di Caterina Della Torre
Gli uomini pensano che sia importante avere vicino una donna realizzata
Roberto Parodi, nato ad Alessandria nel 1963, porta un cognome ”pesante” nel campo giornalistico, con due sorelle speaker televisive. Ma lui si laurea in ingegneria come il padre. Dopo una breve esperienza nei cantieri decide di passare alla finanza. Ma anche quella non basta per un’indole così creativa come la sua.
Di cosa ti occupi attualmente?
Sono dirigente di una banca d’affari francese. Io lavoro nella sede di Milano ma la banca e’ globale. Spesso devo andare a Parigi e a Londra dove si trovano le sedi principali dell’Investment Banking che è il mio settore. Il mio lavoro è quello di creare affari e business generando profitto per gli azionisti della mia banca. I miei clienti sono le grandi banche italiane, che spesso si rivolgono a grandi banche estere come la mia, per ottenere particolari servizi di finanza straordinaria.
Sei ingegnere ma…Come sei arrivato alla finanza? E quali sono i tuoi hobbies preferiti?
In effetti sono ingegnere ma dopo due anni di ingegneria di reparto, fatta in fabbriaca in una delle più grandi aziende di cavi e pneumatici italiane, dove non mi trovavo per niente a mio agio, ho deciso di cambiare tutto e ricominciare da capo. Ho fatto un aMBA (master in business administration) di due anni, senza stipendio, per prepararmi e ripresentarmi sul mercato con nuove qualifiche che mi consentissero di fare un vero cambio di carriera. Ho avuto fortuna, ma un po’ me la sono anche creata. Il cambiamento per me è un dettaglio che non scarto mai a priori, anzi!
I miei hobby preferiti sono tre: andare in moto (sia essa l’africa o le colline dell’oltrepo’), suonare la mia chitarra (o il pianoforte), e scrivere articoli o report sia per riviste che per il mio sito www.threepercenters.it, che è diventato un po’ un riferimento per motociclisti sognatori e originali, come mi sento io ed i miei amici con cui divido questa passione.
Moto e viaggi. Credi che una vita all’insegna della libertà ti avrebbe permesso di avere una famiglia?
Non credo proprio e infatti la mia vita non è una vita all’insegna della libertà assoluta e vagabonda. Al contrario, è metodicamente strutturata per consentirmi di fare ciò che desidero, nel rispetto delle esigenze del mio lavoro ma specialmente di quelle della mia famiglia, che è numerosa (1 moglie, 3 bambini, 1 tata) e richiede dedizione, denaro e tempo.
Solo grazie ad una attenta e onesta valutazione dei tempi, delle assenze e delle presenze sia in famiglia che sul lavoro, riesco a ritagliarmi gli spazi per poter vivere le mie passioni in un modo che dall’esterno a molti sembra totale, ma in realtà così non è. Si tratta di un capolavoro di equilibrio. Un lavoro a incastro.
Confesso che anche se può non sembrarlo, non sono un sostenitore della libertà totale, perchè sono certo che mi creerebbe forme di egoismo e di autreferenzialità che vedo in molti single della mia età e che non mi piacciono.
Secondo me, la libertà è qualcosa che si deve assaporare come alternativa a qualcosa che è il vero baricentro della vita di un uomo: l’impegno verso i figli , il lavoro e il proprio futuro, che sono le cose veramente importanti della mia vita. Anche la mia libertà è una cosa importante, perche senza di essa, sarei stressato, deluso e frustrato e finirei per fare male il papà, il marito e il banker. Quindi la mia scelta è stata l’equilibrio e la mediazione.
Quando sono sulla mia moto in viaggio anche verso mete lontanissime, non sogno mai di non tornare e di rimanere in giro per anni. Al contrario sento subito fortemente la mancanza delle persone care e delle mie cose. La mia vera libertà è la possibilità di decidere ed organizzare ciò che realmente voglio fare e riuscirci (con i necessari compromessi). Non cerco il viaggio totale del vagabondo o dell’hippy anni 70. Forse sarebbe stata una possibilità a 20 anni, dopo il liceo o dopo l’università. Se uno dei miei figli me lo chiedesse, lo sosterrei. Ma lo stacco totale va bene se hai 20 anni, non 40.
<continua>