di Maria Grazia Tundo
Dalla Spagna, ad Arezzo, poi Roma e infine Bari. Un progetto letterario per non dimenticare il libro
Nel 2010 una luminosa masseria nella campagna pugliese di Monopoli ha ospitato un evento interessante e coinvolgente: un incontro con le Donne Di Carta di Roma e Arezzo, che sono venute a portare le loro voci per accompagnare le pagine dei libri che amano fino in terra di Puglia. L’iniziativa che ha avuto uin grande successo, si ripete l’8 marzo del 2012.
L’iniziativa si rifà all’idea, presente nel romanzo distopico di Ray Bradbury, “Fahrenheit 451” , di imparare i libri a memoria, di “farsi libro vivente” per ovviare alla loro distruzione, essendo considerato un reato leggere libri nella società totalitaria in cui è ambientato il testo. Ovviamente potrebbe sembrare provocatorio dover apprendere a memoria pagine di romanzi e poesie in un’epoca in cui i supporti che aiutano a ricordare sono innumerevoli e in sempre maggiore espansione. Tuttavia, l’idea di fondo che percorre e delinea il progetto è che imparare a memoria, per poi “dire” a voce alta ciò che abbiamo memorizzato, senza recitarlo, significa rendere il testo un corpo in movimento, in evoluzione, legato all’idea della gratuità del dono.
L’incontro affollato del 2010, a cui hanno partecipato uomini e donne di diversa provenienza è stato immaginato, sognato, voluto e reso esperienza viva e concreta da Francesca Palumbo, insegnante di inglese nella scuola secondaria a Bari e scrittrice di narrativa
Sicuramente Francesca ha una forte carica comunicativa che le ha permesso di trascinare in quella che all’inizio sembrava solo un’idea un po’ folle altre persone che hanno cominciato a condividere il suo entusiasmo.
Abbiamo deciso di chiedere a lei di parlarci dell’evento.
————————————————-
Come sei venuta a conoscenza dell’iniziativa delle Persone-Libro e come mai hai deciso di invitarle e ospitarle a Bari?
Sono approdata al “progetto persone-libro” veramente per caso, per serendipità, bloggettando e navigando su Internet, e quando ho capito di che cosa si trattava ne sono rimasta letteralmente folgorata. Per questo ho pensato subito che le persone libro dovessero venire anche giù da noi in Puglia, ho pensato che avevo assolutamente voglia di conoscerle, di incontrarle, di ascoltare! E partito tutto così, sull’onda del puro entusiasmo!
Di che si tratta?
L’associazione romana “Donne di Carta”, di cui è presidente Sandra Giuliani, e che ha già una propria cellula di persone libro ad Arezzo grazie a Roberta Buccianti, è portavoce in Italia dell’iniziativa spagnola “Projecto Fahrenheit 451-Las personas libro” nata e fondata a Madrid da Antonio Rodriguez Manendez, che si è ispirato a sua volta all’omonimo romanzo di Bradbury. Le persone libro non leggono, né recitano, ma “dicono libri, pagine di libri, imparate a memoria.
In particolare cosa del progetto Persone-Libro ti ha attratto?
Ciò che mi ha colpito di questo progetto è che-non solo promuove la lettura-(di progetti che lo fanno ce ne sono tanti, tantissimi)- ma che sono le pagine, sono i libri a muoversi e ad andare dalla gente. E vanno davvero dappertutto, non solo nelle biblioteche, nelle scuole, ma anche nelle piazze, nelle carceri, negli ospedali, nelle case, insomma ovunque! Le persone libro dicono pagine a memoria, e nel farlo il soggetto non si impone, ma solo trasferisce le parole di un autore, cercando di costruire il piacere dell’ascolto. Non si cerca di metter su uno spettacolo, ma proprio una relazione con la gente, con chi partecipa.
Chi ti ha seguito e sostenuto nell’organizzazione dell’evento qui in Puglia?
La Masseria Santanna di Monopoli si è subito resa disponibile come spazio possibile per ospitare e organizzare l’evento, e naturalmente anche tutte le amiche e gli amici, che senza riserve, si sono messe in gioco proponendo da subito delle pagine a loro care e allenandosi a dirle, a regalarle, a consegnarle.
Riuscire ad ipotizzare un evento così complesso avrà sicuramente implicato qualche timore o perplessità da parte tua…
Sinceramente non ho avuto timori, sono partita e basta; fa parte del mio carattere, sono una passionale… Se una cosa mi piace mi ci butto dentro, ci credo e sento l’urgenza di condividerla. E’ quello che ho fatto, semplicemente.
Confesso che non mi aspettavo un’adesione così forte! Il mio invito a partecipare all’evento è stato accolto da circa 150 persone, che incuranti della distanza, sono venute a Monopoli con entusiasmo e anche una certa curiosità.
Come è stato il primo impatto con le Persone-Libro? Ci sono stati incontri preparatori?
Nessun incontro precedente se non qualche scambio veloce di e mail e un paio di telefonate con Roma e Arezzo scandite da un sensazione di forte accoglienza e disponibilità. Io e le amiche/i che hanno scelto di partecipare più attivamente provando a “dire pagine durante l’evento, ci siamo incontrati 3 volte per confrontarci e condividere ad alta voce i brani dei libri a noi cari.
Le persone libro di Roma e Arezzo sono arrivate da noi in masseria il sabato sera precedente all’evento e lì abbiamo fatto la nostra prima “coperta”. Fare coperta per le Donne di carta significa “dire” i propri libri immaginando di essere sotto una coperta immaginaria e significa anche “cercare” la propria voce. E’ stata un’esperienza emotivamente molto forte. Perché quella voce va rintracciata, è la voce che usi nei momenti della tua vita in cui crei intimità con le cose e con le persone. E’ una voce dedicata, mirata, che cerca di “toccare” l’altro.
Credi di riuscire a spiegarci meglio di cosa si è trattato?
Come è stato? Eh, difficile! Abbiamo respirato le parole, abbiamo ripetuto le pagine tante volte, e Sandra ci aiutate a sciogliere la nostra timidezza, a liberarci dall’emozione che sale in gola e si fa nodo. Lei ci hai ha guidate a capire che la voce che dovevamo cercare non ha niente a che fare con l’emozione, perché non è emozionandosi che si è più veri! Ci ha fatto riflettere su quanto sia importante capire che ognuno deve fare un passo indietro rispetto al proprio protagonismo mentre dice “Io sono… e raggiungere quella misura che solo nell’ascolto trova la sua adeguatezza. Ecco com’è stato il primo impatto: collaborativo, attento, rispettoso e incisivo. Aggiungerei anche molto intimo… Prezioso per affrontare il giorno dopo davanti a tanta gente e capire meglio come muoverci, come dire, come trasmettere non imponendo la propria interpretazione, con semplicità.
Ci racconti come si è snodata la giornata in masseria? Come avete pubblicizzato l’evento e vi aspettavate una partecipazione così numerosa e variegata?
L’evento è stato pubblicizzato attraverso la stampa, Facebook e qualche mail. Ha avuto inizio alle 11, 30 con una breve presentazione del programma della giornata, degli altri progetti dell’associazione Donne di carta (in particolare il Tabloid “Io e” un vero e proprio social network di carta che circolerà a partire da fine Ottobre). Poi dopo il pranzo organizzato dalla Masseria Santanna ha avuto luogo l’evento che si è snodato attraverso le voci di ognuna di noi, ma anche del pubblico che ha partecipato molto attivamente e con grande trasporto. Il microfono passava da una persona all’altra senza nulla di preordinato, bastava un cenno e… le pagine cominciavano a parlare…
Tra i tanti partecipanti era con noi anche Giuliana Sgrena, che già aveva incontrato le Persone libro di Roma e ha manifestato pubblicamente il proprio piacere di riascoltarle.
Erano presenti anche i responsabili di una casa editrice molto attiva di Alberobello (Tholos) che si occupa di scrittura creativa multimediale per adolescenti e che ha dato un validissimo contributo alla giornata grazie all’intervento di due ragazze (finaliste del concorso indetto dalla Tholos) che hanno “detto” i propri racconti (già pubblicati sull’antologia dei giovani scrittori in rete).
Secondo te cosa aggiungono le Persone-Libro al piacere della lettura, che ogni lettore appassionato già ben conosce?
A mio parere, non si tratta di aggiungere, il piacere della lettura quando c’è è bastante a se stesso e dà godimento di per sé. Si parla solo di una modalità altra per raggiungere questo piacere che ha molto a che fare con il concetto di “intimità”
Per spiegarlo riporterò qui di seguito alcune righe tratte dal testo “IO SONO…UNA PERSONA LIBRO” ed. Il Caso e il Vento: “Le persone libro imparano a memoria ciò che amano .Una sensazione stranissima ascoltare la propria voce che ripete il passo scelto(…) Il ritmo del fiato che si misura, poco a poco, con la capacità di ricordare, con la voglia di non ripetere più, ma di dire. E’ un passaggio sottile. Il punto in cui le parole imparate non appaiono più, ma emergono sulle labbra, e devo rallentare il ritmo per non cambiarle, e devo respirarle una a una, per rispetto, per risonanza. Devono essere mie pur non essendo mie(Un gioco da equilibristi). Le persone libro ascoltano quello che dicono. E’ solo allora che l’emozione emerge, lentissima, come la risalita da un tuffo in acque profonde, spinge in alto a cercare la linea di superficie, ma senza fretta, per non perdere il fiato per non sentire paura, per far durare tutto nella misura esatta. Accade così: un istante che quando finisce sembra non esserci mai stato. Una sensazione di presenza insostenibile. Mentre imparo, i ricordi personali smettono.(Questo “io” così ingombrante si fa da parte, finalmente). Mentre ripeto, la voce interna esplode(…)Fare la persona libro è fare di ‘questa’ voce un dono ad altri, è comunicare, è toccare chi si ha davanti e farsi toccare dalla bellezza che il testo-quel testo scelto tra mille-improvvisamente restituisce intatta tramite l’emozione di un altro.”
E’ un’esperienza che pensate possa continuare qui a Bari? Secondo quali modalità?
A Bari abbiamo già creato una “cellula” di persone libro che si incontrano una volta alla settimana, per ora in casa. Ma mi sono già pervenute tante adesioni di gente che vuole entrare a far parte del progetto.
Le “Persone libro” vogliono dare un contributo particolare all’8 marzo, la giornata che ricorda le conquiste e i traguardi raggiunti dalle donne. A tal fine, organizzano a Bari il 7, alle 18.30, nella ibreria Libri&Libri in via Principe Amedeo, 158, un incontro che ripercorrerà la storia e gli scritti della giornalista russa, Anna Stepanovna Politkovskaja, e della poetessa polacca Wisława Szymborska.
Maria Grazia Tundo, è dottore di ricerca in ”Teoria del linguaggio e scienze dei segni” e insegna Lingua e Letteratura Inglese in un liceo di Bari. Tuttavia, essendo il suo sguardo offuscato dal velo di Maya delle tecnologie informatiche, cerca di conciliare la dispersione in mondi digitali con la quotidianità del suo lavoro, costruendo reti di comunicazione che possano ridisegnare il concetto di ”distanza”.