A leggere sono soprattutto donne. Ed è arrivato il momento che si dia a un maggior numero di donne la possibilità di scrivere, raccontarsi e pubblicare. Intervista a Lucia Ingrosso
Se in Italia il romanzo poliziesco diventato il Giallo è nato nel 1926 prendendo il nome dal colore della copertina della serie di Montano della Mondadori, se in tedesco è Il kriminalroman tedesco, in inglese è thriller o la crime novell noi , in francese è polar, per Lucia Ingrosso, giovane autrice alla sua seconda uscita editoriale nel settore, il termine da usare è fiction.
Infatti ormai i polizieschi vanno in tv e diventano miniserie a due, quattro o più puntate. E già in fase di scrittura i gialli sono pensati nella prospettiva di una possibile riduzione televisiva.
Però Lucia non nasce nell’editoria, ma diventa giornalista dopo aver studiato alla Bocconi.
Nata a Milano, fantasiosa, idealista, positiva. Da piccola si trasferisce a Cortona (AR) dove prende la maturità classica e vi rimane fino a 19 anni. Poi torna a Milano a studiare e si laurea alla Bocconi in Economia aziendale. Riesplode la sua passione: la scrittura. Strani giri della vita e del destino la portano a Budapest, dove per tre mesi diventa inviata di Millionaire. Al ritorno in Italia, continua a lavorare per lo stesso mensile. E diventa giornalista professionista.
Ma non dimentica il suo grande amore per la scrittura creativa.
Infatti nel 2005 pubblica con Pendragon La morte fa notizia, giallo ambientato nel mondo delle pierre milanesi, dove compare per la prima volta l’investigatore Sebastiano Rizzo.
Finalista al Premio Scerbanenco, Courmayeur Noir in Festival 2006, e molto apprezzato dalla critica, La morte fa notizia è stato il giallo più votato in Internet grazie all’ idea molto creativa di premiare chi avesse indovinato il colpevole con un racconto giallo ad hoc.
Nei giorni scorsi ha presentato il suo nuovo giallo ” A nozze col delitto” alla Libreria del corso di Milano dove la sua casa editrice Kowalski ha preparato per lei una sorpresa: a leggere il suo libro sarebbe stato un attore molto conosciuto Michael Reale e l’avrebbero accompagnata nella presentazione la giornalista Nicole Cavazzuti e il capo della squadra omicidi di Milano, il commissario Antonio Scorpaniti
Mamma raggiante di una bimba di dieci mesi, in compagnia del giovane marito Giuliano, Lucia si è messa a disposizione dei presenti in sala per le domande di prassi.
Quelle più solleticanti? Eccole.
Come fai Lucia a scrivere con una bimba piccola in casa?
Questo non è affatto più complicato che saltellare da una parte all’altra della città ad orari spesso non a misura di bimba per procedere alle interviste. Il vantaggio è che posso scrivere in autonomia, quando trovo il tempo e la concentrazione. Di giorno, portando la bimba a spasso, mi faccio venire le idee. La notte, quando il resto della famiglia dorme, le butto giù.
Tuo marito ti coadiuva ed incoraggia?
Lui è fondamentale. Si occupa della bimba quando la mia creatività straripa (o quando l’editore sollecita la consegna del manoscritto). E’ il mio primo lettore, dimostrandosi un critico severo ma giusto. Mi è vicino e mi supporta.
Come crei i tuoi libri e personaggi?
Talvolta mi ispiro a notizie di cronaca, arricchendole con la fantasia. Ci tengo a raccontare vicende plausibili, perciò mi documento molto andando alla fonte. E intervistando”, di volta in volta, medici legali, poliziotti, avvocati…Per i personaggi mi ispiro spesso alle persone conosciute. Ho ancora nel cassetto un romanzo giallo in cui a indagare è un commissario di origine pugliese. Bene, la moglie è molto simile a te. (Caterina Della Torre).
Ti piacerebbe che i tuoi romanzi venissero declamati a voce da un bravo attore?
I gialli sono colmi di azioni e spesso per un attore è difficile con un’unica voce reggere il ritmo. Comunque sì, se l’attore è bravo. E, soprattutto, se questo riesce a far fruire il libro a persone che hanno difficoltà nella lettura.
Hai mai pensato che i tuoi gialli potrebbero diventare fiction televisiva?
Sì, certo. Michael sarebbe un ispettore Rizzo fantastico. E anche per il resto del cast immagino attori all’altezza: da Anna Valle ad Alessandro Gassman, da Luca Barbareschi a Martina Stella. Penso a una fiction in due puntate. La mia casa editrice si è mossa anche in questo senso e sono ottimista sul buon esito della ricerca di un produttore.
Intendi continuare la serie del commissario Rizzo o interrompere per scrivere altro?
A Rizzo sono molto affezionata, del resto lo frequento da anni. In certi momenti, mi sembra quasi che sia una persona vera. Anzi, per certi versi lo è. Io ho ancora tanto da raccontare di lui: la ragione per cui suo padre è stato ucciso e quella per cui la sua ex fidanzata lo ha lasciato. Finché il pubblico le apprezzerà, le sue avventure andranno avanti. Il che, ovviamente, non mi impedisce di scrivere altro (articoli economici, libri umoristici…). Insomma, continuate a seguirmi…
Pensi che la tua sia una scrittura al femminile?
Sono una donna, orgogliosa di esserlo. Ma sono soprattutto una persona, con l’ambizione di riuscire a comunicare altrettanto bene con femmine e maschi. Nei miei romanzi ognuno può trovare qualcosa: l’intreccio giallo, la storia d’amore, il tratteggio psicologico, i colpi di scena e quelli di fulmine. La verità è che a leggere sono soprattutto donne. Ed è arrivato il momento che si dia a un maggior numero di donne la possibilità di scrivere, raccontarsi e pubblicare.
Ma Lucia non hai mai smesso di usare la penna da giallista e scrittrice….La tua carriera è proseguita su più filoni…
Sì, Il giallo, con l’uscita di due nuovi capitoli della “saga” di Sebastiano Rizzo: Io so tutto di lei e Nessuno nemmeno tu. In programma l’uscita di un nuovo giallo milanese a breve. Il filone noir con Milano in cronaca nera, racconti ispirati a fatti di cronaca reali avvenuti a Milano. Rosa: il romanzo al femminile multietnico Uomo giusto cercasi (Piemme). Biografico: ”101 cose da fare in gravidanza e prima di diventare genitori” scritto con il marito Giuliano Pavone). E tanti progetti, tra cui quello che ha al centro un nuovo personaggio seriale: Marta Arnaldi, fashion victim con qualche speranza. Questo personaggio un po’ paradossale (ma, purtroppo, non eccessivamente) offre una doppia opportunità: far ridere e far riflettere sull’Italia di oggi.
.
.
.