Per la natura, per un uomo, per la carriera. Questo è ciò che raccontano in Giamaica.
Ho intervistato brevemente Mery, una buona rasta italiana, senza prendere appunti e senza registrare, ma sedute di fronte alla Long Bay Port Antonio bagnata dalla pioggia tropicale incessante.
Perche’ sei venuta in Giamaica Mery?
Dopo aver viaggiato a lungo mi sono detta: perché non proviamo la Giamaica?
E sono approdata qui 10 anni fa. Ho cominciato a lavoricchiare aiutando degli amici, naturalmente italiani, e poi mi sono inserita nel tessuto locale giamaicano. Non parlo bene l’inglese, ma ho imparato il patois che è la lingua locale usata dalla popolazione, un miscuglio tra inglese e gergo dialettale. Yes man. Rispondono i giamaicani invece di dire semplicemente sì.
Ma cosa ti ha attratta dalla Giamaica?
Tutti penserebbero un uomo, dato che i giamaicani sono molto prestanti e dolci e come tu stessa ci hai raccontato, se gli occidentali hanno trovato il punto G i giamaicani, conoscono i punti dalla A alla Zeta.
Beh, diciamo che mi ha conquistato la loro cultura, fatta di naturalezza, vicinanza alle cose reali, senza stress e l’ossessione del possesso delle cose. I rasta, come me, sono vegetariani, non mangiano i crostacei considerati animali impuri, non bevono alcolici, usano la marijuana come rito religioso e sono una comunità molto unita tra di loro.
Mai pensato di tornare in Italia?
Tempo fa, dopo un uragano (n.d.r. qui siamo in un’area ciclonica, io stessa sono tornata in Italia, anticipando di poche ore l’uragano Ernesto) ho pensato di tornare a casa. Ma poi ho deciso di non utilizzare il biglietto. Non avrei potuto fare a meno di questa natura, degli spettacoli naturali che mi si offrono ogni giorno e che amo.
Mery mi ha poi portato anche a vedere un’assemblea di veri Rasta in una piazza della capitale Kingstone. Tutti insieme discettavano di alcuni bravi religiosi presi dal Vecchio Testamento. All’aria aperta, donne bambini ed anziani .
Continuando ci ha poi portato in una chiesa del Settimo Avvento, dove abbiamo assistito ad un’allegra cerimonia.
In Giamaica ci sono più chiese che bar ed il loro impegno non si limita ad assistere ad un’oretta di messa domenicale, ma coinvolge tutta la comunità, come ci ha raccontato poi una giovane giamaicana che è numero due nazionale di tennis, Sonja Chartton. 23 anni, nata ad Ochos Rios, figlia unica di una madre che di figli ne ha altri, ma da padri diversi. In Giamaica , infatti ,è molto comune che le donne abbiano figli da padri diversi come che gli uomini abbiano più donne e più figli. Senza matrimoni che costringano alla fedeltà di coppia. I figli vengono educati dalle nonne e dagli altri fratelli più grandi, in una grande famiglia allargata. Ciò soprattutto nelle classi povere o della generazione precedente.
Sonja, lavora come allenatrice di tennis in un albergo, ma sogna di riunirsi finalmente al marito, sudamericano che studia negli stati Uniti. Sposatasi A 20 anni per amore, dialoga con il marito per posta, per telefono e per e-mail, fino a quando questi non avrà finito gli studi e potranno ricongiungersi. Sonja pensa di continuare a lavora negli States o riprendere a studiare.
Un’altra giamaicana, Theresa, di Kingstone, 23 anni ,ci racconta a differenza della prima di non condurre una vita morigerata, ma di andare a ballare ogni sera dalle 11 alle 5 a.m. e alle 7.a.m. prima di riprendere a lavorare come animatrice.
A lei ho fatto la domanda che avevo sulla punta lingua da molto: le giovani generazione usano qualche contraccettivo per evitare malattie e concepimenti indesiderati?
Theresa, dice addirittura di usare sia pillola che preservativo e di essere selettiva nei riguardi dei partner.
Insomma, niente sesso selvaggio e figli a vagonate, nella nuova Giamaica, Ma questo sarà evoluzione o involuzione? In un paese di 3.000 di abitanti su un territorio grande quanto l’Abruzzo le nuove nascite aiuterebbero la crescita.:)
Infine riporto l’esperienza interessante di una giovane macedone, Maja Milanoska, 26 anni, incontrata in un resort giamaicano. Maja ha seguito un corso garantitole da una borsa di studio in Bulgaria di “hospitality management Dopo il master, Maya è stata 5 mesi in Norvegia in stage e poi è stata mandata in Giamaica. In Macedonia, il padre di Maya è un medico specialista e guadagna 250 Euro al mese. Per farla studiare i genitori e parenti si sono autotassati. Parla 4 lingue: inglese, italiano (imparato guardando Incantesimo in TV) , spagnolo e francese, oltre al macedone naturalmente.
E’ da pochi mesi in Giamaica e le sue conoscenze in discoteca non sono state delle più immemorabili.
Ma a Maja basta stare tra la gente e continuare la sua strada di istruzione e lavoro.
3 commenti
ciao!sono una ragazza di vent’anni e vivo a Verona. Volevo sapere se potevo avere il contatto di mery o di qualche italiano che potrebbe aiutarmi nel progetto di andare a vivere in Giamaica. Penso che sia il paese della felicità.
Ciao c’è l hai fatta ad andare a vivere in Giamaica? Io stavo guardando un documentario e dono affascinato da quel posto e mi piacerebbe tanto andarci e magari viverci io ho 37 anni e una svolta nella vita mi piacerebbe ….informami
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