Incontro dell’Associazione Donnesenzaguscio su
Un altro modo di governare le aziende: pratiche di cambiamento.
Incontro dell’Associazione Donnesenzaguscio su
Un altro modo di governare le aziende: pratiche di cambiamento.
Da dove nasce questo incontro?
Questo incontro è parte di un lavoro che stiamo portando avanti noi di Donnesenzaguscio per affrontare un nodo problematico: l’ambivalenza di molte donne manager rispetto all’assumere i ruoli decisionali più alti. Molte non si sono adattate ai modelli maschili consolidati, ed hanno portato una visione diversa. Ma il potere in azienda è detenuto sostanzialmente da uomini, e viene esercitato con modalità maschili, che le donne non condividono, sentono un’estraneità che porta a chiamarsene fuori. Ma così chi oggi esercita il potere continua a riprodurre le stesse regole per dirigere un’azienda. Ci siamo chieste allora come uscire da questo aut aut tra adeguamento o esclusione. Con questo incontro abbiamo voluto discuterne, cominciando da alcune esperienze di donne con ruoli importanti, che mostrano come è possibile influenzare le politiche aziendali.
Di cosa abbiamo parlato?
Abbiamo cominciato dall’organizzazione del lavoro, perché tocca molto le donne. L’attuale organizzazione infatti è nata quando le donne in azienda non c’erano, ma continua a perpetuarsi con le stesse regole, ignorando la loro presenza. Cosa vediamo di nuovo nelle esperienze raccontate? Un aspetto riguarda il tempo di lavoro. Si punta sul lavoro effettivo, più che sui vincoli di presenza in ufficio e con orari rigidi: flessibilità di orario, lavorare anche da casa, valutazione in base al raggiungimento di obiettivi non alle ore di presenza. Un altro aspetto è dare valore sia alla maternità che alla donna come lavoratrice: per la donna stessa, ma anche rispetto all’azienda. Vediamo, per esempio, un diverso atteggiamento anche verso il part time, spesso una necessità senza alternative, che blocca le prospettive professionali. Allora con chi lo richiede si ragiona sulle motivazioni e i problemi, e si cerca un modo per ridurre il tempo di lavoro senza dequalificarlo, ridefinendo le mansioni della donna e di tutto l’ufficio. In altre esperienze, si fa una pianificazione della carriera delle donne in maternità, per evitare che vengano lasciate da parte. O si dà un aiuto economico per l’asilo nido in modo da consentire un’ alternativa alla rinuncia al lavoro.
(Queste esperienze complete si trovano su www.donnesenzguscio.blogspot.com).
Che conclusioni abbiamo tratto?
La cosa importante non è vedere queste esperienze come modelli o casi esemplari, ma i criteri comuni che le orientano. Che stanno in due aspetti. Il primo è che non danno solo una soluzione immediata ai problemi, ma puntano a cambiare la cultura aziendale. Il secondo è una diversa concezione dell’azienda, vista come un bene comune, dove convergono portatori di interessi diversi ai quali -tutti- bisogna dare il loro ritorno: la proprietà dell’azienda e ugualmente le persone che vi lavorano. Convinte che non siano incompatibili, che è possibile “fare il bene dell’azienda facendo il bene delle persone”.
Questo incontro avrà un seguito?
Abbiamo sviluppato la riflessione su queste possibilità di cambiamento per metterla in circolo, con altre donne e con tutto il management. Perché non riguarda solo le donne, ma propone un altro modo di governare le aziende. Su questo ora sto scrivendo un libro (uscirà a maggio da Guerini). Non c’è ancora un titolo, ma il sottotitolo è chiaro: Le donne, il potere, il governo delle aziende.