di Cristina Obber
C’è differenza tra abitudine ed abuso. Impariamo a riconoscerla.
Sarà perché mi piace pensare positivo, sarà perché sono un’ inguaribile ottimista, ma io se penso a facebook non mi sento di gridare al lupo al lupo. Per molti fb colma un vuoto? Vuol dire che c’è questo vuoto, e allora colmiamolo! Ricordandoci che la solitudine non è soltanto figlia della pigrizia. A volte è oggettiva, e la rete diventa una manna dal cielo. Non abbiamo bisogno di inquisitori, ma di buon senso.
Leggo che i ragazzi non sanno più studiare, concentrarsi, isolarsi. Non è colpa di facebook, ma della mancanza di regole, di limiti, di orari. E prima c’era messenger, dove però la distrazione riguardava una ristretta cerchia di argomenti. Ben vengano gli stimoli di fb a leggere un articolo di giornale, ad ascoltare un pezzo di una band che non conoscevi, a ricordare un amico lontano di cui ti fa piacere sapere che in quel momento è felice.
E’ vero, la parola dipendenza suscita sempre apprensione, apprensione e tenerezza, perchè svela una fragilità a volte straziante che vorremmo in qualche modo accarezzare. Ma ben venga facebook se placa la necessità di sapere con chi sta scopando Readge o chi sta litigando sull’isola dei famosi. Non credo che tolga spazio all’intelletto e al dialogo in famiglia, non più di Bonolis e Laurenti o Maria De Filippi.
Perché non parliamo anche di dipendenza da reality? Le dipendenze non si sostituiscono tra loro, certo, semmai si affiancano, ma preferisco pensare sempre ad una comunicazione a doppio senso anzichè ad un tunnel dove mi infilo a mani legate, sguardo fisso e creatività in stand by.
Tutto ciò riguarda il mondo dei grandi, ovviamente, degli over-14. Per il mondo dei bambini sono proprio antica, preferisco mamma casetta e una spada di legno alla tecnologia, e non mi risulta siano nati centri per disintossicare i bambini dalla play station e rimandarli a giocare al parco.
Ma questa è un’altra storia. La dipendenza dalla rete non è soltanto facebook, ma oggi questa parola tira, e allora tutti ad alimentare il nuovo mostro.Mentre il porno on line stordisce migliaia di persone e il poker ne isola e distrugge altrettandole, riempiendole di debiti. Se mi continui a mettere in mano una pistola carica poi non ti stupire se prima o poi sparo.
C’è differenza tra abitudine ed abuso. Impariamo a riconoscerla, questa differenza, ci servirà su tutto, tutti i giorni. Ma se sentiamo il bisogno di fare autocritica (Dio solo sa quanto ce n’è bisogno!!!) facciamola davvero, anche su quello che mediaticamente non tira, perché anche lo share è una dipendenza. Ci vediamo in bacheca.