Consigli di Rosanna Massarenti, direttore di Altroconsumo
Timide, imbranate, tendenti a deprezzarsi, incapaci di puntare in alto e contrattare, poco esigenti in famiglia e poco ambiziose al lavoro, con un grande spirito di sacrificio. Per questo, quasi sempre con pochi soldi nel borsellino. Soldi che, naturalmente, la maggior parte di loro, si fa ancora passare dal marito. Attenzione, non dall’ex coniuge.
Eh, sì perché, al gentil sesso piace sapere che a proteggerlo e a non far mancar mai nulla c’è sempre un padre, un marito. Insomma, un uomo. Ma non per opportunismo. Piuttosto, la donna sarebbe vittima di una codificazione dei ruoili sessuali dura a morire , che andrebbe smontata con coscienza di sè e conoscenza.
A questo punta il libro Donne e denaro (Mondadori) di Rosanna Massarenti, 42 anni, direttore di Altroconsumo , che ha redatto un’utile guida alle trappole psicologiche che imbrigliano l’altra metà del cielo.
A sentire la giornalista, le donne con Mammona avrebbero un rapporto ambiguo. Sì, sono loro che perdono più ore ad ammirare le vetrine dei negozi, a fare shopping spesso inutile,(sentito come terapeutico, ndr). Ma è anche vero che molte donne non sono capaci di chiedere denaro quale contropartita del lavoro professionale e non sanno farsi riconoscere il giusto valore al proprio lavoro. Quasi come se non ci fosse la possibilità di uno scambio tra lavoro e denaro.
L’atteggiamento delle donne verso il lavoro rimane più di servizio che di scambio, alla ricerca più della gratificazione personale che del guadagno, che pure è sentito come necessario.
E questo perché? Replica Massarenti: “La prima ragione del cattivo rapporto delle donne col denaro trae origine da un dato oggettivo. Consiste nell’ingresso, tutto sommato, recente della donna nel mondo del lavoro e soprattutto delle professioni. La seconda ragione da combattere è la scarsa considerazione di sé, delle proprie capacità, della propria utilità, della propria indispensabilità. E poi c’è la convinzione che il denaro, la posizione, la carriera per una donna siano valori che devono cedere il passo ad altre priorità, sia a quelle della famiglia sia a quelle della gratificazione personal”. In questo senso la donna sceglie una laurea che le piace, anche se non ha sbocchi professionali redditizi.
E allora?
Molte decidono di sacrificare la professione. Ma secondo Massarenti questo sarebbe un alibi per molte che, sì, cercano un lavoro per anni, invano, ma evidentemente con un atteggiamento sbagliato. Il più delle volte remissivo, acquiescente, buono solo a favorire i colleghi maschi.
“Nel nostro rapporto con il denaro- si legge ancora nel libro- così come nel modo in cui lo guadagniamo e lo spendiamo, c’è di sicuro una sensibilità tutta femminile, nostra, sconosciuta ai maschi,” che usano i soldi come strumento di potere e seduzione. Proviamo timore e quasi pudore, ma nello stesso tempo ne sappiano sfruttare benissimo il valore pratico, come strumento per sentirci sicure e più libere. Quindi guardiamo al denaro come mezzo per vivere meglio. Ne apprezziamo il valore d’uso”.
E molte volte riusciamo anche a gestirlo in modo oculato. Un esempio? Il premio Nobel per la pace 2006, Muhammad Yunus , il banchiere dei poveri, ha inventato il microcredito da offrire solo alle donne povere dell’India.
I consigli ? “I nostri sforzi dovrebbero concentrarsi – scrive la giornalista- su come farci adeguatamente pagare per il nostro lavoro e far riconoscere il valore del nostro apporto alla società civile e nello sviluppo economico, su come spendere e impiegare bene i nostri soldi, su come sentirci sicure accumulando qualche riserva per tempi difficili e per quando non lavoreremo più”. Per esempio, per fronteggiare una malattia, un lutto improvvisi, gli studi dei figli. Una separazione, un divorzio.
Di qui una serie di buone regole offerte dall’autrice su come investire i nostri soldi, sul rapporto con le banche, su come fare la spesa in modo responsabile, su come usare la carta di credito, su come approfittare dei saldi. “ Tutto- fa capire- però, richiede una conoscenza in materia economica e finanziaria, che oggi la donna, tranne qualcuna, non può vantare”.
Per Massarenti “dobbiamo ficcarci in testa che noi siamo brave, a scuola, come sul lavoro. Guardarci allo specchio e riferircelo. Poi fissiamo il nostro prezzo. Un prezzo di mercato, non da svendita. Il denaro, convinciamoci, non è il Male. Chiedere dei soldi per sé, quando ce li meritiamo, è sacrosanto, è doveroso. Basta con la vergogna e i sensi di colpa”.
Un’analisi approfondita è dedicata alla tutela per le casalinghe, che è inesistente. E questa categoria conta 8 milioni di persone.
E in futuro?
“Il futuro- annuncia sicuro il direttore- sarà femmina, questa è la speranza. Perché le donne tifano per la vita e hanno a cuore la cura degli altri, i sentimenti, la relazione, la solidarietà. Perché le donne preferiscono dare che ricevere, proteggere che opprimere, perché fra il potere e il denaro scelgono l’amore”. Ma il loro atteggiamento deve un po’ cambiare. Non possono continuare ad essere solo materne, protettive e votate al sacrificio, anche per il bene dell’umanità.