di M.P.Ercolini
La musica sembra condividere le sorti della donna, anch’essa lasciata ai margini della storia
Nei manuali di storia della musica raramente s’incontrano compositrici ed esecutrici. La musica sembra condividere le sorti della donna, anch’essa lasciata ai margini della storia. Alcune figure riescono ad emergere soltanto grazie ai loro cognomi noti: i personaggi femminili, infatti, si nascondono tra le ombre dei monasteri e delle corti e quelle di padri, mariti e fratelli ingombranti. Eppure l’Europa pullulava di musiciste, quasi tutte sconosciute al grande pubblico.
Gabriella Durand si propone di stimolare la curiosità verso una disciplina spesso impacchettata entro schemi preconfezionati che ne oscurano il fascino e le sfaccettature e da questa disciplina trovare spunti di riflessione sulla storia femminile.
Il percorso focalizza l’attenzione sulla musica occidentale, ricca di angolature e collegamenti interdisciplinari, e propone una metodologia applicabile a qualunque altro ambito: porre quesiti provocatori che scardinino la visione scontata della “questione femminile, invitando alla ricerca di interpretazioni alternative e personali, da confrontare successivamente con la lettura istituzionale.
Quali musiciste riuscirono a rompere il muro del silenzio?
I primi approfondimenti consentono di scoprire il talento e la personalità di alcune donne chiave della musica medioevale, sempre e solo legate a figure maschili che ne permisero la visibilità o ispirate dalla quiete del chiostro: Eleonora d’Aquitania, regina di Francia e poi d’Inghilterra, e mecenate dei trovatori; Beatrix contessa di Dia e moglie di Guglielmo di Poitiers, forse la più alta tra le voci femminili della scuola trabadorica, Tibors de Sarenom, sorella di Raimbaut d’Orange e Maria de Ventadorn, moglie del trovatore Bernard, Hildegarde von Bingen, la grande mente eclettica renana, cosmologa, drammaturga, linguista, botanica e filosofa, cresciuta in un monastero benedettino dove, tra profezie e visioni, cercò nella musica un nuovo strumento di elevazione.
L’età moderna consentì alle musiciste una maggiore visibilità e quale fu il prezzo per ottenere una propria indipendenza?
XVI e XVII secolo non portarono ancora alla luce le artiste, che sostanzialmente rimasero figlie, mogli o sorelle di uomini illustri.
Fu così per Isabella Leonarda, detta “la Musa Novarese”, che riuscì a studiare e a comporre musiche religiose ancor oggi apprezzate grazie all’influenza del padre, noto musicista, e alla protezione del convento.
Ed anche Francesca Caccini, detta “la Cecchina”, figura di spicco nella nascente musica barocca e nel melodramma, prima donna a comporre un’opera teatrale e cantante nelle più importanti corti europee è figlia d’arte: fu la notorietà di suo padre, Giulio, ad aprirle le porte medicee.
Barbara Strozzi, figlia di un noto intellettuale e musicista fiorentino, cantante e compositrice apprezzata, pagò la propria autonomia con l’infamante accusa, mai del tutto smentita dagli storici, di essere una “cortigiana”.
Ma alla corte francese, qualcosa si stava muovendo. Elisabeth Jacquet de la Guerre, cantante, clavicembalista e compositrice, figlia di un famoso organista a Versailles, acquisì una notevole cultura e godette di molti privilegi professionali mantenendo una sua indipendenza; pur sposandosi e lasciando la corte di Luigi XIV, continuò a beneficiare della sua protezione. Alla morte del marito e del figlio intensificò l’impegno musicale, ampliando la sua fama in Francia ed in Europa.
Ma furono davvero ingombranti i fratelli? La questione è la presenza del fratello o il destino riservato alle donne?
Nannerl Mozart, sorella maggiore di Wolfgang, conobbe eguale successo come enfante prodige nelle corti europee. Il fratello la incoraggiò sempre ma era destinata ad un matrimonio felice a cui non si sottrasse.
Credeva in se stessa? Avrebbe avuto davvero le qualità per passare alla storia?
Fanny Mendelsshon, compì gli stessi studi musicali del fratello Felix. Si esibì con lui nei salotti della borghesia tedesca. Il fratello, e in seguito il marito, la incoraggiarono ma il padre riteneva che la sua cultura musicale fosse “un grazioso ornamento”. Raramente pubblicò opere a suo nome, mentre eseguì spesso opere del fratello. Perché?
Altri tempi, altri nomi, nuove speranze.
Clara Wieck Schumann, figlia di un padre tiranno, suo maestro e impresario, sposò Robert Schumann contro il volere del padre. Rimasta vedova, e finalmente affrancata dalla opprimente figura paterna, si dedicò alla diffusione delle opere del marito e nel contempo intensificò la propria attività di compositrice e concertista.
Germaine Tailleferre, educata alla musica dalla madre, si iscrisse al
conservatorio all’insaputa del padre, frequentando l’ambiente artistico di Montparnasse. Conobbe Chaplin e iniziò a comporre musica da cinema, entrando nella rosa dei grandi. Due mariti gelosi e diverse relazioni non ne ostacolano la produzione artistica.
Altri spunti di riflessione vengono dalla lettura dei rapporti tra chiesa, musica e voci femminili, dedicando spazio alla figura dei castrati, introdotti in campo musicale, già in epoca bizantina, a causa della proibizione imposta alle donne di cantare in chiesa e di calcare il palcoscenico, e molto diffusi fino nal tardo barocco, quando cominciarono ad entrare in conflitto con le donne cantanti.
Più oltre si accenna a quella che, secondo gli schemi consueti, viene proposta come musica “popolare”: i canti delle mondine e delle prefiche. Proprio perché strettamente correlati con la cultura popolare, questi ultimi sono forse gli argomenti che maggiormente si prestano ad approfondimenti interdisciplinari e a dibattiti in classe, strumenti preziosi di crescita e di riflessione.
Agli ultimi quesiti, “Perché le musiciste ‘e soprattutto le compositrici
sono così rare nella storia della musica”, “E oggi? La situazione è mutata? si vuol dar risposta invitando ragazze e ragazzi a navigare tra i blog alla ricerca dei più frequenti stereotipi di genere.
L’autrice
Gabriella Durand, docente di educazione musicale nella scuola media e di canto in istituzioni private, è diplomata in canto al conservatorio dell’Aquila e
laureata in discipline musicali presso il conservatorio“S.Cecilia” di Roma.
Ha svolto un’intensa attività concertistica in Italia e all’estero specializzandosi nel repertorio rinacimentale-barocco.
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