, e loro erano entusiasti, mi portavano le canzoni di Jim Morrison, le leggevamo insieme. Piangevano quando finivo le mie lunghe supplenze, conservo ancora le loro lettere di quando sono andata via. Ho provato tutti i mezzi di comunicazione. Ho iniziato alla Gazzetta del Mezzogiorno sulla pagine di Cultura, con loro sono diventata pubblicista, ho collaborato per oltre 10 anni, ma non mi sono mai sistemata, non ero raccomandata.
Poi, ho fatto radio per due anni, con Rtl 102.5 che aveva aperto la redazione in Puglia. Mi dispiace doverlo ammettere ma i milanesi mi hanno insegnato a lavorare con pignoleria e con efficienza. Una grande scuola che mi è servita moltissimo. Poi la casa madre ha chiuso la sede pugliese.
Così sono andata in Tv, a Telebari, la tv storica della città, dove sono rimasta 8 anni e dove sono diventata professionista. Anche questa è stata una grande scuola ma del fai da te, perché ho fatto di tutto, dalla conduzione del Tg al programma di approfondimento del giorno, fino a speciali, dirette, ero di fatto il caporedattore.
Poi ho mandato a fanculo la Tv, con l’editore era un rapporto impossibile, e sono approdata all’Ufficio Stampa della Provincia di Bari, Presidente di centrosinistra Enzo Divella, per intenderci l’industriale della pasta. Due anni in cui sono stata benissimo, una bella esperienza, ma mi mancava il mio lavoro, l’ufficio stampa è la morte cerebrale per un giornalista. Comunque sono rimasta fino alla fine del mandato. Poi Divella ha perso le elezioni, era giugno 2009. Ancora una volta dovevo ricominciare. E dopo mesi, tra i più difficili della mia vita, sono riuscita a realizzare il mio sogno, un giornale on line, l’Ira del Tacco, grazie al sostegno e al coraggio di un amico di vecchia data, Tommaso Vigneri, un imprenditore, che si è offerto di fare l’editore. Anzi colgo l’occasione per ringraziarlo, è stato un grande.
E così’ , due mesi fa, è nata questa bellissima avventura che mi sta dando tanto. Dopo anni passati a lavorare per gli altri, ora lavoro per me e faccio il Direttore. Non sarà il New York Times ma mi sento libera e felice ogni volta che mi sveglio la mattina e so che devo andare in redazione. Amo il mio lavoro
Che ne pensi dell’evoluzione del giornalismo?
Mi chiedo in che senso. Se intendi come mezzi a disposizione, non posso che dirti che sono d’accordo, se parli di evoluzione di genere, ti dico che vedo più una involuzione, in giro c’è molta approssimazione, nei colleghi vedo poca serietà e poca preparazione. Non si è giornalisti solo se hai un microfono in mano o una penna, molti giornalisti non sanno manco di cosa parlano e questo è molto grave. E poi la Tv, a livello nazionale e locale, ormai è feccia. I giornali sanno di vecchio e di muffa, ecco perché ora preferisco l’on line, è il futuro, lo dice anche Jean Marie Colombanì, ex direttore di Le Monde che si è aperto una testata on line, e se lo dice lui…
Perché ha ideato l’Ira del Tacco, il portale di notizie pugliese?
Perché ce n’era bisogno in Puglia. Bisognava rimischiare il mazzo di carte. Tutte le testate si sono spartite la loro fetta di potere e di pubblicità, e stanno lì , marchettando a destra e a manca. Io avevo voglia di dire quello che molti altri non direbbero mai, appunto nient’altro che la verità, come dice la testata. Perché la gente ha bisogno di verità e l’informazione, tutta, è troppo manipolata. Al fruitore finale arriva l’opposto della notizia di partenza, arrivano libere interpretazioni dettate dall’appartenenza politica della testata, uno scandalo. E allora ci proviamo a dire la verità, non apparteniamo politicamente a nessuno, siamo liberi, e infatti in soli due mesi di vita abbiamo già dato fastidio a qualcuno…ma è solo l’inizio…
Pensi che il giornalismo possa fare ancora molto per creare o dirigere le opinioni della gente?
Il giornalismo non dovrebbe veicolare le opinioni della gente, dovrebbe solo informare, poi la gente si fa la sua opinione personale, siamo un Paese libero o no? Altrimenti diventiamo sistemi di regime.
Avresti preferito fare un altro lavoro?
Non vorrei fare un altro lavoro, amo troppo il mio, ma nei momenti difficili mi sono detta tante volte “ ma chi me l’ha fatto fare!” Nel giornalismo attuale non basta la bravura o la caparbietà, sono sempre più convinta che se non appartieni alla casta , quella dei giornalisti o dei politici, la strada sarà sempre in salita. Ed è faticoso, molto faticoso. Io non sono raccomandata e me ne vanto. Ma quanto mi costa! Avrei preferito essere una bella figlia di papà o di papi…o di buona donna…
E il mondo dei media oggi? Da cambiare?
Il mondo dei media sarebbe da stravolgere completamente, basta con i clientelismi, basta con i figli di e le parentele, spazio ai talenti. Non potrai mai capire quello che fai se non te lo sei sudato…Vedo molti giornalai in giro e pochi giornalisti, e me ne rammarico. Tutti al servizio dei potenti di turno, invece bisognerebbe entrare nei palazzi di potere e scardinarli, rovesciare il sistema marcio e corrotto.
Cosa ne pensi delle donne d’oggi? Hai letto “Ma le donne no” di Caterina Soffici”?
No, non l’ho ancora letto ma ne ho sentito parlare. Per alcune recensioni che ho letto finora posso dire che condivido il contenuto del libro. Le donne di oggi sono straordinarie anche se spesso grandi nemiche di se stesse. Le donne del sud poi sono meravigliose, sono ancora donne e femmine, un modo di dire che mi piace molto. Non amo le donne androgine che imitano il modello maschile, amo le donne intelligenti anche con le minigonne, amo quelle in grado di ironizzare sugli altri e prima di tutto su se stesse, io ironizzo molto su di me. Non sono sposata, non sono fidanzata, ma sono dolcissima e amabilissima, un uomo accanto non mi serve per sentirmi completa ma per stare bene. Amo gli uomini particolarmente intelligenti, simpatici , grandi amatori e con una grande voglia di vivere. Io sono la “regina del cazzeggio e l’uomo che sta con me deve amare cazzeggiare con me, se pensa di tenermi sul divano davanti alla Tv, se ne prenda un’altra.
In Puglia cosa si può fare per scardinare il maschilismo imperante? Credi che la Giunta Vendola premierà le donne?
A mio avviso la Puglia non è una terra retrò ma una terra molto all’avanguardia. Tanto è stato fatto e tanto c’è da fare, ma se penso alla Calabria, alla Sicilia, alla Basilicata e alla Campania, beh non c’è da fare paragone. La Puglia è frizzante, ci sono intelligenze vive e di donne belle e talentuose. Vendola è un bravo Presidente, lo stimo molto, un uomo di grande cultura e grande fascino, nonostante la sua omosessualità è uno degli uomini che piace di più alle donne pugliesi. Sarebbe bello se tutti i politici avessero il suo stesso background culturale, il livello si alzerebbe sicuramente, per lo meno sotto il profilo culturale. Io spero che Vendola premi le donne nella sua nuova giunta, sarebbe un grande errore se non lo facesse. Le donne in politica sono più serie e meno corruttibili. E poi, dopo tutti i sexy-gate scoppiati in Puglia,se io fossi in Vendola farei un Giunta di sole donne, almeno su quel fronte starebbe al sicuro. Se poi mette più uomini, almeno li facesse castrare prima…
E i giovani?
I giovani in Puglia iniziano a restare. Dopo la transumanza delle scorse generazioni verso il Nord o l’estero, ora i giovani restano, è qui la grande sfida, e poi mi dica lei dove lo trova questo mare e questo sole se non in Puglia? La luce pugliese è tra le più belle del mondo, si dice che goda dei riflessi dei due mari che la circondano, per questo è bianca, abbagliante, accecante, radiosa. Oggi la vera tendenza è restare non andare via
Preferiresti intervistare Scamarcio o Clooney? Perché questa corsa al più bello del reame? In realtà la bellezza non è solo quella che appare fuori, ma le giovani generazioni sembrano attratte solo da quello. Possibile un’inversione di tendenza?
Scamarcio l’ho conosciuto a Bari ed è antipaticissimo, è stata una delusione. E poi i ragazzini non mi piacciono, preferisco gli uomini fatti, meglio George Clooney, decisamente, più interessante. Io credo che la bellezza effimera sia una caratteristica dell’età adolescenziale, quando si cresce si guarda altro nelle persone. Non ho avuto uomini belli nella mia vita ma li ho amati lo stesso. Io darei fuoco alla Tv e ai programmi di Maria de Filippi, lì c’è il marcio e la subcultura che si trasmette subdolamente ai giovani. Non sai fare niente, sei analfabeta, ma sei carino/a e puoi avere successo. E che messaggio è questo? Fuorviante e diseducativo, oltre che becero e cafone, roba da raccordo anulare e da borgate romane. Fin quando non inizieranno a spegnare la tv i risultati saranno questi, io infatti la Tv l’accendo pochissimo, sembra un sopramobile.
Infine, i giornalisti sono una lobby?
Certo che i giornalisti sono una lobby, l’ho detto all’inizio, la lobby delle lobbies, la casta delle caste, io sono per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti e sono per l’abolizione della trasmissione, di padre in figlio, di questo mestiere. Se potessi legiferare farei una legge per impedire che i figli, i nipoti e i diretti parenti di un giornalista possano fare questo mestiere. E questo lo farei valere per tutte le professioni. Basta con le caste, ribadisco, spazio ai talenti.