di Caterina Della Torre
Celiachia un disturbo alimentare poco conosciuto, ma in Italia ci sono più di mezzo milioni che ne soffrono. Tuttavia spesso non ne sono a conoscenza in quanto diagnosticarlo non è facile e curarlo ancora meno. Ci si può solo attenere strettamente ad una dieta che escluda i cereali contenente glutine dall’alimentazione Ed ecco allora che ”Senzaglutine Vale” che abbiamo intervistato, dopo essere diventata un’esperta in materia per aiutare il figlio, si è inventata un blog che ora serve a quelli che soffrono come lui di questa intolleranza alimentare.
Da quando ti applichi alla cucina senza glutine?
Da quando nel 2002, per amore di mio figlio, diagnosticato celiaco a 18 mesi (diagnosi vissuta a quei tempi con sgomento e terrore) ho dovuto imparare a confrontarmici.
Spieghi alle nostre lettrici cosa vuol dire essere celiaci?
Essere celiaci significa eliminare il glutine (proteinapresente in moltissimi cereali) dalla propria cucina ed alimentazione persempre, ossia niente più farina, pane, pasta, pizza, torte, biscotti e nonsolo. Una completa esclusione non è affatto facile, poiché il glutine si trova in moltissimi prodotti alimentari “insospettabili” (tipo yogurt, gelati, succhi di frutta, caramelle, budini, cioccolato…) e molti altri, naturalmente privi, subiscono contaminazione involontaria da glutine durante i processi dilavorazione. Per cui bisogna essere molto informati oltre che molto attentiquando si va a fare la spesa.
Quando ti sei accorta che per tuo figlio era meglio seguire una dieta?
La dieta senza glutine ha salvato la vita di mio figlio, ne sono certa!
Vedevo che c’era qualcosa che non andava, che non raggiungeva le tappe previste da un normale sviluppo motorio, che era sempre pallido, piagnucoloso, insonne, inappetente, ma non pensavo si trattasse diun’intolleranza alimentare, forse perché in famiglia non ci sono mai stati, nemmeno oggi, altri casi.
Mi è stato detto chiaramente che mio figlio non aveva altre scelte e che avrebbe dovuto attenersi alla dieta per tutta la vita. Non avendo le conoscenze che invece ho oggi, come mamma mi son sentita un fallimento… oggi invece sono una mamma leonessa, so cosa è giusto per mio figlio, a lui ho sempre spiegato e motivato le rinunce che deve fare, ricordando che è più importante condividere le emozioni legate ad una festa o ad un pranzo piuttosto che il cibo. Ora che inizia a diventare autonomo è in grado di gestire la sua dieta, sa riconoscere i prodotti che vanno bene anche quando vengono acquistati al di fuori della farmacia (già, perché i celiaci vanno in farmacia ad acquistare pane, biscotti, merendine… le cose stanno cambiando però)
Come è nato il tuo blog?
Il blog è nato dalla voglia di condividere con altri la mia esperienza nella cucina senza glutine, il primo post è di marzo 2010, ma avevo già “militato” precedentemente nel web in un forum di cucina.
Di cosa parla?
Vuole essere un aiuto sempre a portata di “click” per chi ogni giorno deve confrontarsi con la quotidianità del senza glutine ed habisogno di sapere velocemente cosa e come cucinare, ma non solo… ho una rubrica che ho chiamato: “Te la do io la risposta!” perché molto c’è ancora da sapere eda conoscere circa la celiachia.
Hai molte lettrici/lettori? Più uomini o donne?
Sono molto di più le lettrici donne, siamo più curiose ,più attive, più desiderose di andare oltre quello che ci viene detto e, ammettiamolo!, in cucina ce la caviamo meglio!
La cucina senza glutine è meno saporita?
Per mio figlio che mangia da sempre senza glutine è lamiglior cucina che esista!
Certo, per chi invece era abituato ai sapori “glutinosi”è necessario del tempo per apprezzare la nuova cucina ed acquisire nuove abitudini.
Cosa hai perso e cosa hai acquistato da questa esperienza?
Se non fosse entrata così prepotentemente la celiachia in casa mia, forse, non avrei mai sviluppato la passione per la cucina.
Perso? Forse qualche invito in più da parte di conoscenti, che ignorano invece come basti veramente molto poco per preparare un ottimo pranzo senza glutine.