Le aziende piemontesi valorizzano la risorsa femminile e con quali risultati?
Per capirlo, le Consigliere di Parità regionali del Piemonte hanno promosso la seconda edizione del progetto “è-quality – viaggio nelle imprese dove parità è qualità” con l’obiettivo di interrogare i dati del Rapporto biennale sulla situazione del personale 2008/2009 disaggregato per genere delle aziende piemontesi con oltre 100 dipendenti. Elaborato dalle Consigliere di Parità regionali e dall’Osservatorio regionale Mercato del lavoro, in riferimento alla normativa nazionale, il rapporto offre un’interessante quadro rispetto a: assunzioni, cessazioni, accesso alla formazione, progressione di carriera, utilizzo del part-time, distinti per uomini e donne a tutti i livelli, nelle più importanti aziende del Piemonte.
IL DATO
Nel biennio 2008/2009 sono 1.016 le aziende piemontesi rappresentative di tutti i settori produttivi e in leggero calo numerico, rispetto al precedente biennio, per via di riduzioni di personale e fusioni, ma anche di cessazioni legate alla crisi che sta interessando molti settori produttivi. Sono impegnate prevalentemente nei settori industria (con netta prevalenza del settore metalmeccanico) e dei servizi.
Con sede centrale prevalentemente in Piemonte (855) le aziende sono dislocate in provincia di Torino 474, Cuneo 128, Alessandria 74, Novara 65, Biella 50, Vercelli 27, Asti 19, Verbano-Cusio-Ossola 18.
La fotografia scattata dal rapporto indica un miglioramento per le donne ai vertici dell’azienda. Aumentano, infatti, le imprese che inseriscono almeno una donna nella dirigenza, passate da 262 del biennio 2006/2007 (il 24% del campione di 1076 aziende) a 323 (il 32% del campione attuale di 1016).
Rispetto ai ruoli ricoperti dalle donne: a fine 2009 le dirigenti sono il 9,8% nell’industria (+ 3,7% rispetto al 2008), il 12,5% nell’agricoltura, il e raggiungono il 21,9% nei servizi. Vanno meglio nei quadri dove contano il 14,8% in agricoltura, il 17,8% nell’industria e il 32,4% dei servizi.
Rimane sempre significativo, però, il numero di aziende a dirigenza maschile, il 43% del totale, indice dell’esigenza di continuare ad investire sul cambiamento culturale, ma anche in misure specifiche a favore di un riequilibrio di genere nel management.I lavori delle donne si concentrano nei servizi pubblici e privati – il 55% degli addetti – nei lavori di cura, nella pubblica amministrazione, nel comparto sanitario, nei call center. Meno femminili, con il 29% degli addetti totali, i comparti dell’agricoltura e dell’industria su cui il peso della crisi occupazionale non ha favorito cambiamenti positivi nel biennio considerato.
AZIENDE CON “I NUMERI”
Il rapporto ha permesso di individuare un gruppo di cinquantasei le aziende, il 5,51 % del campione, in cui la presenza di donne in organico sia uguale o superiore al 42% e raggiunga almeno il 30% nei quadri e nella dirigenza. Quest’ultimo parametro è indicato dall’Unione Europea come livello minimo per poter incidere sul cambiamento nell’occupazione femminile. Di queste diciannove del settore privato sono ritenute “interessanti” per capire quali fattori abbiano inciso a favore della valorizzazione della forza lavoro femminile e meritevoli del riconoscimento di “azienda che investe sulle donne” e di un apposito spazio sulla pubblicazione.
Undici aziende, sul totale, si erano già distinte nel biennio 2006/2007 ricevendo il riconoscimento di “Azienda che investe sulle donne” nella prima edizione di “é-quality”.
Otto, invece, le nuove “entrate” per le quali l’indagine qualitativa ha evidenziato gli elementi che hanno permesso alle donne di crescere professionalmente e di accedere ai vertici aziendali.
Elenco delle aziende
In rosso le aziende individuate dal rapporto 2008/2009
In blu le aziende individuate dai rapporti 2006/2007 e 2008/2009
INDUSTRIA
DELGROSSO SpA
Produzione sistemi filtranti per autoveicoli. Sede Nichelino (TO)
KAB-LEM Srl
Cablaggio industriale. Casa madre a Cambiano, due sedi produttive in Tunisia in Romania
LINCLALOR SpA
Settore tessile. Sede a Casale Monferrato (AL), sede produttiva in Francia, Spagna e Romania
UCB PHARMA SpA
Multinazionale farmaceutica. Sede produttiva a Pianezza, sede legale a Milano, casa Madre in Belgio
SERVIZI
ASSOCIAZIONE GRUPPO ABELE Onlus
Cooperativa di servizi opera nel sociale. Sede a Torino
BASIC NET SpA
Settore abbigliamento, calzature e accessori per sport e tempo libero. Sede a Torino
BANCA DEL PIEMONTE SpA
Banca regionale. Sede a Torino
BLUE ASSISTANCE SpA
Società di servizi assicurativi. Sede a Torino
BON PRIX Srl
Multinazionale dell’abbigliamento. Sede in Valdengo (BI), casa madre in Germania
CASA DAMIANI SpA
Attività commercio preziosi. Sede a Valenza (AL)
CASSA DI RISPARMIO DI SALUZZO SpA
Banca. Sede legale in Saluzzo (CN), sedi in tutto il Piemonte
CENTRO DIAGNOSTICO CERNAIA SpA
Offre servizi in ambito sanitario. Sede legale a Torino, 15 sedi operative in tutto il Piemonte
FIAT SERVICES SpA
Società di servizi Fiat. Sede a Torino
IKEA ITALIA RETAIL Srl
Multinazionale di commercio mobili. Sede in Collegno (TO), casa Madre in Svezia
INTESA SpA
Azienda di servizi “enterprise digital integration”. Sede a Torino, filiali a Milano e Roma
MONDOFFICE – STAPLES Srl
Multinazionale prodotti per ufficio. Sede Castelletto Cervo (BI)
SISTEMI SOLUZIONI INFORMATICHE E TELEMATICHE SpA
Servizi nell’informatica e nella telematica. Sede legale a Collegno, filiali in tutta Italia
SYSTEM EVOLUTION Srl
Servizi e applicazioni informatiche. Sede legale a Torino, filiale a Milano
SIPRA SpA
Investire sulle donne: una scelta e un’opportunità
L’indagine qualitativa sul campione delle 19 aziende – condotta attraverso strumenti d’analisi e interviste – ha evidenziano un buon investimento e un’attenzione di fondo allo sviluppo dei talenti, al riconoscimento del merito e alla loro valorizzazione nella gestione del personale. In questo contesto la capacità di puntare in positivo e senza discriminazioni sul “fattore D” di porlo al centro dei processi di sviluppo diventa frutto di una scelta specifica e ponderata.
DONNE AL VERTICE
Le donne in organico sono il 62 %, distribuite a livello apicale per il 47,5 % nella dirigenza e per il 50,5% nei quadri.
In termini numerici sul totale di 11.042 dipendenti, le donne sono 6.836: 72 le dirigenti e 329 le impegnate a livello quadro. Ambiti e settori delle donne dirigenti: risorse umane, commerciale, business line manager, account manager, ICT, acquisti, finanze, marketing, qualità, coordinamento servizi, amministrazione, direzione generale.
Età: 40 / 50 anni
Titolo di studio: laurea / diploma
Carriera: 20 anni di lavoro e dirigente da 8 anni
L’85% è coniugata con un figlio
L’investimento “al femminile” è quasi sempre favorito dalla rispondenza tra caratteristiche o abilità specifiche delle donne ed esigenze aziendali. Competenze relazionali e orientamento al cliente, adesione a valori etici ma anche precisione e resistenza nel lavoro incidono a favore della presenza delle donne soprattutto nel settore servizi in cui alla componente femminile sono affidati principalmente il rapporto con il cliente e lo sviluppo commerciale.
L’integrazione delle politiche di genere nell’organizzazione per molte aziende è stata una risposta consapevole e voluta cui ha spesso contribuito la presenza di donne nel management: arrivate ai ruoli dirigenziali le donne si sono fatte “portavoce” di fabbisogni inespressi e contribuiscono a definire politiche organizzative integrate ai principi di parità.
In altre aziende il successo delle pari opportunità è legato alla capacità di individuare misure più strutturate e riconoscibili nell’organizzazione. Si tratta, soprattutto, di aziende di più grandi dimensioni (multinazionali o gruppi con più sedi a livello nazionale) in cui una cultura organizzativa capace di cogliere il valore della diversità di genere, investire in formazione e in misure “gender oriented” ha contribuito alla crescita delle donne.
Il campione conferma anche come nelle aziende di medie dimensioni, prevalenti sul totale, le buone prassi siano frutto di una scelta convinta, per quanto spesso informali, verso politiche di attenzione e valorizzazione della persona: un “venirsi incontro” che è spesso una virtù della piccola e media realtà produttiva e che favorisce la ricerca di soluzioni “su misura” con un “reciproco vantaggio” per persona e impresa. Nel campione sono, infatti, tredici le aziende che hanno meno di 300 dipendenti, quattro ne contano da 300 a 500. Due ne hanno oltre 1.000 mentre non è rappresentata la fascia intermedia.
Le misure
Il fattore organizzativo è determinante per queste aziende per garantire un ambiente di lavoro collaborativo, inclusivo, motivante e aperto ai vantaggi della diversità di cui ciascuno/a è portatore/rice finalizzato a migliori risultati nella produttività. Le soluzioni organizzative adottate a tal fine prediligono misure che “liberano il tempo”.
La flessibilità oraria è presente in quasi tutte le aziende per la gestione dei tempi (ingresso, uscita e pausa pranzo) anche con formule quali la banca delle ore, e attraverso la formule tradizionale dei permessi retribuiti o con possibilità di recupero, per coprire emergenze e bisogni occasionali.
Il part-time coinvolge il 14% del personale complessivo, in prevalenza donne, ed è ampiamente diffuso. Solo due aziende non lo utilizzano, in sei raggiunge una partecipazione tra l’11% e il 20% delle/i dipendenti, il picco – oltre il 30% – riguarda altre tre. La formula oraria preferita è quella al 70% perchè consente, generalmente, di avere i pomeriggi liberi per la gestione dei figli. Il telelavoro è avviato finora in tre aziende.
Rispetto alla maternità: alcune aziende prevedono misure di accompagnamento al rientro dal congedo e una pianificazione professionale. Per i padri c’è chi ha introdotto la giornata omaggio alla nascita del figlio, chi favorisce i congedi parentali.
Presente anche il ricorso a benefit per i dipendenti: diffusissimi gli spazi mensa attrezzati per il pranzo, i buoni pasto mentre compaiono le convenzioni sperimentate in prevalenza per i servizi all’infanzia ma anche per: stireria/lavanderia, esercizi commerciali in generale, medici dentisti e in generale per iniziative sulla salute e prevenzione anche per i familiari. Alcune aziende stanno sperimentando con soddisfazione servizi che entrano in azienda. Tra i più diffusi: il disbrigo pratiche burocratiche messo a disposizione dei dipendenti spesso come ampliamento del servizio interno. Tra le più innovative il cestino spesa, l’orto a km zero, la panetteria a domicilio, lo sportello bancario direttamente in ambito aziendale. Alcune aziende hanno dedicato spazi, inoltre, per: ambulatorio pediatra/fisioterapista, aree relax, palestra, corsi per il benessere o la formazione personale, il centro estivo per la custodia dei figli.
Tra le misure che incidono sul clima aziendale: l’attivazione del punto d’ascolto per i dipendenti o dello sportello legale, l’adozione del codice etico e di un’attenzione specifica alla responsabilità sociale. Attenzione anche ai momenti aggregativi e a misure che valorizzino la genitorialità.
BUONE PRASSI e MANAGER A CONFRONTO
Il progetto “è-quality – viaggio nelle imprese dove parità è qualità” ha voluto ampliare il confronto alla ricerca di quelle modalità che possano concretamente influire sulla crescita dei talenti femminili in azienda.
A tal fine ha proposto un confronto a un gruppo di dirigenti e manager protagoniste di significativi percorsi di carriera nel pubblico o in aziende private, in multinazionali o all’estero, in settori tradizionali o decisamente innovativi.
Nell’ambito di un Focus group ha raccolto indicazioni e suggerimenti per le aziende e le donne impegnate in significativi percorsi di carriera. Tra questi la necessità di migliori supporti per la conciliazione tra tempi di lavoro e personali, l’attivazione di percorsi di coaching e mentoring a supporto della crescita professionale. Di rilievo per le dirigenti oggi il bisogno di fare rete per supportarsi e fare “massa critica” al fine di impattare favorevolmente negli ambiti aziendali e nella definizione di nuovi modelli di riferimento.
Nell’ottica di offrire esempi e punti di confronto alle aziende piemontesi, cui è rivolta in particolare la pubblicazione “è-quality”, le Consigliere di Parità hanno voluto approfondire alcune realtà aziendali di grandi dimensioni che si fossero distinte per scelte e soluzioni capaci di incidere favorevolmente sulla componente femminile in azienda a tutti i livelli.
Tre le aziende individuate per le loro “best practice” in tema di pari opportunità:
Ferrero Spa, per il favorevole accordo integrativo firmato il 21 luglio 2011che presenta un capitolo specifico “Le persone in Ferrero” incentrato in buona parte sulla conciliazione e su vantaggi per i/le dipendenti
Iren Energia Spa per il consolidamento dello strumento del telelavoro avviato con un finanziamento della Regione Piemonte nel 2005.
Reale Mutua Assicurazioni per un percorso formativo incentrato sulle pari opportunità per tutte le cinque società
del Gruppo Reale Mutua (la Capogruppo Società Reale Mutua di Assicurazioni, Italiana Assicurazioni S.p.A., Blue Assistance S.p.A., Banca Reale S.p.A. e Reale Immobili S.p.A.).