Festival dei saperi delle donne a Bari dal 12 gennaio al 16 febbraio 2012 con 11 incontri
Le donne vogliono, con la forza della propria passione,superare la sterilità del conflitto per assumere una visione strategica che avvii l’adozione di “buone pratiche” di genere, a partire dalla questione se un sapere di donne può aprire strade di intelligenza e conoscenza anche agli uomini.
FESTIVAL DELLE DONNE
1^ Edizione a Bari
Nel segno di IPAZIA
Le donne e i saperi
In occasione del XXV anniversario dell’attività del CENTRO di DOCUMENTAZIONE e CULTURA delle DONNE di Bari (CDC), presieduto da Antonella Masi, è stato organizzato un Festival dei saperi delle donne a Bari dal 12 gennaio al 16 febbraio 2012 con 11 incontri (dialoghi, canti, mostre, proiezioni) durante i quali sono stati messi a confronto i saperi delle donne di formazione del tutto differenti, provenienti da ambiti disciplinari accostati per contrasto (i saperi detti “umanistici” con quelli “scientifici”), in apparenza distanti fra loro, ma che poi, partendo dalle singole soggettività messe in campo, sono risultate affini, per la valenza fondamentale della relazione che le donne sanno instaurare fra loro e con gli oggetti di ricerca del proprio lavoro intellettuale e delle categorie neutre, eredità del pensiero della differenza, rivendicato a partire dalla manifestazione del 13 febbraio 2011, organizzata da SeNonOra-Quando. Tutti tasselli di un mosaico formante un nuovo PARADIGMA dell’esistenza, che non può escludere o ingabbiare quella femminile: un paradigma da esportare fra donne e uomini ignari, ma come ? In conclusione ho anche indicato una strada di divulgazione e contaminazione benevola, praticabile sempre e per ogni iniziativa, adeguata ai tempi odierni.
E’ stata scelta la figura femminile di IPAZIA, donna dai molteplici saperi, scorticata viva per non lasciare traccia di lei, ma che, benché avessero bruciato ogni sua opera, vive ancora e insegna anche dopo secoli a saper coniugare diversi saperi, tipico delle donne di ogni epoca.
Il 12 gennaio, quindi, la Presidente del CDC ha inaugurato il Festival delle Donne, con l’Assessore della Regione Puglia, Silvia Godelli, e Toni Acciani del Centro Interdipartimentale di Studi sulla Cultura di Genere.
Il 13 gennaio si sono confrontate sul tema NARRAZIONI VISIVE la regista Agnese Purgatorio e l’attrice Clarissa Veronico, con le due registe Cecilia Mangini e Alina Marazzi. In serata sono stati presentati diversi cortometraggi realizzati dalle registe presenti dai contenuti significativi, come: Essere donna, Felice Natale, Un’ora sola ti vorrei. Ha presentato la serata la giornalista, vicedirettrice di Antenna Sud, Annamaria Minunno.
Il 18 gennaio è stata inaugurata la Mostra a cura di Agnese Purgatorio “….SOLO ROSE PER TE“, grazie alla collaborazione della Casa circondariale di Bari e le sue ospiti, che è rimasta aperta fino al 16 febbraio, giorno di chiusura del Festival, presso il Dipartimento di Studi Classici e Cristiani , nella città antica,che mostra i lavori delle detenute sul tema e la storia di Ipazia. Le donne con le guardie hanno elaborato dei collage ritagliando immagini da giornali, per comporre un notevole numero di opere in cui viene descritto l’ampio sapere di Ipazia e dopo hanno girato un video in cui, appunto, le rose (le dolcezze, l’amore) venivano scambiate ed attaccate sui corpi di ognuna, quale contaminazione d’amore !
Il 19 gennaio, è stato organizzato l’incontro sui saperi filosofici , FILOSOFIA, con la partecipazione della nota filosofa e scritrice, Chiara Zamboni, della comunità DIOTIMA, docente dell’Università di Verona, che ha snocciolato con estrema semplicità gocce di saggezza profonda, insegnando fra l’altro il modo di comprendere l’altrui astraendosi dal proprio essere e immedesimandosi nell’interlocutore, e Federica Giardini dell’Università di Roma 3, un tempo sua allieva e fra le più illuminate filosofe della nuova generazione. Hanno coordinato la serata la presidente del CDC, Antonella Masi, e la filosofa, Francesca Romana Recchia Luciani, coordinatrice dell’intero progetto, che ha illustrato come con gli incontri si stavano abbattendo le bariere fra i saperri dei generi non trasformandosi in un neutro, ma rimanendo nell’ambito delle soglie di differenza, ma dialogando.. E’ intervenuta anche una nutrita rappresentanza della Casa delle donne di Lecce. in serata ha intrattenuto le persone (donne e molti uomini) presenti la VOCE D’ATTRICE, Isa Durante con alcune letture sul tema, con la collaborazione di ARCA Azzurra e del Teatro Pubblico Pugliese a cura di Clarissa Veronico.
Il 24 gennaio si è svolto l’incontro dedicato alla GEOGRAFIA ed alle SCIENZE, nell’Aula Magna del Rettorato dell’Università di Bari. Rachele Borghi, geografa dell’università di Rennes2 e del IUKB di Sion, oltre al illustrare la presenza femminile nel tempo nell’ambito della Geografia, ha introdotto l’idea di Geografia della SESSUALITA’ , comunque combinata in spazi-aree, ma anche in spazi-sensazioni e spazi-sessualità, e Cristina Mangia, ricercatrice del CNR di Lecce, che ha anche parlato del diverso approccio donna/uomo nella ricerca ormai rivolta in maniera settoriale alle nanotecnologie, in cui il valore donna si estrinseca nella caapacità di legare i vari studi e gruppi di lavoro. Hanno dialogato con loro le insegnanti Pasqua Taronna e Anna di Tonno del CDC-Centro documentazione e cultura delle donne di Bari. Nell’occasione è stato proiettato un altro corto, girato dalla regista Agnese Purgatorio nella Casa Circondariale di Bari, con detenute e agenti, mentre l’attrice Nunzia Antonino ha recitato alcuni brani sul tema. Erano presenti anche alunni di alcune scolaresche guidati dall’insegnante M. Antonietta Guarnieri.
Il 2 febbraio la serie di incontri organizzati dal CDC delle donne di Bari, ha vissuto il dialogare sui saperi delle donne nei campi della STORIA e della MEDICINA con Elisabetta Vezzosi, docente dell’Università di Trieste, e Flavia Franconi, docente dell’Università di Sassari, che hanno dialogato con le docenti Patrizia Calefato e Rosy Paparella socie del Centro CDC. Flavia ha evidenziato come ogni medicina (veleno per il corpo sbagliato) venga testata (a meno di particolari specificità) sul maschile trascurando la evidente differenza di reazione nel corpo femminile. Elisabetta , membro del Comitato Direttivo della Società Italiana delle storiche e prof.ssa in Storia degli STATI UNITI d’America, ha raffrontato nella storia e nell’attualità la posizione della leadership femminile confrontandola fra USA e Italia. Ancora una volta è emersa prepotente l’esigenza di confrontare tutte queste tematiche anche con le donne e gli uomini all’esterno dell’associazionismo femminile nel mondo corrente, portando tali spunti di saggezza, che emergono palesi in questi incontri, alla portata di tutte e tutti. Lo ha evidenziato a viva voce Paola Zaccaria, ordinaria del Dipartimento degli studi sulle differenze di genere dell’Università di Bari. Franca Romana Luciani ha esternato la necessità di cambiamento del paradigma attualmente dominante di impianto maschilista e patriarcale, che regola oggi il mondo sociale, con un nuovo completo paradigma che sostituisca totalmente l’attuale e non a pezzi, perché sia efficace, in grado di inaugurare prospettive innovative e trasformatrici. Si è, quindi, domandata se tale nuova visione della vita sia veramente completa.
Le donne vogliono, con la forza della propria passione,superare la sterilità del conflitto per assumere una visione strategica che avvii l’adozione di “buone pratiche” di genere, a partire dalla questione se un sapere di donne può aprire strade di intelligenza e conoscenza anche agli uomini. Secondo la presidente del centro organizzatore, Antonella Masi, questo processo è già in atto, per le evidenze emerse dai vari incontri di questo percorso, che si è concluso con la festa dell’associazione il 16 febbraio. Il nuovo paradigma ha iniziato a prendere corpo per essere esternato e diffuso. Patrizia Calefato ha suggerito la forma di penetrazione nella vita odierna usando i più attuali mezzi dell’informatica.
Il 9 febbraio l’incontro ha visto l’intreccio dei saperi nei campi dell’ECONOMIA e dell’IMPRESA, con Teresa Masciopinto della Banca Etica di Bari e l’imprenditrice Mariella Pappalepore di Confindustria di Bari e della BAT. A dialogare con loro per il CDC erano presenti Giusi Giannelli, formatrice di Manager, e Marida Leuzzi, bancaria. Giusi ha ribadito l’essenzialità di partire dal proprio soggettivo per giungere ad un insieme globale e culturalmente significativo e diverso. Durante l’incontro sono stati proiettati due corti significativi. Il primo su un esperimento effettuato in Belgio, con l’invenzione di una Banca (ACE Bank) con la caratteristica della trasparenza sulla redditività degli investimenti nel campo dello sfruttamento minorile nel lavoro e il sovvenzionamento di costruzione di armi e la loro collocazione nel mondo. La Banca (inesistente) è stata fatta chiudere, ma gli avveduti ideatori dell’iniziativa, in conferenza stampa, numeri alla mano, hanno evidenziato che l’unica differenza con i colossi delle Banche mondiali stava nella loro trasparenza, visto che tutti gli investimenti di questi colossi sono proprio nei settori denunciati. L’idea mirava a far riflettere su come vengono investiti i risparmi dalle banche e ci sono riusciti. Cosa fare, visto che, come denunciato da Marida, spesso anche le donne nelle banche non incidono o si adeguano ad una impostazione maschile ? Teresa ha indicato nella Banca Etica, o altre banche simili, una strada perché i risparmi siano reinvestiti in miglioramenti della vita sociale delle persone, e nell’acquisto di prodotti equo solidali. L’altro corto ha illustrato come 350 operatori dello stabilimento OMSA di Faenza, per la maggior parte donne, licenziate perché la società capo fila Golden Lady ha deciso di aprire la fabbrica in Serbia, dove il costo della manodopera è molto più basso, hanno inscenato una forma di protesta singolare, creando una rappresentazione teatrale di strada “LICENZIATE” che mette , in modo garbato, ma efficace, tutti i passanti a conoscenza della situazione, divulgato anche su youtube e molto cliccato. L’imprenditrice Mariella ha raccontato come anche nella sua azienda, nata da una sua idea con altri colleghi uomini avveduti, diventata una esportatrice a livello mondiale, la crisi in atto è stata affrontata col dialogo di tutti i collaboratori, dalla dirigenza agli operai, che hanno condiviso una riduzione di stipendio totale e partecipata che ha consentito di superar le difficoltà. Indica , quindi, con il dialogo fra imprenditore e collaboratori la soluzione del problema e l’attuazione di buone prassi che mettono la persona in primo piano, grazie alla sensibilità femminile dell’imprenditrice. Però ha evidenziato come tale nuova organizzazione del lavoro sia ancora poco divulgata. Per Giusi il partire da se e la capacità di ribaltare i paradigmi dell’organizzazione trasformando la necessità del benessere delle persone il perno di tutto si può uscire da questa situazione che non è di crisi finanziaria, ma è di crisi culturale.
Il 16 febbraio l’incontro conclusivo, prima della festa del tesseramento conclusiva, IN-CANTANTE, che ha visto il concerto di ROSAPAEDA.
L’ultimo incontro, quindi, ha messo insieme a dialogare sui temi SCIENZE e LETTERATURA, Sylvie Coyaud. Giornalista e traduttrice, e Chiara Ingrao, scrittrice e saggista, con Annalisa Mirizio e Francesca R. Recchia Luciani per il CDC. Per una degna conclusione di tutto il percorso è intervenuto il Magnifico Rettore dell’Università di Bari, Corrado Petrocelli, con un intervento al di fuori degli schemi e molto dotto e piacevole sul tema intero.
Chiara Ingrao, come abitudine, è partita a descrivere il suo vissuto con varie ed importanti esperienze, tra cui quella Parlamentare, di consulenza a diverse Ministre delle Pari opportunità, ma soprattutto quella nel sindacato CGIL per i metalmeccanici, quando si passò all’esperienza dei collettivi di fabbrica ed ad un modo diverso di fare sindacato dalla base. Ogni sua esperienza, tranne quella da scrittrice, l’ha portata al contatto con le persone e alla ricerca con esse ad un dialogo costruttivo e risolutivo delle problematiche. Sylvie Coyaud, nata a Parigi, vive e lavora a Milano, scrive per D-La Repubblica delle Donne, il Sole-24 Ore, Oggi Scienza e sul blog dell’Oca Sapiens. Come volontaria, collabora a Radio Popolare e a Climalteranti, il sito di informazione sulle ricerche climatiche, e cura le voci delle scienziate per l’Enciclopedia delle donne. Tra i premi per la divulgazione scientifica, nel 2003 ha ricevuto un asteroide e nel 2009 l’Agrilus coyaudi, un buprestide verde dagli occhi rossi scoperto nelle foreste pluviali del Gabon. Ha ricordato come nella ricerca scientifica le donne , se pur in competizione su analoghe ricerche, non sono mai in avversarie. A tal proposito cita le due premio Nobel per la Medicina del 2009 (più esattamente per la biologia) Elizabeth Blackburn e Carol Geider, che, pur essendo concorrenti nella stessa ricerca, sul palco della premiazione sono salite tenendosi per mano (come mai avrebbero fatto due uomini). Inoltre, con altri esempi ha evidenziato la poliedricità delle donne che riescono a coniugare impegni di alto prestigio nelle scienze con passioni completamente opposte, come Pardis Salceti, chitarra rock e allenatrice della squadra di calcio di Oxford, sia una emerita scienziata operante ad Harward, come l’Italiana Ilaria Capua.
Dopo la festa ed il tesseramento, ora tocca ricomporre il paradigma dei saperi delle donne nei vari campi e divulgarlo, contaminando donne ignare e uomini scettici. Il Festival appena terminato ha evidenziato un nuovo protagonismo delle donne in tutti gli ambiti reali, che va molto aldilà dei ruoli sociali tradizionali di accudimento e cura, imposti alle donne sia nella sfera privata , che pubblica da un sistema maschilista. Questa è la felice promessa emersa, ma che costituisce solo l’inizio di un nuovo paradigma si vita sociale.
Già durante i vari incontri, anche perché socio del CDC, ho continuamente proposto gli argomenti trattati in numerosi gruppi nel social network più diffuso, facebook, utilizzando le immagini, in appositi album dei vari incontri, quale mezzo più diretto per la divulgazione degli incontri organizzati sui saperi delle donne (ma non solo questi) perché il mondo assente e distratto (maschile , ma anche femminile) si accorgesse dell’esistenza di una cultura diversa e della opportunità, ma forse necessità, di regolare l’esistenza su un nuovo paradigma basato sulla democrazia paritaria nel rispetto di tutte le differenze. Questo nuovo modo diretto di comunicare, con l’effetto immagine e con commenti riassuntivi, mira ad una partecipazione a cerchi concentrici del sapere, diffondendolo con onde concentriche, chiedendo anche la collaborazione di coloro che, saggiamente, si sono affacciate a questi incontri e che, attraverso le proprie bacheche possono ampliare la divulgazione di queste tracce di conoscenza ai loro amici con le riflessioni nuove !
Questo progetto si è reso possibile grazie alla collaborazione di tante donne : Anna De Giosa, Lea Durante, Agnese Purgatorio, Clarissa Veronese ed il Comitato promotore, composto da: Elia Agresta, Chiara Divella, Anna Di Tonno, Giusi Giannelli, Letizia Guglielmi, Marina Losappio, Pasqua Taronna e Paola Zaccaria. Ha curato il Festival Trailer la regista Nole Biz.
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1 commento
bellissimo questo festival!… saperlo prima valeva ben un viaggio a Bari!
Grazie di questo riassunto che fa intuire quanto lavoro è stato svolto ma anche quanto c’è ancora da fare.
Personalmente sento molto fermento: ovunque le donne sognano/desiderano una via d’uscita (come se si svegliasse un’antica forza).. molte si organizzano con microprogetti… ancora c’è molta timidezza, ansia, confusione.
Ma la metamorfosi ormai è già in atto.