Si parla spesso di uccisione del corpo, dell’anima, della vita. Accade davvero così?
Si può parlare di “morte dell’anima” nel senso di un vuoto interiore immenso (almeno nei primi momenti)?
Durante tutti gli anni vissuti insieme, non mi sono mai sentita amata e rispettata anche nei momenti in cui lui si mostrava carino con me: ero vuota dentro, avevo solo paura e pensavo di essere io l’unica responsabile di quanto stava succedendo. Ero sola e convinta di essere io il problema: il mio corpo, la mia anima non mi appartenevano più.
Oggi ripensi spesso a quei fatti dolorosi oppure tenti di tenere tutto chiuso in qualche cassetto della memoria, perché ricordare è ancora troppo devastante?
Ricordare fa male perché per quindici anni sono stata dentro quell’inferno, ma so che solo rielaborando il mio vissuto posso ricominciare di nuovo a riprendere la mia vita. Allora con l’aiuto di altre donne del Centro Antiviolenza sto ricominciando ad amarmi e riconoscermi …..è bellissimo!
Qual è oggi il senso della vita per te? Hai gli stessi obiettivi di prima o hai cambiato le tue priorità?
Di sicuro le mie priorità sono diverse. Appunto sto lavorando molto su di me e sto ritrovando la voglia di vivere. Riscoprendo le mie capacità di essere donna autonoma. Recuperando la mia autostima.
Vuoi aggiungere qualcosa di tua iniziativa? Vorresti dare un tuo messaggio personale alle donne e agli uomini che leggono questa tua testimonianza?
Vorrei dire alle donne che ora sono in gabbia dentro le terribili dinamiche della violenza: non aspettate tanto tempo prima di decidervi a chiedere aiuto, in fondo tutte sappiamo di non essere felici e di essere vittime, solo che abbiamo paura di ammetterlo. E’ troppo difficile accettare che la persona a cui hai dato tanta fiducia sia la stessa che ti distrugge. Rompete il silenzio!
Grazie Marianna.
E io chiudo qui, semplicemente con un abbraccio virtuale a tutte le donne vittime di violenza.