di Giovanna Fusè Morisetti
Altro che strumenti del demonio. Internet e’ un ”paradiso ” per chi ha fede, o la sta cercando. Magari tra le mura di un convento di clausura o nelle mail di Madre Noemi.
Si dice che il computer, oggi, puo’ aiutare ad avvicinare le persone a Dio. E deve essere cosi’, a giudicare dall’effervescenza delle iniziative religiose on line. In primavera ero in Bretagna e ho scoperto per caso che all’Abbaye de St. Jacut de la Mer si teneva un seminario per insegnare Internet ai missionari in partenza per il Vietnam e la Nuova Guinea. Le religiose sono molto attive in questo campo. A cominciare da Suor Judith Zoebelein, che dal1995 dirige lo staff del sito della Santa Sede; oppure dalle Suore della Misericordia di New York, on line per attirare le vocazioni, un’iniziativa che e’ stata seguita da altre Congregazioni. Ma anche in Italia, non si perde tempo. Per esempio Suor Evelina Savini del Convento delle Clarisse di Jesi, che prima di entrare in convento era consulente d’azienda, appassionata di computer, ha pubblicato un libro dal titolo eloquente:” Clic su Gesu”’.
Suor Caterina Cangia’ , soprannominata Sister Net, a Roma ha messo in piedi un laboratorio multimediale – la Bottega d’Europa – ed e’ autrice di cdrom per l’insegnamento dell’inglese ai bambini. Persino le suore di clausura hanno iniziato ad aprire le porte dei conventi. On line, naturalmente. Tra pagine dedicate alla preghiera e alla divulgazione del Vangelo, notizie sul Giubileo e sul Terzo Segreto di Fatima, ho trovato Suor Noemi del Convento del Carmelo di Carpineto Romano. E non ho potuto fare a meno di porle alcune domande, a cui lei ha gentilmente risposto.
Madre Noemi, puo’ raccontarci la Sua storia? Come e’ arrivata al convento di clausura?
Sono arrivata al Monastero dopo diversi anni di ricerca e di approfondimento del senso della mia vita. Conducevo una vita normale, tra casa, scuola, parrocchia, amici e gruppi vari. E in questo tran-tran quotidiano, c’era posto per Dio e il suo progetto su di me. Cosi’, per tanti anni ho partecipato a ritiri spirituali con orientamento vocazionale e ho capito che il Signore mi chiamava a seguirlo. Anche se, inizialmente, piu’ che alla clausura, pensavo a qualche istituto di suore di vita attiva.
Come e quando ha imparato a usare il computer e Internet?
Il computer l’ho imparato ad usare dapprima come macchina da scrivere, per alcuni lavori interni al Monastero (piccoli articoletti, traduzioni, ecc.). Poi anche per lavori esterni. Solo due anni fa il nostro tecnico, sostituendo il computer distrutto a causa di un fulmine – siamo in un paese di montagna – ha installato anche il modem con l’accesso alla rete.
E a quali scopi li usa, solitamente?
Tanti o, meglio, uno solo: aiutare il prossimo in difficolta’, sebbene queste difficolta’ siano diverse e ogni persona chieda soluzioni differenti. A volte se ne fa uso per rispondere semplicemente a chi si rivolge al nostro Monastero, altre volte per spedire files di lavori fatti (correzioni di articoli, libri, ecc.). Oppure per rispondere a richieste di informazioni o, appunto, per problemi da ascoltare e risolvere con la preghiera. Ma sono tante le giovani che scrivono per e-mail e poi vengono poi a trovarci personalmente per sperimentare la nostra vita.
Il Vostro Monastero ha un sito: a quale scopo e’ stato aperto, chi lo ha realizzato e chi lo segue?
Si’, il sito e’ aperto da due anni. Lo abbiamo voluto per far conoscere la vita in Monastero, per cercare di dare almeno un’idea di che cosa si intende per vita contemplativa. E poi perche’ le persone si possano rendere conto di chi sono i fratelli e le sorelle che arrivano e bussano alla nostra porta: per tutti c’e’ ascolto, comprensione, amore, una mano tesa che li puo’ accompagnare nel cammino della vita.
Finora il sito e’ stato realizzato, aggiornato e seguito da un amico gesuita che ha messo a disposizione tutta la sua preparazione e passione in questo campo. Noi inviamo il materiale, le foto, gli articoli, gli aggiornamenti da fare e lui provvede a sistemare tutto in rete e ad aggiornare il sito ogni settimana.
Lei di cosa si occupa?
Anzitutto sono una monaca! attualmente mi occupo della segreteria del monastero e porto avanti, insieme ad una mia consorella, i lavori di stampa, di segreteria, di lavori al computer di scrittura. Inoltre mi occupo dell’economia del monastero e infine sono la sottopriora.
Chi sono i visitatori del Vostro sito e cosa cercano?
Appartengono alle piu’ svariate categorie: oltre a religiosi e sacerdoti, si possono trovare laici, giovanissimi, ragazze, mamme, persone in crisi, atei e agnostici che cercano risposte. Normalmente chi scrive al nostro Monastero cerca qualcosa, soprattutto a livello spirituale: consigli, aiuto, sostegno morale e, a volte, anche pratico.
Cosa pensa di questi nuovi mezzi di comunicazione?
Che sono buoni se si usano bene, diventano strumenti di morte e di degrado se si usano male. Come per tutte le cose, il cristiano deve servirsi di esse e non asservirsi ad esse. Il buon uso di questi mezzi dipende dalla profondita’ della fede che si cerca di vivere e testimoniare praticamente nella propria vita quotidiana.
Conosce anche il pensiero delle Sue consorelle a questo riguardo?
La comunita’ su questo e’ concorde. Anche perche’ spesso i messaggi che arrivano sono stampati e letti comunitariamente e, ovviamente, perche’ l’idea di mettere su la posta elettronica e fare un sito carmelitano, e’ stata di tutte.
C’e’ qualcosa che l’ha colpita in modo particolare, navigando sul web o usando gli strumenti informatici?
La mancanza di distanze. Quello che fino a qualche anno fa si poteva realizzare e concretizzare in mesi e in anni, ora e’ diventato possibile in pochi istanti. Un’altra cosa che mi ha colpito della rete, ma sfavorevolmente, e’ l’ambiguita’ e l’anonimato che si crea a volte: quasi ci si nascondesse dietro la rete per rivelare gli aspetti peggiori della vita che si conduce, senza un minimo pudore, quasi per suggestionare negativamente il prossimo inducendolo al male.
Mi perdoni, ma Internet permette di comunicare con il mondo: non e’ in qualche modo in contraddizione con la scelta di clausura?
E’ vero, la rete permette di comunicare piu’ velocemente con l’esterno, ma questo non vuol dire assolutamente stare fuori dalla clausura. La clausura e’ un fatto esistenziale, essenzialmente interiore: significa che il cuore della consacrata e’ riservato solo per Dio e, in Lui, e’ dunque aperto a tutti, poiche’ Dio e’ il Signore di ogni uomo. Deve sapere (e lo si deduce appunto dal nostro sito) che il nostro Monastero e’ meta di continue visite, da parte di singoli, gruppi, scolaresche, ecc. Cosi’ facendo restiamo in linea con la nostra vita, cioe’ ci sforziamo di portare Dio a tutti. Anche attraverso la rete.
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