di Cristina Obber
Giovedì 26 gennaio in molte piazze italiane tante candele accese ricorderanno Stefania Noce e tutte le donne uccise non per amore ma per NON-amore. Una distinzione chiara, che va espressa con forza per non alimentare alibi e fraintendimenti.
L’iniziativa parte da Catania, la città di Stefania.
A Milano l’appuntamento è in Piazza Mercato alle 18.30.
In un bellissimo articolo di qualche giorno fa, Lea Melandri ha scritto sul Corriere della Sera che “Non si può tenere fuori dal dibattito pubblico un fenomeno di cui dovrebbe essere evidente la portata sociale, culturale e politica”.
Ho chiesto a Maria Grazia Ghezzi, di Se non ora quando, che cosa significa riempire di luce Piazza Mercato a Milano, la Milano arancione della giunta Pisapia, dove le donne contano, eccome.
D-All’interno del dibattito politico milanese, che spazio occupa il tema della violenza sulle donne?
R– Ce ne stiamo occupando da molto tempo e in particolare da quando molte singole associazioni milanesi, Casa delle Donne maltrattate, Cerchi d’acqua, Libera Università delle donne ,Usciamo dal Silenzio, già dal 2007 si sono mobilitate presso l’allora Ministero dei Diritti e delle pari Opportunità per una legge di contrasto alla violenza sessuale.
In questi giorni siamo venute a conoscenza che anche in 3 ° commissione la Regione Lombardia ha all’ordine del giorno 4 progetti di legge sui quali siamo intenzionate a chiedere audizioni.
D-Siamo a un anno da quel 29 gennaio che proprio da Milano ha aperto la strada al 13 febbraio e a tutto ciò che ha significato la partecipazione sociale in un 2011 denso di cambiamenti. Quali gli obiettivi per il 2012?
R–Il 3 marzo è già prevista un’iniziativa su “Rappresentanza, Rappresentatività , Rappresentazione”. Vogliamo parlare di democrazia paritaria e di democrazia partecipata, ma soprattutto vogliamo capire con le elette di alcune città importanti (Milano, Napoli, Cagliari, Torino, Bologna) dove le donne sono oggi il 50&50 cosa succede , come è agita la rappresentanza. Pisapia ha chiesto alle donne di votarlo e ha garantito una giunta paritaria. Le donne milanesi vogliono capire meglio cosa sta succedendo sui temi che le riguardano da vicino e che erano contenuti nel programma elettorale.
Il lavoro che non c’è, che è precario prevalentemente al femminile e l’approvazione di una legge sulla violenza e contro il femminicidio, sono altre due priorità.
D-Cosa possiamo chiedere ai media per sensibilizzare le donne e gli uomini italiani a preoccuparsi ora di costruire il cambiamento, cambiamento urgente e necessario in un Paese che si definisce civile?
R-Bisogna cambiare radicalmente la rappresentazione e l’immagine che si fa veicolare sui media. “Immagine differente” è il tema di un’altra proposta di legge sulla quale in particolare l’Associazione ”DonneinQuota” ha lavorato e che chiede non solo di vietare la pubblicità sessista, ma di ridare dignità alle donne italiane anche attraverso una narrazione che bandisca la volgarità. E’ importante lavorare attorno a progetti, anche legislativi, che promuovano azioni e impegni tesi a rimuovere l’uso strumentale e umiliante del corpo della donna e dell’uomo nei programmi televisivi, nella pubblicità , nell’editoria e in tutte le forme di comunicazione. Qualsiasi comunicazione che avvilisca la dignità delle persone rappresenta una violenza.
C’è grande fermento dunque, che coinvolge tante associazioni alle quali molti singoli cittadine e cittadini sono pronti a manifestare sostegno e collaborazione.
Libertà è partecipazione cantava Giorgio Gaber.
Stefania Noce è scesa in piazza con la sua protesta e i suoi 24 anni, perchè Se non ora quando ha dato voce a migliaia di giovani.
Sarà la loro forza a ridare respiro a questo Paese, ma è necessario che le istituzioni affrontino la questione con responsabilità e determinazione.
Senza più rinvii.