di Cinzia Ficco –
Lorella Zanardo, formatrice, parla del suo documentario: ”I corpi delle donne”.
Tette straripanti, sederi esposti a tramontana, bocche ipertrofiche, minigonne ascellari. E, ancora, ragazze pon pon, ingabbiate, “impiccate, appese come prosciutti, sotto un tavolo a mò di “gamba di legno, ingelatinate per meglio superare una prova di lap dance. O, semplicemente, mute. Donne fantasma.
Da qualche anno, via etere è così che spesso si vede la donna. Con buona pace di uomini e, ahimè, la compiacenza del gentil sesso che, a corpi umiliati, si sarebbe assuefatto.
La denuncia arriva da Lorella Zanardo, consulente organizzativa e docente, componente del Comitato Direttivo di WIN che, con Marco Malfi , ha realizzato di recente un documentario choc, intitolato IL CORPO DELLE DONNE, di 25 minuti ‘, sull’uso del corpo della donna in tv.
“Siamo partiti da un’urgenza- afferma Zanardo- la constatazione che le donne, le donne vere, stiano scomparendo dalla tv e che siano state sostituite da una rappresentazione grottesca, volgare e umiliante. La perdita ci è parsa enorme: la cancellazione dell’identità delle donne sta avvenendo sotto lo sguardo di tutti, ma senza che vi sia un’adeguata reazione, nemmeno da parte delle donne stesse” . E questo perché il 60 per cento del pubblico televisivo è costituito da donne che hanno la tv come unico strumento di educazione. E informazione. Così, i modelli che passano dalla magica scatoletta diventano quelli di riferimento. Universali.
Col suo documentario lei afferma: “La donna non oppone più resistenza alla sua strumentalizzazione, non si scandalizza più del fatto che la sua presenza in tv sia di quantità e non di qualità. Insomma, asseconda solo i desideri dell’uomo?
Quello che viene trasmesso in tv in effetti sembra non riflettere piu i desideri delle donne. Le immagini che appaiono sembrano rivolte o a un pubblico maschile o alle donne che hanno introiettato in modo profondo uno sguardo maschile.
Si chiama “velisnismo. E’ stato denunciato anche da Veronica Lario, in prossimità delle elezioni.
No, è un fenomeno che stiamo osservando da tanti anni. E che sembra non scuota piu le coscienze.
Cosa risponde a chi parla di falso moralismo, invidia della bellezza e a chi chi dice: “Il corpo è mio e lo gestisco io? Del resto, da sempre ci sono donne che usano la testa, e donne che puntano sul proprio corpo.
Sono per la libertà totale e nessun tipo di censura. Tengo a sottolineare, però, che nel privato possiamo fare l’uso che vogliamo del nostro corpo e del nostro volto. Ma in tv occorre essere più responsabili, stare attenti a quello che proponiamo. Per tanti i modelli proposti dalla televisione sono unici e hanno una valenza particolare.
Come stuzzicare il senso critico? Il documentario è sufficiente?
Abbiamo attivato anche un blog. Ogni giorno ci sono 2500 persone che guardano il nostro video sul blog. Il 40 per cento delle persone che scrivono è rappresentato da uomini e soprattutto da giovani. Questo è un dato importante.
Cosa scrivono i ragazzi?
Si ribellano anche loro alle immagini di tette, cosce nude. Qualcuno dice che quelle in tv non sono donne belle. Banale. C’è chi afferma di non sentirsi un animale. C’è chi apprezza, ma vuole altro. Ed è dalla nostra parte.
Non ci sono uomini dalla doppia morale?
Certo, soprattutto gli intellettuali. Ma sul blog i ragazzi non si firmano.
Che cosa guadagnano a dire che le immagini sono nauseanti?
Perché ancora brutta uguale intelligente e quasi sempre di sinistra, bella uguale stupida e spesso di destra?
Questo è un pregiudizio solo italiano, che non colpisce gli uomini. In Francia e Norvegia non è così. Ho conosciuto l’ideologa del movimento no global, una bella testa pensante, ma anche una donna elegante. Smettiamola, per piacere!
Il lancio della nuova “Unità sarebbe potuto avvenire senza “minigonna”?
A me pare che quella trovata sia stata accattivante, ideale per svecchiare l’immagine del precedente quotidiano, ma che sia stata una scorciatoia. Meglio un percorso più educativo, anche se lungo. Certo, non è un’immagine bieca. E’ l’unione del corpo e della testa, perché la ragazza porta in tasca il giornale.
Quale l’immagine più indecorosa che rappresenta il corpo di una donna incinta?
Il corpo di una donna incinta è per me molto bello. Ma anche incinte non siamo libere, ma imprigionate nei modelli predominanti. Da diete ferree.
Ma chi imprigiona il nostro corpo? Solo l’uomo?
Non credo che all’uomo piaccia una donna incinta di sette mesi con una pancia piccolissima.
E allora? Colpa della tv?
Ribelliamoci alla cultura dominante. Agli stilisti, per esempio.
Tra Parietti, Carfagna, Beatrice Borromeo, Bonino, Carlucci chi usa bene il proprio corpo?
Guardi, molte di queste donne, sebbene intelligenti, si fanno sopraffare dai modelli dominanti. Non conosco personalmente la Parietti, ma la ritengo una donna dalla personalità forte. Sembra, però, molto preoccupata dall’esigenza di apparire. Eppure il suo carattere sarebbe sufficiente a reggere bene la sua presenza televisiva. Spesso quindi la sua fisicità rischia di coprire del tutto quello che dice. E questo succede a molte giornaliste. Pare che dalla parte delle donne pensanti ci sia una forte ansia di sprigionare un’immagine forte. Ma attenzione, giocare con gli stereotipi femminili non è facile. A meno che non si abbia l’ironia per farlo. Ma l’ironia è un dono di pochi.
E l’uomo, come gestisce il suo corpo?
Ci sono i tronisti, usati come carne al macello. Anche loro, alla deriva. Quindi il problema è anche maschile.
Cosa fare del concorso di Miss Italia?
Aboliamolo. Ormai è anacronistico, da provinciali.
IL CORPO DELLE DONNE è stato selezionato dal festival di documentari ITALIANI BRAVA GENTE di Firenze ed è diventato un libro edito da Feltrinelli
Lorella Zanardo è Consulente organizzativa e docente. Scrive e si occupa di tematiche legate al femminile. Fa parte del Comitato Direttivo di WIN, organizzazione internazionale CHE RAGGRUPPA CIRCA MILLE DONNE IN TUTTO IL MONDO e CHE ad ottobre si riunirà A Praga. Ha sede ad Oslo (www.winconference.net).
Zanardo è speaker in convegni internazionali di donne, dove tratta il tema della conciliazione sostenibile tra vita privata e soddisfazione professionale.
E’ interessata ai movimenti delle donne del Sud del mondo, partecipando da speaker ai loro incontri.
Collabora al lavoro di ricerca della Libreria delle Donne di Milano.