da ”La crociata di Renzi” sul ”Riformista”
di Cinzia Romano
Il sindaco di Firenze Matteo Renzi non si accontenta più di “rottamare” chiunque sia nato un mese prima di lui e di bollare come “ideologica” qualsiasi battaglia per i diritti conquistati, sia che si tratti di lavoratori che di donne. Se al segretario del Pd Bersani ha ricordato che “lo Statuto dei lavoratori è del 1970, quando la smetterai di parlarci dell’Italia di allora per parlarci di quella del 2030?”, alle donne fiorentine ha rifilato un nuovo regolamento di polizia mortuaria con il quale si prevede di realizzare uno spazio nel cimitero monumentale di Trespiano per “i “feti che non siano stati dichiarati morti, per i prodotti abortivi e quelli del concepimento”.
I movimenti e le associazioni femminili, in testa il comitato di Firenze di Se Non ora quando e Libere tutte, sono insorte contro “la mancanza di coraggio nell’attaccare in maniera diretta la 194 e l’uso di mezzi subdoli e interventi di alto valore simbolico per colpevolizzare le donne che scelgono l’interruzione volontaria di gravidanza”. Non sono mancate critiche dalle parlamentari del Pd e delle donne di sinistra. Imbarazzante e sgradevole il silenzio o l’appoggio al sindaco delle assessore della giunta paritaria!
Vecchia battaglia ideologica, l’ha bollato il sindaco dai modi ruvidi e spicci, inversamente proporzionali al suo pensiero light!
Sta di fatto che il “nuovo che avanza” ha ridato fiato ad organizzazioni neofasciste , Casaggì e Giovane Italia che hanno organizzato un blitz contro i consultori di Firenze, contrassegnati come scena del crimine con tanto di nastro giallo e minacciose scritte come “L’aborto è un’infamia difendi la vita”. Si tratta delle stesse organizzazioni che ogni anno celebrano i cecchini nazi-fascisti che sparavano dai tetti ai civili durante la Liberazione di Firenze.
E il sindaco di Prato e il governatore della Campania, per non essere da meno del primo cittadino di Firenze, stanno replicando l’iniziativa.
Lunedì l’ultima parola spetterà al Consiglio comunale che dovrà decidere se il nuovo regolamento è così fondamentale visto che c’è già una legge che permette alle madri e alle famiglie che lo richiedono di dare sepoltura ai feti.
La Firenze del 2012 (non ci avventuriamo a immaginare quella del 2030) con il sindaco Renzi somiglia tanto a quella del 1980, da dove partì la raccolta di firme del Movimento della vita di Carlo Casini (fiorentino, ora europarlamentare) per abrogare la legge 194. Gli italiani nel 1981 bocciarono sonoramente quella crociata. Ci auguriamo che Firenze e l’Italia di oggi siano se non migliori almeno simili a quelle di trenta anni fa.