di Caterina Della Torre –
Elena Torresani, del 74, nel suo blog dice di essere una delle figlie del Barone Rampante ed a questo scherzo letterio impronta tutta la sua attvità digitale sul web per attirare l’attenzione del lettore, come poi esplicitamente esprime. Ha scritto due libri “L’inferno di Eros” nel 2008 (in vendita su ibs), “Giulietta prega senza nome” nel 2010 (in vendita su “La Feltrinelli”) e ne ha iniziato un terzo: “Degli orchi e delle fate”.
Ha scritto per il mensile GQ, e ora collabora con diverse redazioni
Da quanto tempo lavori su Internet? Come ci sei arrivata e perchè?
Sono su internet dal 2007. Ci sono arrivata perchè mia sorella minore (la saggezza della gioventù) mi aveva detto di aver conosciuto gente fichissima su un forum di eventi. Poi ho aperto una pagina Myspace e da lì è partito tutto. Fondamentalmente ero attratta dal motore socializzante verso realtà con le quali altrimenti non sarei mai entrata in contatto.
Il mio blog personale è una sorta di sfogatoio che sostituisce le Smemorande di quando ero ragazzina. Quando lavoro per gli altri invece scrivo in base a ciò che mi si chiede: ho scritto anche di cose di cui non sapevo nulla, proprio perchè mi si chiedeva un punto di vista ironico e ignorante (e quanto mi sono divertita!). Oggi lavoro per Maggie Jeans, e scrivo delle donne speciali del nostro tempo: questa nuova brand ha infatti deciso di avviare una campagna di lancio tutta dedicata alle sue clienti e al potenziale che il mondo femminile porta con sè: una risorsa energetica strepitosa ma ancora poco (o malamente) sfruttata.
Sei una blogger. In cosa consiste il tuo lavoro?
Una blogger, per come la intendo io, è una sorta di reporter. Personalmente punto molto sull’esperienzialità: cerco sempre di andare agli eventi di cui parlo, leggere i libri che recensisco, visitare le realtà che racconto, intervistare le protagoniste dei miei pezzi. Ovviamente questo implica davvero poche ore di sonno ogni notte e una casa che pare ci sia scoppiata una bomba dentro. Tra l’altro, sto raccogliendo un elenco piuttosto divertente di persone che mi hanno chiesto soldi per essere intervistate o che si sono sottratte in malo modo: a fine percorso ne farò un articolo interessante.
Sei autonoma anche sulla parte tecnologica?
Sono una tecnolesa: adoro le potenzialità della tecnologia ma sono impermeabile ai suoi meccanismi. Sono sempre alla ricerca di qualcosa che funzioni come gli uomini: ON/OFF.
Se si rompe il pc (a proposito hai un pc o un mac?), chiami il tecnico o lo aggiusti tu?
Ho un PC e sono indipendente fino a quando tutto funziona: poi è il D-DAY.
Conosci questo articolo?
Non conoscevo l’articolo che mi hai postato, ma sicuramente la tecnologia al femminile è in esplosione (io ho diverse amiche GEEK, tra l’altro: stima assoluta). Infatti rimango basita dalle raffigurazioni TECHNOLOGY-FREE che spesso vengono date della donna di oggi (vedi l’evento Week-end donna a cui sono stata qualche settimana fa ). Il mio sogno è ristrutturare una piccola casa di pescatori in Bretagna: ovviamente cablata. Tecnolesa sì, ma sempre connessa: scrivo e comunico per condividere, e la rete è uno strumento virale di incredibile potenza.