Stavolta viene intervistata Caterina Della Torre per Art.Ventuno. E dice la sua su dol’s e il suo sud.
Al sud esistono le idee e la creatività necessarie per farne una parte d’Italia vincente, ma mancano le risorse. O quelle che ci sono vengono drenate dall’illegalità. E forse vorrei aggiungere una differenza: le donne al nord lavorano fuori casa da molto tempo.
Di Bari le mancano il mare, la salsedine, l’ odore, il vento di tramontana, i colori. E poi i cornetti freschi, la focaccia e le mozzarelle. La gente, il dialetto. Mentre non ha nostalgia per l’arroganza ed il bullismo che talvolta affiorano, la grettezza provinciale di alcuni suoi conterranei e la moda, tipica di molti meridionali, di elogiare tutto ciò che viene dall’esterno.
Si tratta di Caterina della Torre, editrice di www.dols.it, sito delle donne on line, ed ora del nuovo dols.it.
Nata nel capoluogo pugliese nel 1958, sposata con una figlia, Caterina, Cate per le amiche, vive da venticinque anni a Milano. Linguista, laureata in russo e inglese, è passata al marketing ed alla comunicazione. Dopo cinque anni in Armando Testa, dove seguiva i mercati dell’Est Europa per il new business e una breve esperienza in un network internazionale di pubblicità, ha iniziato a lavorare su Internet. E dopo una breve conoscenza di Webgirls Italy, passa nel 1998 a progettare con tre socie il sito delle donne on line, dedicato a quello che le donne volevano incontrare su Internet e non trovavano ancora. Dol’s le ha permesso di coniugare la sua esperienza di marketing, comunicazione ed anche l’aspetto linguistico. Conosce infatti l’inglese, il russo, il tedesco, il francese, lo spagnolo e altre lingue minori.
Caterina, come e quando è nata l’idea di dol’s?
E’ nata 13 anni fa, dall’idea di quattro donne di voler far partecipe un mondo, quello femminile, delle opportunità tecnologiche che si stavano affacciando sulla scena. Allora di donne che lavorassero con le nuove tecnologie, ce ne erano davvero poche. Però esistevano molti gruppi femministi online . Poi dol’s si è sciolta per motivi vari, ma ha continuato a vivere con una sola delle socie che ha portato avanti le sue idee, adeguandole ai tempi che cambiavano.
Ci sono tanti siti al femminile. Cosa ha di diverso il tuo?
E’ indirizzato alle donne, lasciando aperta la porta agli uomini interessati a conoscere questo “misterioso’ mondo femminile che sfugge alle rigide griglie imposte dagli stereotipi sociali.
Il sito è diverso ed uguale a tanti altri siti. Diverso perché parla a tutti con un’ottica femminile. Uguale perché sono sempre le donne il nostro obiettivo. Il nuovo dols.it ha rafforzato maggiormente quello che già era: una community, o meglio due community, una sulle pari opportunità ed una orientata al business al femminile
Cosa le donne possono trovare su Dol’s?
Tutto e di più. Cioè dol’s cerca sempre di venire incontro alle esigenze delle navigatrici che spesso diventano anche nostre collaboratrici editoriali. Quindi pari opportunità soprattutto, imprenditoria, donne e potere, donne e lavoro, ma anche cultura, tecnologia, network etc…. Non parliamo di moda e arredamento. Poco di viaggi, ma mai dire mai.
Ma cosa chiedono oggi le donne rispetto a dieci anni fa?
Chiedono servizi mirati, informazioni non generiche. Le donne non solo chiedono, ma fanno. Lo dimostrano i numerosi siti nati negli ultimi anni. L’unico problema che insorge forse è questo: il sito web non è un gioco, ma va curato, accudito, fatto conoscere, altrimenti resta una pagina personale.
Lasciando perdere la retorica, le donne sono davvero diventate più consapevoli di se stesse e del proprio valore?
La consapevolezza nasce dal sapere chi si è e quello che si vuole. E sforzarsi di ottenerlo. Comunque le donne sui social media, la fanno da padrone.
Quali i ruoli, le attività in cui le donne potrebbero e dovrebbero spendersi di più?
Forse bisognerebbe cominciare dalla scuola. Meno lettere e più matematica. Il mondo è cambiato, sta cambiando. La cultura tradizionalmente intesa non paga più. Deve rimanere un progetto personale, un hobby. Per arrivare ai vertici bisogna capire più di economia, statistica e numeri piuttosto che di greco e latino. O se lingue devono essere che non siano quelle morte. Vi parla una che ha fatto il classico, al Flacco e ha studiato lingue -russo e inglese- con Masiello e De Michelis.
Sei barese, ma vivi a Milano da venticinque anni. Secondo te cosa differenzia davvero il Nord dal Sud?
Ahimé sì, nel bene e nel male, c’è differenza.. Ma questo è un lungo discorso che richiederebbe una trattazione estensiva. Posso solo dire che al sud esistono le idee e la creatività necessaria per farne una parte d’Italia vincente, ma mancano le risorse. O quelle che ci sono vengono drenate dall’illegalità.
E forse vorrei aggiungere una diferenza: le donne al nord le donne lavorano fuori casa da molto tempo. In Lombardia ed Emilia Romagna è stato raggiunto l’obiettivo di Lisbona da un pezzo ed è raro trovare una donna che non lavori o se non lo fa, fa finta di lavorare, occupandosi di beneficienza, solidarietà, volontariato. Una donna a Milano ha poche occasioni di incontrarsi con le amiche durante la settimana. Come costume di vita direi le donne hanno poco tempo per se stesse e per la famiglia e ciò provoca delle grandi discrasie famigliari che spesso portano alla rottura della coppia.
Ma al sud non si sta spesso meglio, con la differenza che frequentemente il disagio e sottaciuto o non palesato. Ma la Puglia delle regioni meridionali è la più fortunata ed avanti.
Sei riuscita ad integrarti? Come sono le milanesi rispetto alle pugliesi?
Io abito a Milano da 28 anni. I pugliesi a Milano sono molto ben integrati, ma spesso le vecchie generazioni sognano la loro terra: gli ulivi, il mare della Puglia. Sarebbe bello integrare queste due realtà Nord e Sud, così simili, ma così lontane.
Perché secondo te le donne non sono riuscite a creare una lobby? Non c’è solidarietà tra meridionali e settentrionali?
C’è solidarietà, ma spesso allontanandoti, perdi le tue radici. Quanto a lobby…sono in contatto con molte donne a Bari e credo abbiano forti rapporti tra di loro. Bisogna vedere poi come attuano il coordinamento.
Cosa ti manca della tua città?
Di Bari mi mancano il mare, la sua salsedine, il suo odore, il vento di tramontana, i suoi colori. E poi i cornetti freschi, la focaccia e le mozzarelle. La gente, il dialetto (o meglio dire i dialetti). Mentre non ho nostalgia per l’arroganza ed il bullismo che talvolta affiorano, la grettezza provinciale di alcuni e la moda, tipica di molti meridionali, di elogiare tutto ciò che viene dall’esterno. Perché credo che il sud abbia molto da dire e da dare.
Quale il personaggio che ti piacerebbe ospitare nel “salotto” di Dol’s?
La Bonino. Non sono radicale, ma la Bonino è una superdonna. E poi la Gabanelli, di baresi Nunzia Bernardini.
Cosa vuoi che Dol’s diventi tra altri dieci anni?
Prima di tutto vorrei che Dol’s continuasse ad esistere. Il che sarebbe una bella vittoria. Poi che diventasse un marchio riconosciuto da tutte le donne