di Caterina Della Torre
Un grande progetto per recuperare le aree in degrado procurando lavoro e dignità alle persone.
Insectida e’ una forma d’iniziazione che avvicina le specie, superando quel comune senso di fastidio verso l’altro. E’ un modo di evolvere avvicinandosi positivamente alla diversità
Così recita l’incipit della presentazione di Insectida.
Ne parliamo con Anna Maria Salinari, mente creativa del progetto.Torinese, sebbene con origini pugliesi, cinquantenne, operativa da anni nel settore tecnologico, ha abbandonato i numeri per iniziare un’attività che è vicina al design e al sociale.
Come è nato questo progetto?
E’ nato verso la fine del 2006 dopo la nascita del brand omonimo.
E’ un progetto sviluppatosi non a caso in San Salvario, quartiere multiculturale diTorino caratterizzato dalla diversità e dalla creatività.
Io ero, allora, socio fondatore di un’associazione di volontariato che aveva l’obiettivo di organizzare e programmare eventi in un’area specifica del quartiere San Salvario da recuperare al degrado. In quella occasione mi sono resa conto più di una volta che era estremamente necessario progettare un qualcosa che permettesse di finanziare eventi di qualità, ma che permettesse anche di dare stimolo all’occupazione e alla ripresa economica. Perchè gli eventi da soli non bastano per recuperare le aree in degrado, le aree in degrado si recuperano procurando lavoro e dignità alle persone.
Perchè gli insetti?
Perchè gli insetti sono la la famiglia animale con il maggior numero di specie, perchè sono la specie più evoluta ma soprattutto perchè gli insetti sono la specie verso la quale spesso si ha repulsione se non paura quando invasiva. L’insetto per Insectida rappresenta quindi la diversità e Insectida invita le persone ad evolvere avvicinandosi positivamente alle diversità.
Cosa viene prodotto con questo brand?
Vengono progettati diversi oggetti, dall’abbigliamento all’arredamento. Per ogni oggetto progettato andiamo alla ricerca di un potenziale produttore che realizzi il prototipo, che sappia riconoscere la qualità dell’ideazione dell’oggetto e dell’intero progetto e che abbia voglia di investire insieme a noi.
Un oggetto che ti piace particolarmente di quelli da te disegnati?
Un cappello di seta da sera, a forma di ragno, una cravatta.. una sedia.
Quindi cosa vi proponete di fare con la vendita degli oggetti?
Di finanziare eventi culturali e la messa in opera di servizi in aeree in degrado e di supportare in qualche modo la ripresa economica.
Prevedete di produrre sviluppo economico?
Sì, è uno dei nostri obiettivi. Intendiamo affidare la progettazione a nuovi talenti, a giovani e a precari; intendiamo , una volta promossi sul mercato, affidare la produzione dei nostri elaborati ad aziende che, pur essendo di qualità, stanno attraversando un deficit economico; intendiamo aprire degli Insectida Point in cui donne si occupano di rammendare e personalizzare con gli insetti di Insectida capi d’abbigliamento da recuperare.
Siete stati presenti a qualche fiera o mostra?
Al momento no. Speravamo di farcela per proporci in qualche sede durante il Salone del Mobile di Milano di quest’anno offrendo in esposizione una sedia particolarissima, ma non siamo riusciti a a realizzarla per tempo. Ci autofinanziamo e quindi la produzione va a rilento. Tuttavia abbiamo partecipato a Geodesign di Torino World Design Capital 2008 e poi abbiamo organizzato l’evento
Insectida Identity World che si è tenuto a Torino dal 26 al 30 giugno durante il San Salvario Opening.
Come è andata la manifestazione? Progetti per il futuro?
Abbiamo faticato molto e investito quel poco che avevamo ancora a disposizione ma l’evento è andato comunque bene per quello che era il nostro intento: far conoscere il progetto al quartiere, fare in modo che gli abitanti si sentano partecipi e non si meraviglino un giorno di fronte ad un capo, un oggetto con etichetta riportante for Insectida San Salvario Torino.
Per il futuro prevediamo di impegnare meningi e forze nel procurarci i contatti utili per produrre e distribuire.
La tenacia comunque non ci abbandona perchè crediamo nella qualità e nella fattibilità del progetto e, inoltre, siamo consapevoli di quanto si faccia retorica sulla pari opportunità e di quante invece siano le difficoltà che si incontrano nel poter raggiungere degli obiettivi senza soldi e opportune conoscenze.