La gravidanza è non è soltanto attesa, è un momento bellissimo che dura qualche mese.
La normalità disarma. Quando annunci al mondo di essere incinta, parenti e conoscenti fanno a gara per accaparrarsi la sfera di cristallo e predigerti cose a cui non hai alcuna voglia di pensare, come nausee, smagliature, sonno, visite ed esami.
Puoi cercare di proteggerti ma l’esercito dei sapienti è così numeroso che dal salumiere all’anticamera del dentista c’è sempre qualche sconosciuto pronto ad interpretare la forma della tua pancia o la luminosità del tuo sguardo, o peggio ancora a ricordare i dolori strazianti delle sue contrazioni o l’incompetenza di un’ostetrica durante il parto di sua figlia.
Non cadete nella trappola dell’apprensione che vi fa sentire in un limbo convalescente.
Portate avanti i vostri ritmi, il vostro lavoro, le vostre serate con gli amici.
Qualche volta isolatevi, dedicatevi alla lettura, all’immaginazione, al nulla.
Vivendo questo evento come naturale e come tali quindi le manifestazioni che lo caratterizzano, riuscirete a goderne la pienezza, il privilegio.
La gravidanza è non è soltanto attesa, è un momento bellissimo che dura qualche mese.
Indossate con fierezza la veste procreatrice, che aumenterà di giorno in giorno una complicità di coppia che la procreazione di un figlio non può che rafforzare. Sarà divertente scegliere insieme il nome più adatto per il pargolo, programmare dove mettere al sicuro i cd, giocare a scacchi e fare l’amore, con attenzione certo, ma comunque con intensità e lussuria. Quando la creatura comincerà a farsi sentire con calci e movimenti ondulatori spesso inaspettati e quasi violenti, vi ritroverete sul divano, zitti, con i sensi rivolti al pancione, tesi a carpirne il risveglio, a supplicarne un segno, ad elemosinare la risposta ad una carezza. A stabilire un contatto con l’essere sconosciuto ma già amato che portate in grembo.
Ascoltate la musica che vi emoziona. Fluttuante tra le vostre acque, piacerà.
Orgoglioso ed impaziente di diventare padre, il vostro uomo vi invidierà, mentre voi, detentrici dello scettro, già condividerete con quell’essere i vostri giorni e le vostre notti, i vostri stati d’animo, ogni respiro.
E’ qui forse che nasce la prepotenza dell’uomo, dal sentirsi escluso dall’incantesimo che avvolge madri e figli. Che cominci da qui quell’inconsapevole bisogno di rivalsa? Chi lo sa.
Voi godetevi la sue attenzioni e contagiatelo di dolcezza. Ciò che conta è che soddisfi le vostre voglie, anche quelle di ciliegie, nel cuore della notte.