di parimerito.com
– su 236 Direttori Generali delle ASL, 22 sono donne e 241 uomini
– su 60 Direttori Generali puri di Capoluoghi, 8 sono donne e 52 uomini
– su 102 Prefetti, 26 sono donne e 76 uomini
Dopo aver partecipato ad un interessante seminario organizzato da Noi Rete Donne, sono rimasta a dir poco scioccata dai dati snocciolati dal Presidente del Forum PA Carlo Mochi Sismondi che riguardano la presenza delle donne nella Pubblica Amministrazione -Tanto per capirci i dati rappresentano in termini numerici quello che è l’ormai tristemente noto SOFFITTO DI CRISTALLO, ossia quel blocco trasparente che per diritto non dovrebbe esistere ma che di fatto blocca l’ascesa delle donne ai vertici, anche e soprattutto se le donne in questione sono brave, competenti e lavorano da anni con dedizione. Alla fine la carriera si blocca come d’incanto e vengono sorpassate da un qualcuno che ha più contatti di loro, magari ha scaldato la scrivania un po’ di più, forse perché non aveva tutto il lavoro di cura e domestico di cui farsi carico a casa (il che non significa che il suo lavoro sia stato più produttivo o efficace)
Ecco dunque alcuni dati interessanti:
– su 236 Direttori Generali delle ASL, 22 sono donne e 241 uomini
– su 60 Direttori Generali puri di Capoluoghi, 8 sono donne e 52 uomini
– su 102 Prefetti, 26 sono donne e 76 uomini
Si potrebbe andare avanti così e le percentuali non cambierebbero. Questo ci evidenzia un fatto molto grave: quando le nomine sono fiduciarie, come in questi casi, e non passano attraverso concorsi od altri meccanismi che rilevano il MERITO, le donne sono nettamente svantaggiate a favore degli uomini. Questo è un MASCHILISMO strisciante che ancora oggi, nel 2011, continua a discriminare milioni di donne che lavorano e avrebbero tutti i diritti di accedere a posti di comando e di responsabilità.
Io penso che non sia più possibile stare a guardare inermi ma che vadano presi subito dei provvedimenti atti a bloccare questo fenomeno dilagante. Fra le varie proposte espresse da Mochi Sismondi eccone alcune:
– creare un database di professionalità femminili di rilievo a cui potrebbero/dovrebbero attingere tutti coloro che sono in procinto di fare delle nomine e che si lamentano spesso con la solita litania/scusa: di donne adatte non ne conosco (come se in Italia fossimo tutte brave solo a fare la pasta o a fare le segretarie – con tutto rispetto per queste professioni!)
– ripensare da capo tutta l’organizzazione del lavoro nella Pubblica Amministrazione, poiché oggi, così com’eè, privilegiando la presenza fisica sulla scrivania e non contando la produttività effettiva, privilegia di fatto gli uomini e si configura come un sistema intrinsecamente maschilista.
Infine vi segnalo l’interessante Progetto “Scegliere Donna“: “una raccolta di storie di donne che hanno ricoperto o ancora ricoprono incarichi fiduciari importanti all’interno di aziende pubbliche che intende valorizzare testimonianze personali di professioniste che sono state scelte o che, a loro volta, hanno scelto altre donne, contribuendo alla crescita degli enti o delle organizzazioni per le quali lavorano.”