di Cristina Obber
18 anni lui, 20 lei.
Litigano.
Ti lascio. Non non mi lasci. Sì, ti lascio.
Lo abbiamo fatto tutte, lo abbiamo detto tutte.
Ieri Antonella lo ha detto ad Antonio.
E Antonio l’ha uccisa.
Una volta, un lui mi ha detto Mi uccido.
Con un po’ di fatica, l’ho lasciato lo stesso.
Un’altra volta, un altro lui mi ha detto Ti uccido.
Con un po’ più di fatica, e tanta paura, l’ho lasciato lo stesso.
Perché l’amore può finire, a 18 anni come a 40, come a 60. E si deve accettare.
Si deve accettare di soffrire, sperando che il tempo ci aiuti a lenire la ferita senza toglierci il ricordo di quando andava tutto bene.
Si deve accettare la frustrazione, il rifiuto, come quando da piccoli si chiede un giocattolo che non si può avere.
Perché questo sembriamo essere noi donne riflesse negli occhi che ci mostrate. Qualcosa che vi appartiene.
Questo è il grande equivoco in cui ogni uomo oggi si deve specchiare.
Ogni corteggiamento, ogni innamoramento.
Ti desidero perché provo un sentimento amorevole per te, creatura mutevole, misteriosa, adorabile?
O ti desidero per l’appagamento e il piacere che procuri a me stesso, proprio come accade con un giocattolo?
Ti amo o amo me stesso? Quanto? Troppo?
Chiedetevelo uomini di tutte le età. Per favore.
12 commenti
Un brivido. Ho letto l’articolo alle mie figlie. Una di 18 e una di 21 . Un brivido condiviso. Anche questo e’ crescere.
La questione non mi sembra posta bene , come si fà a generalizzare un comportamento del genere ,pensi veramente che tutti gli uomini pensino alla donna come oggetto ? Sei molto lontana secondo me dalla realtà . Non si può prendere come esempio un caso estremo .
Ah, l’altro giorno la moglie di Lo Monaco (figlio del famoso tenore) ha piantato un coltello nel cuore del suo amato maritino…
come lo giudichiamo questo fatto ?
@Tiziano: non mi pare sia l’articolo a generalizzare, visto che si limita a commentare brevemente un fatto preciso. Un fatto terribilmente ricorrente nella cronaca di tutti i giorni.
I numeri parlano più delle opinioni della giornalista o tua o mia. Per 1 donna come la moglie di Lo Monaco, ci sono 500 uomini che picchiano o uccidono le loro compagne o ex tali.
Come lo giudichiamo questo fatto?
caro Tiziano, rileggi da una posizione diversa, non di difesa ma di condivisione. come commenta Alessandra non punto il dito, ma chiedo una pausa di riflessione all’universo maschile. non credo affatto che gli uomini siano tutti così. non lo sono affatto. ci sono uomini più femministi di tante donne, ci sono uomini capaci di amare e di dare moltissimo in ogni rapporto sia d’amore che di amicizia. e’ indubbio però che una riflessione deve venire da voi e mi piacerebbe che foste proprio voi ad interrogarvi per primi su fatti di questo genere che non riguardano extraterrestri ma bravi ragazzi, brave persone. su cento violenze due o tre sono compiute da donne, ma le altre 97 da uomini. quindi, se permetti, c’è un problema maschile. la cosa che mi preme è che si prenda consapevolezza che è ora di parlarne tra noi, maschi e femmine. non voglio schieramenti, non siamo al fronte. siamo sulla stessa strada, cerchiamo di percorrerla con maggiore equilibrio, possibilmente per mano.
La violenza degli uomini verso le donne è fuori discussione esiste ed è sempre esistita e francamente non so come si potrebbe annullare o diminuire questa piaga sociale. Credo che nei paesi nordici questo avvenga meno che nei paesi latini e dunque c’è un aspetto culturale sul quale si potrebbe lavorare.. Trovo però stimolante il quesito finale sul desiderio … appagamento del piacere o condivisione. Noto parlando con le donne giovani e meno giovani di quanto tuttora voi donne siate legate alla necessità dell’amore romantico, e questo mi stipusce. Le donne sonno innnamorate dell’amore vogliono l’emozione dell’innamoramento che questo duri un mese o un anno lo ritengono indispensabile per un unione. La donna ha conquistato negli ultimi decenni una certa emancipazione ma sembra ora rendersi conto che le attitudini maschile e femminili sono due aspetti dell’essere da matenere rigorosamnete divisi. Non a caso le donne lamentano negli ultimi anni la perdita di un identità maschile nell’uomo come così pure gli uomini vogliono delle donne più femmine. Sintetizzare la questione alla pari di ciò che avviene nel tango in cui l’uomo conduce e la donna segue è senz’altro riduttivo ma non offrirà ulteriori spunti di riflessione?
Forse il tango riprende costumi culturali insiti nella specie umana. L’uomo è più forte e quindi ha il potere. Ma questo deve essere addolcito dagli struimenti culturali in nostro possesso. O rimaniamo allo stato della pietra.
Le donne non amano l’innamoramento, ma l’uomo che che va oltre le apparenze fisiche. Ezio tu sposeresti una donna che non ami? E se sì, stai bene?
caterina, credo che ezio non la sposerebbe ma ci si accoppierebbe. nel tango l’uomo guida, nella realtà la coppia, come la famiglia, si regge sull’iniziativa femminile.
a volte ci piacerebbe tanto lasciare a voi l’iniziativa e farci trasportare come nel tango, ma spesso ci conviene intervenire, perchè le capacità femminili di far funzionare le cose sono generalmente migliori di quelle maschili. non si tratta di sfide, ma di constatazioni. per questo maggiore presenza femminile nella politica, e nelle aziende private e pubbliche sarebbe una garanzia per tutti. le donne sanno organizzarsi meglio, sono meno inclini a farsi corrompere, sono più precise e determinate. non tutte certo, ma stiamo parlando di inclinazioni. quello che auspico per il futuro è un cambiamento sociale e culturale, per riprendere le parole di ezio, che coinvolga maggiormente l’uomo in tutte quelle attività di cura quotidiana che rendono la donna, da secoli, così efficiente e capace di conciliare tanti ruoli.
ecco, in questo vorremmo lasciarvi fare. two is better that one.
credo che un cambiamento sulla strada della condivisione porterebbe a migliorare poi anche la relazione sul piano strettamente intimo e personale, anche sessuale. non più l’amore come conquista, conquisa di un qualche territorio, di un potere, ma l’amore come conquista sentimentale. dove non rimane quindi spazio alla violenza. dove la fine di una storia non significhi fallimento ma cambiamento. go ahead!
quello che vorrei sentir dire dagli uomini è:
sì, abbiamo un problema, un problema che ci riguarda. parliamone tra di noi e quando abbiamo elaborato una risposta confrontiamoci con le donne e troviamo insieme una via di uscita.
la palla è vostra.
Ma molti uomini lo sentono così. Purtroppo non tutti e quelli che hanno altri sentori spesso vedono la donna solo come preda. Non credo che ci possano aiutare.
Ciao a tutte/i.
E’ vero il maschio, tra i suoi peccati originali ha quello di considerare la femmina come una cosa sua da conquistare e poi da dimenticare.Non un pari grado che ha solo fattezze diverse e sensibilità diverse. Penso che ci sia solo una strada da percorrere per cancellare quegli atteggiamenti che non hanno niente a che vedere con le differenze tra i due sessi. RISPETTO Non ritenersi superiori in virtù di usanze e costumi consolidati nel corso dei millenni. Usanze e costumi alimentati solo dall’ignoranza e dalla sua prima figlia la paura.
Hai ragione Cristina, noi uomini dovremmo parlare dei nostri problemi con lo stesso calore e conoscenza che utilizziamo per parlare di sport, auto e tecnologia. Senza però cadere nell’errore di alzare steccati verso l’altra metà del cielo. Per un mondo migliore bisogna abbattere i muri gli steccati le paure.
Personalmente trovo geniale la frase di Steve Jobs ” Siate curiosi, siate folli”. Curiosi di trovare una via diversa nel vivere i rapporti uomini/donne e folli nel voler pensare e vivere diversamente la nostra vita.
Guiudo, curiosi e folli non è forse quello che ci attenderemmo. Curiosi e consapevoli direi. sarebbe meglio
io sono d’accordo con Guido. folli se folli significa rivoluzionari!