di Cinzia Ficco da Tipitosti
Erano contenti, ma tanto contenti. Eppure, non si rendevano conto di quello che facevano. Nessuno prima di quel momento li aveva mai fatti sentire protagonisti. Quella era la loro prima volta. Ed è andata bene. Si sono sentiti grandi. Tosti. Da qualche mese sono diventati l’orgoglio di una regione, la Sicilia, e, soprattutto di Ivana Calabrese, palermitana, classe ’72, laureata in Scienze Agrarie, presidente dell’associazione Aurora, che li ha coinvolti in una iniziativa: la produzione di vino su terreni strappati ad un boss della mafia di Partinico.
Loro sono i quindici ragazzi autistici che, al Vinitaly 2012 hanno fatto conoscere le prime “Gocce d’aurora”. Cento bottiglie di catarratto, un vitigno a bacca bianca siciliano, diffuso soprattutto nella provincia di Trapani.
“Siamo molto soddisfatti – dice Ivana, mamma di Fabio, un bimbo disabile di otto anni e mezzo – Non immaginavamo che ce l’avremmo fatta. Cento bottiglie! I ragazzi, circa quindici, di età compresa tra i dieci e i sedici anni, erano felici. Probabilmente non hanno capito di preciso cosa siano riusciti a fare. Ma li abbiamo visti molto partecipi. E’ stato un successo. Questi ragazzi non hanno mai avuto esperienze né di vita, né di lavoro in campagna. Alcuni di loro stanno rifacendo un percorso di studi. Altri rimangono sempre chiusi in casa. L’entusiasmo è grande e doppio”.
“Abbiamo avuto i terreni in affidamento a luglio – racconta – ed abbiamo vendemmiato con i nostri ragazzi a settembre. Quindi siamo riusciti a portare in anteprima al Vinitaly il vino, che è il simbolo del nostro impegno nella lotta alla mafia”.
Un ettaro in tutto a Catafratto. In passato l’associazione si era occupata di beni confiscati a Monreale.
“Credo molto – aggiunge Ivana- nell’agricoltura sociale. Penso che possa essere d’aiuto a tante persone ai margini. Lo dico con convinzione, avendo un bimbo autistico”.
Quanto al vino, la presidente fa sapere che si venderà il prossimo anno con il marchio dell’associazione e il nome di Gocce d’aurora. Sono già arrivate proposte interessanti da un’azienda del Nord, che vorrebbe vendere prodotti del Meridione.
“Stabiliremo – dichiara – il prezzo e le modalità di distribuzione. Vorrei avviare altre iniziative di questo tipo con il vino, ma anche con altri prodotti: frumento, formaggi, ortaggi. Vedremo. Intanto abbiamo cominciato e con grande sorpresa ce l’abbiamo fatta. Non è facile iniziare. Spesso uno dei problemi più difficili da superare é la perplessità dei genitori, che hanno paura e sono convinti che questi ragazzi non possano lavorare. Niente di più sbagliato. Tra un po’ brinderanno anche loro con questo vino che sa di riscatto dalla mafia e dalla malattia”.