di Tatiana Mora
“La rivoluzione parte dall’erotismo”.
Più di 100 anni fa, Sibilla Aleramo pronunciava queste parole e,forse, bisognerebbe davvero imparare da questa nostra fin troppo sconosciuta scrittrice.
Infatti, ancora oggi, quando ci troviamo per strada con qualcuno e, nel bel mezzo di un discorso, pronunciamo parole come sesso, erotismo, lesbismo, omosessualità… il tono della nostra voce sembra abbassarsi inconsciamente. Che il nostro inconscio sia figlio di tradizioni e pensieri conservatrici come, del resto, quasi tutto ciò che ci compone?
Eppure analizziamo la frase con cui apro il post : “La rivoluzione parte dall’erotismo”; ok, ok ma cosa intende Sibilla (e cosa intendiamo noi) per erotismo? (Ps se non riusciamo nemmeno a dirlo, cosa ci sogniamo di raggiungere?!?).
I miei studi di liceo mi rimandano al tanto temuto greco… eros…scorro tra i vocaboli… “amare con passione”.
Tutto chiaro.
“Erotismo” è conoscere qualcuno che si ama, con passione.
E fate attenzione a dove ho posto la virgola.
Non ho detto “conoscere qualcuno che si ama con passione” ma “conoscere qualcuno, con passione” (“che si ama” Ok..).
Ergo devo conoscere l’altro per potere pensare e quindi fare rivoluzione, agire in qualche misura; devo conoscere chi mi sta difronte da più punti di vista possibile: culturale, personale, sessuale anche magari; deve esserci apertura a 360°.
Solo così, imparando ad osservare e conoscere i punti di forza e di debolezza di una persona, posso mettermi sul suo stesso piano e, se “nemico”, destabilizzarlo punzecchiandolo, se “amico”, metterlo a suo agio e, perchè no, aiutarlo, costruire qualcosa insieme a lui.
Ho usato il verbo “costruire” perchè, sia chiaro, con “rivoluzione” non si deve intendere per forza qualcosa di negativo, una guerra per portare la pace, un’uccisione per liberarsi di qualcosa di scomodo.
Al contrario. “Rivoluzione” può anche essere sinonimo di “costruzione”; costruisco qualcosa per rivoltarmi al sistema, per cambiare un aspetto che non è mai andato o che non va più nel nostro tempo. E noi donne più che mai dovremmo impegnarci in questo; noi che saremmo tutto se sapessimo allearci e non solo farci guidare dall’invidia e dalla competizione.
La solidarietà non è più donna; lo è stata probabilmente ma oggi purtroppo il nostro non saperci aiutare reciprocamente, ci rende deboli, veramente inferiori all’uomo.
Noi che di grinta ne avremmo da vendere, che di forza ce ne sapremmo fare, appena si tratta di sostenere un progetto “in comune” con altre donne, ci smorziamo.
Perchè?
Perchè quando, invece, in questo gruppo ci sono uno,2,3,10…uomini, ci diamo da fare?
L’uomo ha ancora così influsso su di noi?
Sarei ipocrita se dicessi di NO.
Ovviamente il mio è un discorso generale; ci sono donne e donne ma da giovane 22enne abitante a Verona, registro quanto vedo , sento, provo.
Tatiana Mora nasce a Brescia nel 1989. Letterata instancabile, interlocutrice di tematiche sociali e attualmente impegnata alla facolltà di Lettere moderne a Verona, lavora come hostess per fiere e congressi e collabora come educatrice presso la ludoteca ”Isola che non c’è” di Roè Volciano (BS). Dopo un anno di Servizio Civile Nazionale, si è appassionata di soccorso sanitario ed è rimasta all’interno dell’associazione ”Pronto Emergenza” di Brescia, come volontaria in ambulanza. Combatte l’ideale insano di bellezza filiforme ed i condizionamenti psicologici degli stilisti e dei mass media che sono alla base delle insicurezze e fragilità; la sua è una battaglia per aiutare e sostenere le ragazze e le donne ossessionate dal peso e dalla magrezza come identificazione di bellezza nella società odierna.
6 commenti
Cara Tatiana, forse sei ancora molto giovane per capire che la solidarietà tra donne esiste. Certo non tra tutte, non tutti siamo uguali. La solidarietà nasce da qualcosa che tutte prima o poi nella nostra vita affrontiamo, che è nel nostro DNA biologico: essere madri. Fino a quando sei madre non puoi capire che ti servirà sembre l’aiuto di qualcuno, non solo fisico, ma soprattutto emotivo. E il padre (uomo) non è sempre là. E la tensione erotica verso l’uomo magari va a farsi benedire, quando hai un figlio nella culla che reclama la poppata:)
Non sono d’accordo che bisogna avere un’età precisa per avere idee o proporle, sta poi nella nostra coscienza esporle nel modo migliore e nelle sedi appropriate. Anche anoi uomini viene spesso rimproverato ingiustamente questo aspetto: quando sei giovane ti dicono cosa vuoi saperne ” tu di come va il mondo” e quando sei adulto ti dicono “ma tu cosa vuoi capirne che vivi nel passato”. Allora dico che solo le persone con la mente giovane, indifferentemente dall’età ed al sesso, potranno cambiare il mondo, molte donne però devono ancora prendere coscienza che loro hanno maggiore potenziale rispetto all’uomo e hanno tutto da guadagnareda queste nuove rivoluzioni.
in verità l’esposizione delle proprie idee è come un flusso d’acqua che prima o poi impatterà con qualcosa che la arresterà o ne modificherà la direzione…
le nostre idee vanno coltivate e nn vanno soltanto esposte…ma messe in atto contro tutto e tutti..la coalizione esiste nei primi istanti..ma svanisce dopo pochi successivi….cara tatiana la rivoluzione è 1 processo interiore.
Vero,sono ancora molto giovane ma quello che sento è purtroppo questo; credetemi,io non vorrei sentirlo, anzi. Vorrei andare in università la mattina e poter essere libera e serena nel chiedere gli appunti alle altre ragazze; vorrei che ci si potesse mettere a studiare insieme; ma anche in questo piccolo contesto,ciò è molto raro.
Al primo commento, rispondo in modo,ahimè,superficiale: non sono mamma ancora e non so quindi esattamente cosa voglia dire. Ma se guardo mia mamma o le mamme che conosco da vicino, vedo che in principio la solidarietà esiste…ma alla fine anche lì, frasi come “il mio bimbo rimane sempre il più bello, bravo…” ecc ecc sono all’ordine del giorno. La competitività esiste.
Sono d’accordo con Mattia quando dice ” …molte donne però devono ancora prendere coscienza che loro hanno maggiore potenziale rispetto all’uomo e hanno tutto da guadagnareda queste nuove rivoluzioni”;non c’è nulla da dire, finchè non crederemo più in noi stesse e nella nostra potenzialità, di rivoluzione non se ne parla.
Infine, caro Chinoncambieràmailmondo, il nome che ti sei dato è proprio azzeccato! Nel tuo commento dici tutto e il suo contrario. Leggo “…le nostre idee vanno coltivate e nn vanno soltanto esposte” e poi “la rivoluzione è 1 processo interiore”…allora…io posso esporre un’idea ma poi è importante farne qualcosa no? Non solo parole ma anche fatti ovviamente. E allora perchè dici che rivoluzione è solo un processo interiore? Parte da noi,dal nostro “interno”,dalla nostra psiche ma poi si materializza…si deve materializzare per essere definita tale…sbaglio?
era un invito a nn esporle talmente tanto che poi te le rubano..bella..
🙂 Ho capito…:)