Un’associazione che ha lo scopo di ”umanizzare” i dirigenti d’azienda. L’hanno fondata una ex manager, Federica Ghetti, e Jacopo Fo.
Federica Ghetti, 42 anni, un laurea in ingegneria, un trascorso di Quality manager e una grande innata curiosità. Abbandonando il suo precedente lavoro, ha fondato – insieme a Jacopo Fo e la sua Libera Università di Alcatraz, l’associazione Managerzen, di cui è presidente, per manager che non si accontentano del ruolo.
Come e’ nata questa associazione e con quali propositi?
Ho lavorato per qualche anno come Quality manager: ISO 9000, procedure, certificazioni. allora credevo che aiutasse le persone a lavorare meglio. Ho avuto così l’opportunità di osservare contesti organizzativi che mostravano limiti palesi e, dal mio punto di vista, logiche di gestione deliranti, prive di armonia, attenzione verso le persone, dove i progetti rararamente venivano condivisi.
Poi ho incontrato Jacopo Fo e la Libera Università di Alcatraz e ho viaggiato in un tutto il mondo del No-Profit, della controinformazione, dei movimenti e dell’associazionismo.
Così è nata l’idea di riportare contenuti, riflessioni, stimoli di questo mondo in quello arido del business.
Come siete partiti?
Con il sito: una sorta di scommessa per vedere se eravamo noi pazzi o qualcun altro soffriva della stessa sindrome di insoddisfazione cronica al lavoro.
Il risultato è stato davvero superiore a qualsiasi nostra aspettativa. Al punto da trasformare quello che iniziato come un gioco in un’associazione e in un’occupazione a tempo pieno. L’associazione nasce per dare continuità al progetto e portarlo fuori dal web attraverso persone che credono in questa missione: restituire al lavoro significato, dignità, espressione personale e bellezza.
In che cosa consiste l’attività dell’associazione?
L’associazione ad oggi riunisce oltre 500 soci in tutta Italia ed è operativa su 4 città: Milano, Roma, Bologna e Rimini dove ha la sede principale. Grazie al coinvolgimento attivo dei soci organizziamo incontri mensili e iniziative di diverso tipo: il ManagerZenCafè incontri conviviali con ospiti ed esperti per riflettere sui temi a noi cari ed AllenaMente a Roma che utilizza la consulenza filosofica e le mappe mentali per un percorso di crescita personale e manageriale. L’associazione permette quindi di usufruire di uno spazio di crescita e di riflessione e di far incontrare persone impegnate in ambito professionale ma con una sensibilità comune sui temi dell’etica, dell’ambiente e della società.
Alcuni titoli di seminario?
A Rimini abbiamo appena avviato un laboratorio di Teatro di Impresa insieme a CNA Impresa donna e Giovani imprenditori.
Organizziamo laboratori di creatività aziendali finalizzati all’innovazione e alla trasformazione ecologica. C’è poi l’area prettamente zen che utilizza le discipline orientali come metafore per la formazione: Equilibrio e flessibilità con il Tai-Chi-Chuan, La leadership e lo Zen, Strategia ed efficacia nel pensiero cinese con I Ching, Kicontact per manager …
Cosa distingue un manager da un managerzen?
Il manager non si fa molte domande, il managerzen sì.
Cosa vuol dire essere un manager creativo?
Porsi davanti alle situazioni con sguardo diverso, allargato, oltrepassare pregiudizi, limiti imposti e autoimposti e trovare così soluzioni diverse, generalmente più facili e più funzionali. Normalmente quando affrontiamo problemi partiamo da presupposti dati che ci impediscono di immaginare soluzioni diverse. Ragioniamo solo da li in avanti e troviamo sempre quelle soluzioni già percorse. La creatività è presente in ognuno di noi, ma può essere più o meno espressa o repressa.. per questo è importante allenarla ed esercitarla!!
Le donne, in questo, sono diverse dagli uomini?
Le prime sono più creative per natura. Gli studi sulle neuroscienze hanno mostrato infatti che nel cervello delle donne esistono molti più connessioni tra i due emisferi cerebrali ed è proprio questa capacità di integrare intuito e ragione che ci rende creativi!
Uno dei principi dell’associazione è valorizzare la diversitaà. Cosa vuol dire?
Sfruttare al meglio le qualità positive, i talenti, di ciascuna persona e creare le condizioni affinchè ogni persona possa esprimerli al meglio. Anche la diversità uomo-donna può essere valorizzata: senza nulla togliere alle pari opportunità, è importante riconoscere che le differenze di genere esistono e tenerne conto nei ruoli e nei mestieri da svolgere . Niente di male dire che certi lavori di segreteria vengono meglio – in genere – alle donne (più ordinate e più pazienti) e che certi lavori tecnici vengono meglio – in genere – agli uomini (più solitari e più appassionati alla tecnologia ).
Spesso è proprio la non consapevolezza di queste differenze la causa di problemi e fraintendimenti: per questo cerchiamo di diffondere queste conoscenze con dei seminari dedicati … e divertenti!
Tante donne frequentano il vostro sito?
Ai nostri incontri molto spesso partecipano in numero sorprendentemente uguale uomini e donne. Penso che si crei un bilanciamento tra tematiche prevalentemente interessanti per le donne – come la crescita personale, il benessere interiore, la creatività – e mondo del business e dei manager prevalentemente ancora maschile.
Le aziende possono essere etiche?
Certo che possono, considerando il profitto come strumento per realizzare gli scopi e non come fine ultimo del’impresa.
Naturalmente gli scopi devono essere etici, ovvero realizzare prodotti e servizi utili per il reale progresso della società. Poi il discorso dell’etica è molto complesso e delicato e si potrebbe discuterne giornate intere senza arrivarne a capo.. ma se fossero rispettati questi due presupposti iniziali sarebbe già un un enorme risultato!
Le donne manager hanno un atteggiamento di leadership diverso dagli uomini?
Sicuramente, a meno che non vogliano scimmiottiare gli uomini, e a quel punto sono ancora più terribili per vincere su un campo di battaglia che non è il loro.
Lo stile naturale di leadership femminile è quello che oggi viene insegnato ai manager uomini: la leadership dolce, che comprende l’ascolto, l’empatia, la partecipazione, la creatività, l’istinto, la sensibilità… Tutte qualità che le donne hanno sviluppato molto bene nel corso dei secoli per accudire la famiglia, ascoltare i figli, portare armonia in casa. Insomma allo stato attuale le donne manager sono in netto vantaggio. L’importante è che siano sé stesse!
Le donne sono oppresse negli organici aziendali. Cosa dovrebbero fare per realizzare le proprie ambizioni?
Gli uomini amano il potere e faticano a rinunciarvi in nome dei valori e di aspirazioni più profonde: quindi tentano in tutti i modi di mantenere lo status quo, lasciando fuori le donne. Le donne però oggi hanno grandi potenzialità. Occore alle donne costanza, perseveranza e grande fiducia: mantenendo le proprie idee e il proprio stile possono arrivare molto lontano!