Se la disoccupazione giovanile in Italia è un problema, c’è chi va controcorrente
I recenti dati sul mercato del lavoro, resi noti dall’ufficio europeo di statistica, registrano per il nostro Paese un tasso di disoccupazione giovanile tra i più alti d’Europa: ogni 100 giovani italiani ne contiamo ben 20 che non hanno un lavoro.
Anche sa ben vedere, i dati non sono poi così negativi visto il grande divario che esiste tra noi ed i paesi del nord Europa ( Solo La Francia è iattestata su un modesto 18,4 per cento) Tuttavia i nostri giovani entrano molto tardi nel mercato del lavoro, di regola non prima dei 25 anni.. Infatti da noi in Italia si sconta il problema del mancato raccordo tra scuola e mercato del lavoro.
Eppure ci sono giovani che usciti dal mondo della scuola e dell’università e provano a mettersi in gioco subito, seguendo le proprie inclinazioni ed hobby. E’il caso di Alessandra Pepe. Studentessa del liceo classico, ha coltivato sin da piccola l’amore per le tecnologie e la scrittura.
Il classico buona e dura scuola, ma che ti lascia spesso senza nessuna specificità professionale. Devi continuare a studiare. Che studi hai fatto dopo il liceo?
Una triennale e specialistica sulla comunicazione, quindi niente che avesse a fare con la tecnologia informatica.
Eppure hai varato subito un blog…
Sì, ma ho imparato da sola, come molti miei coetanei amanti delle tecnologie. Prima mi sono aiutata con template preimpostati e poi interessandomi migliorare, ho cominciato a seguire qualche tutorial online per imparare un po’ di html. Il mio primo blog è stato quello che per molte ragazze/i è il diario. Ci scrivevo di tutto, i miei pensieri, le mie emozioni, i miei interessi. E venivo seguita moltissimo dalle mie amiche e dalle amiche delle amiche. Era molto personale, ma poi ho capito che dovevo creare un blog meno intimo.
Cioè?
Ero interessata alle fashion blogger cioè quelle ragazze che seguivano la moda e si passavano parola l’una con l’altra. (quelle ragazze che seguono la moda, si fotografano e condividono su internet foto e look con altre appassionate) Ed allora ho creato Moma.
La moda per voi giovani è molto importante, vero?
Lo shopping da sole senza l’aiuto della mamma dietro è il primo passo verso l’emancipazione. Poi subentrano i consigli delle amiche, le riviste di moda etc…La moda si è ‘’democratizzata’’ da quando sono nate le catene low cost che mettono alla portata di molte più persone ciò che si vendeva solo in via Montenapoleone. Manca solo il consiglio o il parere dell’amica. Ed è quello che vorrei proporre sul mio blog.
Dopo l‘università hai cominciato a lavorare subito?
Sì, sono stata fortunata, ho risposto ad un annuncio ho risposto all’annuncio di ScuolaZoo e sono stata subito contattata. Ho lavorato alcuni mesi come responsabile facebook marketing, apprezzando questa azienda la cui nascita è frutto del caso, una foto scattata ad un professore che si era addormentato durante l’esame di maturità si è trasformata in un’idea per un’azienda.Sono andata via perché volevo trovare un’attività consistente e più prossima a quello che avevo studiato.
E dove sei andata?
Avevo risposto ad un inserzione su internet ( forse su bacheca.it, o Kijiji) e dopo un paio di mesi , quando non me lo aspettavo, sono stata subito contattata, da Groupon. Ho imparato molto ma ho anche lavorato molto, dovevo produrre una 15 ina di contenuti al giorno, che non sono pochi considerato che dietro c’era un grande lavoro di ricerca e di coordinamento con gli altri dell’azienda .. Pensavo al lavoro anche quando non lavoravo. Alla fine la mia vita privata era ridotta a zero.
E allora?
Quando mi è stato rinnovato il contratto, dopo qualche titubanza ho deciso di dare le dimissioni. Ho pensato che avevo solo 24 anni anni e volevo cimentarmi anche in altri campi, sebbene scrivere e occuparmi di tecnologia rimangono la mia vera passione.
E adesso cosa fai?
Dopo svariate altre esperienze in campo web e visto il successo sempre crescente di M.O.M.A. ho deciso di aprire la partita IVA e da poco sono quindi entrata nel mondo dei lavoratori indipendenti. Seguo corporate blog e profili social media per vari clienti, alcuni non hanno niente a che fare con il fashion system, ma quel che conta è che faccio un lavoro che amo..
E il tuo blog quando hai il tempo di aggiornarlo e cosa ne farai in seguito?
Organizzarmi il tempo in autonomia significa avere più tempo anche per M.O.M.A. che cerco di aggiornare con la cadenza di almeno un post al giorno, spaziando tra vari argomenti. Non solo moda, ma anche beauty, lifestyle e design. E poi c’è la rubrica che ho creato e che ha contribuito a gran parte del successo del blog: Handmade For Future in cui intervisto i designer emergenti, i piccoli artigiani, insomma, le vere espressioni del Made In Italy.
In futuro non so cosa accadrà, può essere, come dicono in tanti che il “periodo d’oro” dei blogger finirà, ma io non sono di questa opinione. Padroneggiare internet e avere un’ottima conoscenza delle strategie di social media management sono le basi per assicurarsi un lavoro al giorno d’oggi, o quantomeno per avvantaggiarsi nella ricerca di un lavoro.
M.O.M.A. esisterà finché ci sarà qualcuno che avrà ancora voglia di leggermi e i progetti collaterali in ballo sono tanti, ad esempio il lancio di una mia piccola linea di accessori…un work in progress su cui lavoro da tanti mesi!
Che ne pensi della scrittura dei giovani?
Sicuramente usano un linguaggio poco approfondito, anche se ci sono ragazzi che sono delle vere cime, ma molti hanno scarsi strumenti di base che utilizzano come possono. Ho fatto la mia tesi per il trennio sul linguaggio dei blogger. Per analizzarlo ho dovuto fare un’indagine lunga e approfondita, frequentandone molti.
Per nove mesi li ho seguiti ed ho dedotto che tutti hanno una gran voglia di comunicare ma non hanno i mezzi per farlo e quindi mescolano i linguaggi, se non addirittura li inventano, mutuadoli dal quotidiano.
Per saper scrivere è necessario leggere molto ed i miei coetanei spesso non lo fanno sufficientemente
Per la specialistica ho poi fatto una tesi sulla street art e il writing. Qui ho notato come molti writers siano riusciti a fare della loro arte illegale una professione apprezzata da moda e pubblicità, passando da un semplice passatempo a una vera e propria professione.
E tu leggi molto. Un’ ultima domanda: qual è il tuo libro preferito?
Macchie rosse di Alessandra Montrucchio, poco conosciuto, ma penso di averlo letto una decina di volte. Poi sono un’appassionata di Jane Austen..