Stefania Barzini, nata a Roma nel ’52, madre e nonna, ha tanto da raccontare ed insegnare. Non solo ricette di cucina.
Che studi hai fatto e quali attvita’ lavorative?
Ho studiato Lingue e letterature straniere dopo aver fatto il liceo linguistico, ho lavorato a lungo in Rai occupandomi di teatro, poi a Radio Tre con un mio programma.
Di cosa ti occupi adesso?
Ho vissuto in America, a Los Angeles per molti anni e lì ho iniziato ad occuparmi di cucina collaborando con l’Istituto Italiano di Cultura, poi ho iniziato a fare corsi di cucina italianai e tornata in Italia ho aperto una scuola di cucina a Ceri, vicino a Roma, sempre per stranieri, poi ho iniziato a lavorare come autrice al Gambero Rosso Channel e quindi a collaborare con la rivista e con altri giornali del settore. Dopo 8 anni mi sono messa in proprio, a scrivere libri, saggi e romanzi in cui il cibo e i suoi significati sono sempre presenti, ho all’attivo cinque saggi e un romanzo, adesso sto scrivendo il secondo, e non so se casualmente o meno ma nei romanzi sono sempre le donne ad essere protagoniste!
La culinaria in Italia e sempre ”il ” piatto forte? Sempre solo donne?
Sì è uno dei piatti forti, insieme alla moda e al design, ma lo sarebbe molto di più se solo chi ci governa incentivasse e sostenesse questo settore che potrebbe davvero fare da traino a tutto il Paese. Per quanto riguarda le donne è una strana situazione, a lavorare in cucina nelle trattorie sono soprattutto donne, l’alta cucina invece è un mondo ancora molto maschile, in compenso moltissime donne tra giornaliste del settore, bloggers e produttrici di vino.
Come sei arrivata insieme alle altre a pensare alla ” rete delle reti’ di donne?
La storia sarebbe lunga! In breve: Alcun gruppi autonomi di donne, tra cui il mio, hanno sempre creduto di far parte di Snoq pur nella loro autonomia e che una delle intenzioni di SNOQ fosse quella di fare una grande rete di tutte le donne, singole, gruppi, movimenti, in un incontro avuto con il Comitato Promotore SNoq ci è stato detto che così non era, ne abbiamo preso atto e senza fare polemiche, abbiamo deciso però di farla noi questa Rete, o almeno di provarci.
Ci parli dell’evento del 28?
Il 28 sarà il primo incontro, si spera numeroso, di donne che sentono l’esigenza di confrontarsi tra loro per costruire questo organismo che ci unisca tutte, ogni gruppo e ogni singola che voglia hanno preparato un breve documento con le proprie proposte e le proprie idee, sia su come crearla questa rete, che tipo di strumento usare, sia sui linguaggi che questo strumento deve avere, sulle modalità di lavoro e gli obbiettivi prioritari.
Chi lo ha organizzato e dove?
A Roma, alla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, in Corso Vittorio Emanuele II, 349. Anche il luogo è stato scelto democratiamente, abbiamo fatto un sondaggio per scegliere la località ed è venuta fuori Roma perchè comoda da raggiungersi da Nord e da Sud. Ad organizzarlo è stata una serie di gruppi che erano presenti all’incontro con SNOQ: D.E.B. Donne e Basta, Donne e Informazione SE NOn Ora Quando, Le nostre figlie non sono in Vendita,Donne Ultraviolette, Donne per Milano, Donne che si sono stese sui libri e non sui letti dei potenti, e altri gruppi, Dol’s ecc. (l’elenco completo lo trovi nei documenti della Rete delle Donne).
Cosa vi attendete di ottenere? Non ci sono gia’ “troppe” associazioni di donne?
Vorremmo uscire di lì con tante idee per poter cominciare a metterci al lavoro e creare questa grande rete, e sì certo ci sono tantissime associazioni di donne, ma noi non siamo e non vogliamo essere un’altra associazione, noi desideriamo creare un grande contenitore dove tutte queste associazioni e tutte le donne possano affacciarsi, lavorare a seconda delle proprie competenze, discutere, confrontarsi, lanciare eventi, proporre, votare mozioni, prendere decisioni, vogliamo insomma un organismo circolare e aperto a tutte, senza nessuna esclusione pur nel rispetto delle nostre differenze. Tutte saranno invitate ad esserci, da SNOQ all’Udi, dalle bloggers ai tanti gruppi che lavorano con e per le donne. Vogliamo insomma creare una grande piazza , dove ciascuna di noi possa fare la sua “spesa” e vorremmo che questa grande piazza fosse come un folto sciame di zanzare, pronte a “infastidire” il potere e nello stesso tempo a inoculare nel mondo (sì la Rete delle Reti vorrebbe essre aperta alle donne di tutto il mondo, alle migranti, alle tante realtà femminili) le nostre idee, i nostri pensieri, le nostre proposte, i nostri modi di intendere la vita e la società. Ambizioso forse? Sì molto, ma che il mondo cominci a grattarsi!