Emma Bonino, una donna, mille battaglie. Ci racconta la sua esperienza in Nord-Africa.
Quelle della generazione delle cinquantenni conoscono Emma Bonino, come la donna che ha osato, appoggiato e sostenuto i diritti della donna in Italia, dal divorzio, all’aborto a mille altre battaglie che hanno portato ad ottenere alcuni diritti di cui noi tutte godiamo, anche se vengono spesso messi in crisi. Non a caso sul Newsweek dell’8 marzo 2011 è l’unica donna italiana riportata tra le 150 che hanno scosso il mondo
Prima di arrivare al suo alto scanno di vicepresidente del Senato, Emma ha vissuto per alcuni anni al Cairo (fino al 2005) dove ha studiato la lingua e si è guardata intorno per capire quei popoli così lontani, ma geograficamente così vicini. In questi giorni di guerre fratricide nel Maghreb, lei è sicuramente una fonte da a cui far riferimento.
Ma chi sono veramente queste donne quando sono a casa loro? Cosa facevano, cosa fanno e cosa faranno?
Glielo abbiamo chiesto tra una parola e l’altra durante un meeting di Pari o dispare a Milano ( l’associazione di cui lei è presidentessa onoraria, dedicata a contrastare gli stereotipi di genere). Le sue risposte sono frammentarie e brevi, ma rendono sicuramente l’idea di contesti molto più ampi.
Lei ha vissuto all’estero nei paesi arabi, ne ha studiato la lingua ed addirittura aveva una casa al Cairo in cui abitava. Che ci dice di queste donne che in questo momento stanno vivendo la tragedia della guerra civile in Nord-Africa?
Avevo una casa, ora da quando sono tornata non più…
Il tipo di aggregazione femminile esistente in Italia con l’associazionismo, in quei paesi, non esiste, (ricordiamoci che parliamo di paesi con regimi autoritari), ma ero riuscita tuttavia a organizzare un convegno con le donne del Mediterraneo nel 2007 http://www.migranti.torino.it/web/DonneMed.pdf
Il problema che esiste in questi paesi per ragioni storiche è la mancanza di libertà. Ma nonostante ciò ci sono donne avvocato del maghreb che hanno lavorato sulla posizione della donna nelle loro società rendendola più accettabile dal punto di vista dei diritti umani. Infatti, la posizione della donna, varia da paese a paese, in alcuni la posizione femminile è stata guidata, come in Egitto, o in Marocco per esempio.
Donne in piazza ve ne erano?
Certo, non tante quanto gli uomini, ma è già qualcosa che indicava che si stavano liberando di uno stereotipo.
Sono solo all’inizio.
Il regime tunisino si è è aperto tramite l’associazionismo femminile molto presente anche in Italia.
La presenza femminile in politica è scarsa ma qualche donna ai vertici politici comincia a farsi vedere (come in Barhein). Tanto più il regime è chiuso e totalitario e tanto meno ci sono presenze femminili.
La condizione delle donne in questi paesi è inimmaginabile, spesso quelle di loro che riescono a sfuggire al velo, venendo a lavorare in Europa, pagano poi la tassa quando tornano a casa, sottomettendosi alle abitudini e costumi locali. Ma è un’enorme contraddizione, perché non reggerà.
L’introduzione delle nuove tecnologie in questi paesi ha avuto un’azione dirompente…
Assolutamente sì, hanno aiutato i regimi ad emergere. Così che un giorno ci si è chiesto perché era successo così all’improvviso
Se e ce lo si è chiesto è perché non si è stati ad ascoltare soprattutto i più deboli e ci si è invece interfacciati soprattutto con i regimi. Da qui l’errore apocalittico di intrattenere relazioni commerciali con la Libia perché fermasse gli sbarchi. Li ha fermati è vero…ma per poter internare i dissidenti in patria.
Comunque il ruolo che hanno avuto le tv private da Al jazeera e Al Arabiya è fondamentale, prima perché parlano in arabo e non in inglese e poi perché ha consentito loro di poter capire che si può essere musulmani ma si può essere anche democratici e votare.
Queste tv hanno non solo informato su quello che succedeva oltreconfine, ma hanno portato nelle varie nazioni il mondo che esisteva fuori. Ed è così che i regimi hanno perso il controllo sociale..
Tutto questo malcontento bolliva da anni, ma ricordiamoci che la maggioranza della popolazione è al di sotto dei 30 anni.
Perciò non è stato improvviso come si vuol fare credere.
Le nuove tecnologie, dalla tv a skype, a facebook e altri hanno introdotto in questi paesi così chiusi all’esterno la vita che esisteva nei paesi occidentali, togliendo i veli all’ignoto e rendendolo desiderabile. Quindi quello che non hanno potuto le armi, le religioni, i confini…lo ha fatto Internet.