di Caterina Della Torre
E la vita cambia…
Ho vissuto un bel po’ di cambiamenti interiori importanti che hanno portato inevitabilmente a delle scelte altrettanto significative, soprattutto ho dovuto e voluto pesare quello che per me conta veramente nella vita.
Ero in crisi per la fatica di conciliare famiglia e lavoro, poi la separazione voluta da me, ma elaborata negli anni con grande fatica, dolore e sensi di colpa.
Qualche anno dopo, una causa occasionale mi ha portato a dare le dimissioni (la mia bambinaia una mattina di domenica mi chiama e mi dice “… signora, .. mi spiace non riesco a venire lunedi perchè sono in ospedale.. sono stata male nella notte di venerdi e mi han portato in rianimazione…”, la davano per persa e si è salvata per miracolo)
Tutto lo stress della gestione pratica del quotidiano, la gestione emotiva delle bimbe in più aggravata dalla separazione, la quasi morte della bambinaia (più una persona di famiglia che una donna a contratto) da un giorno all’altro(più una persona di famiglia che una donna a contratto) .. mi ha riportato a riflettere su cosa veramente è importante nella vita..almeno nella mia vita
Da li, il passo di dare le dimissioni per seguire quello in cui credo, dedicarmi alle mie figlie ed ai bambini in generale.
Qualche mese dopo ho fatto un concorso pubblico indetto dal Comune di Milano per diventare educatrice precaria; .. ho lasciato un lavoro sicuro, uno stipendio buono per essere precaria, pagata poco, e anche “socialmente” poco rispettata (normalmente educatori e maestri sono classificati come fancazzisti..)
Ma io volevo capire, vivere, studiare ed accompagnare i bambini in questa fase, 0-6 anni, delicata ed importantissima ..e sottovalutata.
L’educatore è un mestiere bellissimo e ricchissimo, ho vissuto in un mondo completamente diverso, la scuola non è trattata bene dallo Stato ed è molto sottovalutata, così oltre al personale che non ha voglia di lavorare (categoria trasversale che esiste in ogni tipo di lavoro), ho visto anche educatori che lavorano in modo professionale e che con amore, accompagnano i bambini alla scoperta del mondo ed alla scoperta di se ..è meraviglioso vederli lavorare e soprattutto vedere gli effetti sul bambino, e questo con sempicità, avendo ben presente la ricchezza dentro al bambino ed utilizzando semplici strumenti sia per gestire il comportamento, che per gestire il suo sviluppo generale emotivo e pratico
Col tempo però ho notato con evidenza i limiti del ruolo dell’educatore di fronte al benessere ed allo sviluppo del bambino: bisogna lavorare con il genitore per il bene del bambino: anche il genitore deve essere consapevole di come i suoi atteggiamenti ed il suo modo di comunicare con il figlio possa “condizionare” il suo sviluppo
Cosi ho pensato che sarebbe stato utilissimo se alcune conoscenze fondamentali ed alcuni strumenti degli educatori potessero essere condivisi con tutti i genitori.
Ho deciso quindi di realizzare il portale che hai visto, pensando i contenuti, costruendone la struttura e pensando alle video interviste per attrarre di più le persone; ho chiesto ad un mio ex cliente appassionato di video e montaggi di aiutarmi per quella parte, ho chiesto a colleghi educatori e a psicologi di prestarsi per le interviste. E’ stato impegnativo e divertente: lavoravo dopo le 10 di sera quando le bimbe dormivano, andando avanti fino a mezzanotte o alle 3 o alle 5 del mattino per poi alzarmi dedicarmi alle bimbe ed andare al lavoro che era il terreno fertile per nuove idee.
In quel periodo ho capito la differenza tra lavorare e lavorare per qualcosa in cui si crede: tutto è fattibile, gestibile, sopportabile, anche dormire pochissimo e mettere in mostra il proprio viso di fronte alle telecamere e parlare..
La creazione del portale è durata un’anno e quando era quasi ultimato ho iniziato a prendere contatti con Regione, Ospedali, Comuni, aziende per diffonderlo liberamente.
Poi mettendo insieme il ricordo della fatica del genitore in azienda di conciliare famiglia lavoro con la diffusione delle conoscenze educative, ho ideato il progetto andiamo dai genitori in azienda proponendo alle compagnie di dare formazione e altri servizi direttamente in azienda ai propri dipendenti per agevolarli anche in ottica di welfare aziendale
Che obbiettivo ti proponi con Genitori Dop?
Due obiettivi:
1. formale:
diffondere le informazioni il più possibile
cercare di facilitare i genitori nella gestione della famiglia e del tempo grazie al portale ed al progetto andiamo dai genitori in azienda in cui diamo servizi ai genitori proprio dove loro passano la maggior parte del tempo, in azienda. Il percorso inizia da quando sono in “attesa” per far conoscere in anticipo le tante situazioni in cui si troveranno e normalizzare quindi stati d’animo personali, situazioni di coppia, o crisi individuali …
2. sostanziale:
ricordare ai genitori il loro ruolo fondamentale pratico ed emotivo per lo sviluppo e per il futuro del figlio, soprattutto nei primi anni di vita perchè qui si costruiscono le fondamenta, che permettono alla “casa” di affrontare pioggia neve grandine terremoti .. oltre che il sole ed il cielo sereno … Molti genitori (tra cui anche la sottoscritta fino a qualche anno fa) pensano che per dare delle opportunità al figlio lo si debba far studiare nelle migliori università o prendere un master o altro ..ma in realtà la più grossa e prima opportunità che gli si può dare è fargli credere in se stesso, essere autonomo, renderlo capace di analizzare le situazioni, di prendere delle decisioni..solo così anche l’opportunità dello studio nelle migliori scuole può essere utile …
permettere ai bimbi, quindi agli adulti di domani, di avere fondamenta solide per poter vivere la propria vita e fare scelte consapevoli a maggior ragione in una società così difficile che mette in evidenza e manda messaggi spesso contrari a quelli che sono i valori fondamentali dell’essere umano
E’ difficile essere genitori al giorno d’oggi? Oggi più di ieri e perche?
E’ molto difficile essere genitori oggi per diversi motivi: i bambini sono diversi da un tempo e la classica “disciplina”- autoritarismo che si usava con noi, ora è molto meno efficace noi donne spesso abbiamo studiato e ci gratifica lavorare ed essere indipendenti economicamente, ma essere mamma e lavoratrice comporta sempre una sorta di strappo tra due mondi che implica spesso scelte, sacrifici e sensi di colpa noi genitori abbiamo meno tempo per stare con i figli, e quando ci siamo è facile che ci sentiamo stanchi, che abbiano bisogno di rilassarci e questo può portare ad esempio a concedere un po’ troppo al figlio magari anche per compensare inconsciamente i sensi di colpa, portando ad una sorta di convivenza con regole troppo flessibili, che creano solo confusione nel bambino ed alla lunga maggior fatica per il genitore spesso chi si è trasferito in un’altra città rispetto a quella d’origine, non ha l’appoggio della famiglia estesa accentuando le difficoltà per l’educazione del bambino e per la gestione pratica
le trasmissioni per bambini/ ragazzi o gli spot danno messaggi devianti ed alle volte molto in contrasto con i valori che normalmente un genitore vuole trasmettere ai propri figli.